varie, 4 giugno 2015
STORIA
«Un po’ domenica ho gufato Icardi perché a un certo punto temevo che mi superasse. Alla fine è andata bene a tutti e due e per me è un motivo d’orgoglio, perché questo record di bomber più vecchio di sempre sarà difficile da superare. Sono riuscito a fare un altro pezzo di storia e non cambierei la mia carriera con quella di nessun altro: dalla serie C al Mondiale» (Luca Toni).
TEMPO «Non provavo più felicità quando saltavo. Ho cercato di tornare a essere l’atleta che ero prima, ma ho capito che non sarebbe stato più possibile. C’è un tempo per ogni cosa, il mio nell’atletica è finito. Non voglio avere rimpianti perché ti fanno male fino alla morte, ho ottenuto tanto e mi basta» (Antonietta Di Martino, tra l’altro argento nel salto in alto ai Mondiali di Osaka 2007).
CORRERE «Il problema principale quest’anno? La preparazione atletica non è stata sufficiente. Dopo un’ora, la squadra non aveva più energie. Faticava. Il calcio non è il basket e neppure il baseball che ha molte pause. Nel calcio devi correre novanta minuti. Cambieremo lo staff che si occupa della preparazione atletica. Sarà un cambio radicale» (il presidente della Roma James Pallotta).
MAGLIONE «Quanto ci sentiamo? Dipende dai momenti, dai periodi. Durante il weekend di gara spesso, perché, oltre a darci un grandissimo supporto da fuori, è anche un grande tifoso. Il maglione? No, lo indossavo già in Philip Morris, non è un tributo al presidente...» (il team manager della Ferrari Maurizio Arrivabene e il suo rapporto con Sergio Marchionne).
GARAGE «Ho una vecchia Fiat 500 rossa con le porte che si aprono a ventaglio, una Ferrari 430 acquistata anni fa e poi, da quando sono a Maranello, dispongo anche di una Maserati e una Jeep. Possiedo inoltre un pulmino Volkswagen d’epoca, una Corvette C1 del 1958, una moto Bmw R90…» (il garage di Sebastian Vettel).
ARRABBIATI «Siamo arrabbiati. Quando sei abituato a vincere e le cose non girano per il verso giusto, non la prendi bene. Il gruppo è rimasto quello degli otto Mondiali (4 piloti e 4 costruttori, ndr) e tutti vogliono tornare in alto quanto prima» (Christian Horner, team manager della Red Bull).
DIFFIDENTE «Sono una persona molto diffidente, di solito chi avvicina i calciatori lo fa per interesse. A casa mia non entra nessuno» (l’esterno brasiliano Jonathan, in scadenza di contratto con l’Inter).