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 2015  giugno 05 Venerdì calendario

PERISCOPIO

Renzi - Meno male che l’Istat c’è. Jena. La Stampa.

Eccezionale esperimento del Cern per far luce sulla materia oscura. Forse si potranno addirittura capire le istruzioni per compilare il 730. Il rompi-spread. MF.

Renzi: «Il lavoro dell’insegnante deve tornare a essere un sogno». Una mattina ti svegli e non c’è più. Spinoza. Il Fatto.

Alessandra Moretti, che il 29 maggio scorso a L’ Aria che tira su La7 aveva profetizzato un 7-0 per il Pd alle regionali, grazie al golden goal che lei avrebbe fatto in Veneto. Il problema è che la Moretti si credeva Ronaldo, invece era in porta. Dove è entrato un pallone dietro l’altro, calciato come fosse in allenamento da Luca Zaia (non c’era manco bisogno di impegnarsi). I palloni d’oro (ben più che sette) hanno bucato la rete alle spalle dell’attonita tuttofare del Pd (dalla Camera a Bruxelles al consiglio regionale del Veneto in meno di un biennio, è record). Che, almeno questo ora l’avrà capito, lasci il calcio ai tifosi, che almeno ne capiscono un po’. Franco Bechis. Libero.it

Il rischio che stiamo correndo è la caduta di fiducia nella legge. Chi fa causa, pensa di aver ragione. Se non capisce ciò che accade, non vede la legge, vede il giudice e l’avvocato. Uomini come lui. E li accusa del suo disastro. Avvicinare i processi civili alla logica di mezzi di soluzione di una lite, non necessariamente attraverso la sentenza, è questione di sopravvivenza della Stato di diritto. Il processo civile oggi è una bolgia. Giuseppe Maria Berruti, direttore del Massimario della Cassazione (Liana Milella). la Stampa.

Le cerimonie per il centenario della Prima guerra mondiale seguono lo stesso schema retorico sulla base del quale l’Italia era entrata in guerra nel 1915, passando dalla Triplice alleanza con le potenze centrali, alla Triplice intesa con quelle periferiche e inaugurando la brutta fama che l’Italia non avrebbe mai finito le guerre dove, e con chi, le aveva incominciate. Con una maggiore accortezza diplomatica, se fossimo rimasti neutrali, avremmo ottenuto dalle potenze centrali concessioni territoriali analoghe ai guadagni che poi abbiamo raggiunto con la vittoria. L’Italietta contadina, povera e ignorante, nelle mani di una classe militare fondamentalmente impreparata e incapace, si buttò in un’avventura più grande di lei, facendo pagare al Paese i propri ritardi nel diventare una potenza mondiale. Le decimazioni, delle quali, nel corso della guerra, furono vittime tanti innocenti soldati - le cui lettere, prima di morire fucilati, fanno ancora rabbrividire -, furono un atto di terrorismo pubblico tanto inutile quanto vergognoso che non servì a cancellare le poche diserzioni comodamente percepite da una gerarchia militare che faceva pagare alla truppa le proprie inefficienze. Piero Ostellino. il Giornale.

Herat, Afghanistan. Attorno alla caserma di Camp Vianini la città stasera è tranquilla. Nel cortile, strani, i peschi in fiore tra i blindati. Noi giornalisti, in visita alle forze italiane, ci raduniamo attorno all’ufficiale che ci ha scortato per l’Afghanistan, uomo silenziosissimo. Ma questa è l’ultima sera per noi a Herat, e il capitano Cavallaro si lascia andare. Storico per passione, ha scritto un libro sulla battaglia di Montecassino, e ancora adesso va a cercarne gli ultimi superstiti, per farsi raccontare. Nella notte che avanza, tiepida, il capitano rievoca quella lontana aspra battaglia, come ci fosse stato. E noi ad ascoltare, affascinati, avvinti. Marina Corradi. Avvenire.

Giacomo Balla, tanto per dirne una, ancora vivente nel dopoguerra, per il suo passato successo durante il periodo fascista, era costretto, per vivere, a dipingere quadri naturalistici e bisognerà attendere gli anni Sessanta, quando ormai era scomparso, per vedere esposti alla galleria «La Tartaruga» di piazza del Popolo, i mobili della sua camera da letto che egli stesso aveva progettato. Ugo Pirro, Osteria dei pittori. Sellerio. 1994.

Una volta, avevo dodici anni, venni sorpreso da mio padre con un mio giovane amico in camera ai margini di una festa. Ci sbaciucchiavamo, ci toccavamo il pisello, ci scoprivamo a vicenda. Lui ci beccò con i pantaloni abbassati e me le diede forte. Poi chiamò gli altri ospiti: «Venite a vedere cosa fanno qui i frocetti». Non arrivò nessuno. Poco dopo entrò mia madre: «Senti Ferzan, anche io da ragazza avevo le tue curiosità. Non mi frenavo, ma facevo in modo che nessuno se ne accorgesse». Mia madre mi ha educato alla libertà. Ferzan Özpetek. (Malcom Pagani). Il Fatto.

Sonego, lo sceneggiatore dei più bei film di Sordi, come me, veniva dalla provincia. Tra il cinema e la provincia italiana del dopoguerra c’è un patto di ferro. A Savona noi adolescenti non avevamo molte alternative. Se volevamo diventare grandi, scappare dall’impiego nel negozio di stoffe de I Vitelloni, avevamo solo due alternative. O farci preti - e infatti Carlo Freccero frequenta il seminario - oppure fuggire al cinema. Poi si sa, uno tira l’altro e si diventa una banda. A quell’età nessuno va al cinema da solo, a parte forse Nanni Moretti. Tatti Sanguineti. (Nanni Delbecchi e Malcom Pagani). Il Fatto.

Uno dei meriti maggiori della sostituzione di Lella Costa con Maria De Filippi fu di Monica Vitti. Stavamo chiacchierando, mi disse: metti Maria. Ero convinto, ma chiesi perché. Ha una voce strana, come la mia. Voci così funzionano, vedrai. Maurizio Costanzo. Panorama.

A Milano arrivi, ti guardano tutti così, fai fatica, ti sbatti, ti guardano ancora così: ma tu insisti e alla fine, se vali, sei dentro a tutto, sei passato oltre. A Roma, arrivi e ti abbracciano tutti, ma che bello, dai che si fa festa: poi un giorno cerchi di passare al livello successivo e te lo fanno capire: no, qui no, qui entriamo solo noi che ci conosciamo da una vita e si conoscevano i nostri nonni. Non ti basta che sei nella città più bella del mondo? No, a volte non basta. Max Pezzali cantautore. la Repubblica.

Io non sono cristiano, sono ebreo, ma conosco la domanda di Pilato a Gesù, «quid est veritas?» che cos’è la verità, e Gesù non rispose. Carlo Coccioli, Tutta la verità. Rusconi, 1995.

Le probabilità di incontrare qualcuno che conosci, aumentano quando sei con qualcuno con cui non vuoi essere visto. Arthur Bloch.

So di essere migliore di quel che sono. Ma ne val la pena? Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 5/6/2015