Paolo Siepi, ItaliaOggi 4/6/2015, 4 giugno 2015
PERISCOPIO
Candidati - Di solito diventano impresentabili dopo essere stati eletti. Jena. La Stampa.
Toti ha diretto il Tg4 e Studio Aperto. Ma il suo sogno resta fare il giornalista. Edelman. Il Fatto.
Repubblica italiana un po’ acciaccata alla Festa del 2 giugno. E pensare che un tempo era di sana e robusta Costituzione. Gianni Macheda.
Orfini (Pd): «I 5Stelle festeggiano ma non governeranno in nessuna regione». Ma è per questo che festeggiano. Spinoza. Il Fatto.
Non serviva il certificato di idoneità prodotto venerdì scorso da Rosy Bindi, era già chiaro che Vincenzo De Luca non è un candidato, è un supercandidato. Ha fatto cose quasi impossibili per Salerno, è oggetto delle attenzioni cattive e banali di alcuni pm e di alcuni giornalisti ammanettati al giustizialismo de’ noantri, è un combattente senza paura e con tutte le macchie necessarie a fare buona politica in una pessima società civile, ma strafottendosene. È ’nu ddio, per un mascalzone come me. È un tipo da cunto de li cunti. Era già chiaro, ma dopo la pubblicazione di una sua antologia ragionata sulla Stampa di venerdì, raccolta da quel grande critico letterario che è Mattia Feltri, beh, è più che chiaro, è lampante, abbagliante verità. Giuliano Ferrara, scritto prima dell’elezione di De Luca. il Foglio.
Per il primo Quirinal Party di Sergio Mattarella in onore della Festa della Repubblica 2015 sono emerse dai garage nascosti di Roma mille auto blu che hanno accompagnato alla festa i vip. Una visione impressionante che ha trasformato in parking il piazzalone antistante al Quirinale attirando turisti e anche cittadini non sempre ben disposti nei confronti degli occupanti. Ma le auto blu non erano state abolite e messe all’asta con una delle sue celebri diapositive dal governo di Matteo Renzi? Franco Bechis. Libero.it.
Bindi è quella che era votata alle europee da Andreotti e che poi ha gettato a mare Andreotti. I democristiani attaccavano Violante ma lei lo supera. Vedo, in lei, la malizia della teologa della finta moralità, che fa di tutto per portare la guerra nel Pd. Clemente Mastella. la Repubblica.
Non va assolutamente bene il senato come previsto dalla riforma in corso. O il senato lo abolisce, o lo eleggi. Oggi è un pasticcio che non possiamo accettare. Pierluigi Bersani, ex segretario del Pd. Corsera.
In quale documento ufficiale l’unico esercito del mondo con una clausola che prevede di disobbedire a un ordine disumano, l’esercito d’Israele, può finire accanto a bande di terroristi islamici che crocifiggono i bambini, li seppelliscono vivi e li usano come kamikaze? Alle Nazioni Unite, certo. È quanto ha deciso l’inviato dell’Onu per i Bambini e i conflitti armati, Leila Zerrougui, che ha suggerito l’inserimento dell’esercito israeliano nella lista nera di paesi e organizzazioni che causano regolarmente danni ai bambini. In questa black list ci sono già Al Qaeda, i nigeriani di Boko Haram, lo Stato islamico di Iraq e Siria, i talebani e paesi come il Congo e la Repubblica Centrafricana, tristemente celebri per i loro eserciti di fanciulli lontani dall’essere maggiorenni. Giulio Meotti. il Foglio.
Tutti i ragazzi delle scuole mi hanno detto: non sapevo niente degli anni 70, adesso mi è venuta una curiosità. In particolare uno mi ha raccontato: per me Aldo Moro era solo un nome di una canzone dei Modena City Ramblers. E intanto il suo professore, che invece sapeva chi era Aldo Moro, chiedeva chi fossero questi Modena City Ramblers, pensi che differenza di linguaggi da colmare. Edoardo Rialti. Il Foglio.
Ho girato spesso tra Calabria, Puglia, Campania, Sicilia (la Sardegna è un caso a parte). Mi sono reso conto che il Sud si stava staccando dal resto d’Italia. Non solo politicamente ed economicamente, anche psicologicamente: televisione diversa, personaggi diversi, appuntamenti diversi, discorsi diversi, interessi diversi, gusti diversi. Mi dispiace? Moltissimo. È una sconfitta di tutti noi italiani, dovunque viviamo. Una sconfitta che pesa sui conti pubblici, la reputazione internazionale, l’autostima. Beppe Severgnini. Sette.
Una mezza idea me l’ero già fatta nella mia qualità di nonno. L’altra metà me la sono fatta ieri conversando con un edicolante romano. «Come va con le vendite dei giornali?». «Quella è robba passata. Se te credi de venne i giornali hai chiuso prima d’aprì. Mo’ er principale introito viene da li giocarelli pe’ li bambini». Adriano Sofri. Il Foglio.
A Ragensburg, la superba Ratisbona, città imperiale, i Domsspatzen, o passeri della Cattedrale, uno degli ultimo cori della Germania cattolica sopravvissuti alle bufere dei secoli, delle guerre, delle liturgie blasfeme, cantano ancora il canto Gregoriano, altrove spazzato via. Nella sera estiva, sotto la luce che scende dalle vetrate sopravvissute del coro, si alzano le cento voci innocenti a gridare la nostalgie della civiltà perduta, la maledizione al distruttore Paolo sesto, araldo della chiesa confusionaria e rinunciataria. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia, 1989.
Mio fratello gemello (siamo stati adottati dal console francese di Milano nel 1956) lavora per conto suo. Fa congelare gli embrioni. Vorrebbe che vado con lui. Ma per adesso non me la sento di fare il cretino. Per adesso lo faccio qui. Anche perché, pertanto che la ditta di mio fratello è poco seria, non penso si può fare il cretino con i parenti degli embrioni. Qui al pub invece puoi fare il cretino con i parenti degli ubriaconi. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.
Il centro commerciale è il famoso non luogo, ma poi ci sono dentro i tuoi simili con i loro sogni e non puoi non volergli bene. Anche i social network sono un non luogo per eccellenza, ma intanto sono tutti lì. Che vuoi fare? È ovvio che la vita vera sarebbe altrove, ma finisci che non ne sei più tanto convinto. Max Pezzali, cantautore. La Repubblica.
Budapest. Tre giorni di neve senza interruzione. Nell’ultima sala del Szépmuvészeti Muzéum, inatteso, un paesaggio tahitiano di Gauguin. Mai visto un quadro così caldo. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori. 1987.
Mia madre era tedesca, mio padre romagnolo. Io ho preso i difetti di tutti e due: dalla mamma la fantasia, dal babbo la passione per gli sbagli. Luigi Serravalli, scrittore (Anna Maria Eccli). Alto Adige.
Il depresso ci rimane male se la sfortuna gli volta le spalle. Sul web.
La modestia è il grande bluff dei mediocri bene educati. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 4/6/2015