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 2015  giugno 02 Martedì calendario

FRANCIA, VACANZE NON PIÙ SACRE BONUS A CHI RIDUCE LE FERIE

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI Due totem della società francese stanno vacillando. Il primo è quello delle ferie, inaugurate nel lontano 1936 dal Fronte popolare di Léon Blum e diventate una conquista sociale amatissima riassunta nel motto nazionale les vacances, c’est sacré . Il secondo totem sono le 35 ore, varate nel 2000 dal premier Lionel Jospin e dalla ministra Martine Aubry in base al principio «lavorare meno, lavorare tutti», e a una visione del mondo nella quale il tempo libero, la cura di sé, la cultura, dovrebbero essere beni socialmente apprezzati almeno quanto la ricchezza.
Il culto delle vacanze e il tetto delle 35 ore hanno provocato però delle situazioni ormai insostenibili nella competizione con gli altri Paesi. Come le 10 settimane di ferie all’anno garantite a 30 mila lavoratori di Edf, il gigante pubblico dell’energia. L’accordo raggiunto anni fa con l’azienda prevede che i quadri continuino a lavorare 39,5 ore alla settimana invece delle 35 previste dalla legge, ma quel tempo supplementare viene recuperato nei cosiddetti «giorni di Rtt ( Réduction du temps de travail )». Alla fine, sommando giorni di ferie tradizionali e recuperi Rtt, fanno oltre due mesi di vacanze.
«Non ci troviamo più nello stesso mercato del 1999», ha scritto in un messaggio interno, secondo quanto ha riferito il Financial Times , Philippe Torrion, direttore strategico del gruppo Edf. «Si tratta anche di una questione di credibilità, non possiamo rimanere fuori fase rispetto al resto del mondo», ha aggiunto. Gli americani in particolare, con i loro 15 giorni di ferie al massimo, amano prendersi gioco del savoir vivre francese, specie in questi tempi difficili.
L’amministratore delegato Jean-Bernard Lévy propone allora un bonus di 10 mila euro per convincere i dipendenti di Edf a lavorare 212 giorni all’anno invece dei 196 attuali. I sindacati hanno già risposto che possono anche valutare di andare in azienda tre settimane in più, ma in cambio di 80 mila euro una tantum, non 10 mila. Il negoziato è appena agli inizi.
«La Francia non può più permettersi certi lussi, i francesi lavorano molto meno dei vicini tedeschi e britannici, ed è inutile poi lamentarsi della perdita di competitività», dice Agnès Verdier-Molinié, direttrice del think tank liberale iFrap che da anni segnala sprechi e privilegi di amministrazioni pubbliche, funzionari e aziende. Nel suo ultimo best seller, intitolato On va dans le mur! («Andiamo a sbattere!»), Verdier-Molinié invoca un cambiamento radicale del sistema francese.
«Credo che siamo a un momento di svolta, dopo Renault, gli ospedali e alcuni media (per esempio l’Afp, ndr ), anche il colosso Edf rimette in discussione i giorni di recupero. Di fatto le 35 ore sono destinate a scomparire».
I francesi che hanno un impiego lavorano solo 1.661 ore l’anno contro le 1.847 dei tedeschi (dati del think tank Coe-Rexecode), eppure i disoccupati continuano ad aumentare: 26 mila in più nel mese di aprile per un totale di 3 milioni e 536 mila. Per lavorare tutti, è il momento di provare a lavorare di più.