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 2015  giugno 04 Giovedì calendario

LA PATENTE PER USARE L’ASCENSORE

Berlino
C’è un vizio, o una virtù, comune a tutte le sinistre. Da noi, o in Finlandia. Se vanno al potere, vogliono emanare leggi per il tuo bene, si preoccupano per la tua salute, si impicciano dell’educazione che impartisci ai figli. I verdi hanno perso le ultime elezioni anche perché volevano introdurre un giorno alla settimana vegetariano nelle mense aziendali, vietando i würstel orgoglio nazionale, e gli hamburger sempre invenzione tedesca come suggerisce il nome.
E così via.
Dal primo giugno sono entrate in vigore in Germania diverse norme, che un po’ copiano le nostre: si comincia dall’affitto massimo per metro quadrato, e si regola il pagamento delle agenzie immobiliari (le paga chi si rivolge a loro, non sempre l’inquilino o l’acquirente come era fino ad ieri). Già i Makler, gli agenti, hanno escogitato trucchi per aggirare la legge. In quanto all’affitto bloccato, come si sa, non funziona. La ministra per il lavoro, la socialdemocratica Andrea Nahles, si preoccupa perfino dei trapani: un operaio non è autorizzato a usare un apparecchio, se in precedenza non è stato provato dal capo. Altrimenti, questi sarà responsabile di ogni incidente sul lavoro. E il capo deve comunicare per iscritto al dipendente quali ferite rischia usando un trapano o una sega.
Ma Frau Andrea ha superato se stessa introducendo la patente per l’uso dell’ascensore. In verità, solo per i paternoster che, credo, siano sconosciuti in Italia. Qualcuno ricorda il film Männer, uomini, di Doris Dörrie? In una famosa sequenza, due attori in mutande vanno su e giù in un paternoster, un ascensore composto da grandi scatole aperte, in cui si deve saltare dentro, mentre salgono e scendono senza sosta.
L’uso del paternoster, inventato a Londra nel 1876, secondo la signora sarebbe pericoloso per chi non è pratico. Quindi andrebbe autorizzato solo ai dipendenti delle società nelle cui sedi è ancora in funzione, e solo dopo che il direttore abbia controllato che tutti siano stati addestrati a dovere. Il corso deve essere confermato da un apposito patentino. Si presume che ci dovrebbe essere un controllore che verifichi se si è superato l’esame prima di salire a bordo. La reazione è stata così violenta, che la ministra ha già fatto marcia indietro. Ieri, appena 24 ore dopo, ha annunciato che la norma verrà ritirata.
Questa è un’ altra abitudine delle sinistre, che per eccesso di buonismo non chiedono pareri agli esperti, mi dispiace doverlo notare. Quando era al governo Gerhard Schröder insieme con i verdi, non c’era quasi legge che non venisse stoppata dalla Corte costituzionale. Anche qui i giudici non si occupano delle conseguenze politiche delle loro sentenze, ma controllano solo se la legge non violi i principi fondamentali. Come ha fatto la nostra Corte per le pensioni.
I paternoster sono salvi, ma mi continuo a chiedere come sia venuto in mente a Frau Andrea di preoccuparsi di chi li usa. Ne sopravvivono in Germania appena 240, e dal 1974 non devono più esserne installati di nuovi. Bisogna prenderli al volo, appunto per questo sono molto lenti. La velocità massima è di 45 centimetri al secondo. La mia prima esperienza fu nel 1969 a Amburgo nella sede della Springer Verlag, dove il mio giornale aveva il suo ufficio di corrispondenza. Mi chiedevo che cosa succedeva oltre l’ultimo piano in alto o in basso. Lo scoprii perché mi distrassi. Io leggevo i giornali anche mentre viaggiavo in paternoster: a un tratto finii al buio e tra rumori e scricchiolii la scatola cominciò a spostarsi a scatti di fianco, e riprese a scendere. L’esperienza la feci provare anche a mia figlia di 4 anni che, curiosa come il padre, mi chiedeva come poteva andare su e giù. La condussi con me oltre il limite in alto. Si divertì così tanto che mi chiedeva di ripeterlo ogni volta.
La signora Andrea, 44 anni, deve aver avuto da piccola un padre più prudente di me. Però, le assicuro, che una giostra al Luna Park è più emozionante di un paternoster. Ora, non avrei voluto darle qualche altra idea: una patente per l’otto volante, un attestato del medico della mutua prima di avventurarsi nel tunnel dell’orrore?
Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/6/2015