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 2015  giugno 05 Venerdì calendario

NIBALI RITROVA LA FRANCIA: «CONOSCO GIA’ LA STRADA»

La piccola Emma Vittoria si fa sentire ed è la più dolce delle vocine. Vincenzo Nibali si gode l’intimità della famiglia, la compagnia della moglie Rachele e anche di qualche amico pur senza rinunciare alla dose di lavoro quotidiano. E’ questione di pochi giorni, non di più. La maglia gialla in carica è rientrata martedì dal ritiro in altura di Tenerife e domani si metterà di nuovo in viaggio: destinazione Francia, Giro del Delfinato, dove da domenica si confronterà con alcuni dei rivali-top per il Tour (non aveva più corso gare ufficiali in Francia dal trionfo sui Campi Elisi): Froome, Valverde, Rodriguez, Peraud e Bardet in particolare. Test-chiave verso il Tour, che parte il 4 luglio da Utrecht.
Nibali, a che punto pensa di essere? Al Romandia, che si era concluso il 3 maggio, non era troppo soddisfatto.
«Penso di avere lavorato bene, di essere in tabella di marcia. E per questo sono sereno. Al Delfinato ci sarà il confronto con i rivali, poi rifiniremo la preparazione al Passo San Pellegrino. Tutto ricalca il programma seguito nel 2014. Non ci sono novità da raccontare!».
Che ambizioni ha per il Delfinato? Cercherà il risultato?
«Beh, non è che mi tirerò indietro se ci sarà la possibilità. Questo è chiaro. Però l’esperienza mi ha insegnato che in chiave Tour de France, andare troppo forte al Giro del Delfinato non è mai positivo. Nel 2012 in una tappa presi quasi nove minuti e poi arrivai terzo al Tour. L’anno scorso però non andai troppo male».
Si riferisce alle battaglie con Froome e Contador?
«Sì, perché se vi ricordate perdevo pochi secondi rispetto a loro. Poi l’ultima fu una tappa pazza che cambiò la classifica, vinse Talansky, ma avevo la sensazione di uscire in crescendo. Cercherò le stesse risposte. Sarà molto utile la prova della cronosquadre, e alcuni percorsi (4 arrivi in salita, ndr) ricalcheranno esattamente quelli del prossimo Tour».
I compagni chi saranno al Delfinato?
«Vanotti, Scarponi, Boom, Westra, Grivko, Gruzdev e Taaramae».
Dal «convento», come lo chiama lei, di Tenerife, ha avuto modo di seguire il Giro d’Italia?
«Un po’ sì, gli orari dei finali delle tappe coincidevano con i rientri dell’allenamento».
L’Astana si è fatta valere ma non ha potuto nulla contro Contador. Che idea si è fatto?
«Penso che il team non si possa rimproverare niente. Contador ha sfruttato benissimo la crono. Aru ha fatto un bel Giro: brillante nella prima parte, così così nella fase centrale, poi si è ripreso vincendo due belle tappe. La vera sorpresa è stata Landa, in salita forse era il più forte di tutti, è stato quello che ha messo più in difficoltà Contador».
La chiave per la compattezza dell’Astana quale è stata?
«L’avere impostato fin dall’inverno il lavoro in maniera chiara, dividendo il gruppo per il Giro e il gruppo per il Tour. E’ fondamentale che i programmi siano chiari dall’inizio e il motivo è semplice».
Qual è?
«I corridori sono più tranquilli e possono calibrare bene la preparazione per l’evento principale, senza spendere più energie del necessario prima per cercare risultati e essere convocati».
Domenica la prima tappa del Delfinato rischia di essere oscurata dal tentativo del record dell’ora di Wiggins...
«Se fa il primato, gli faccia i complimenti da parte mia innanzitutto! Sarà un evento, anche se è difficile paragonarlo con i record del passato, per via delle bici e dell’evoluzione dei materiali».
A quanto può puntare?
«Se dice che può avvicinare o superare i 55, non penso sia una spacconata. Un evento del genere si può programmare molto di più rispetto a una corsa su strada. In pista poi Wiggins ci è nato. In gruppo non è rimasto nessuno come lui».