Andrea Montanari, MilanoFinanza 4/6/2015, 4 giugno 2015
IL DIGITALE TRAINA I MEDIA
Il fatturato totale, su scala mondiale, del business entertainment & media, nel prossimo quinquennio, passerà dai 1.740 miliardi di dollari dello scorso anno ai 2.230 miliardi del 2019, con una crescita media annua del 5,1%. È questa la previsione che emerge dall’ultima edizione del Global Entertainment & Media Outlook 2015-2019 pubblicato da PriceWaterhouseCoopers, diffuso ieri. Il report raccoglie le previsioni sull’andamento in 54 Paesi dei principali settori d’attività (internet, pubblicità online, televisione, spot tv, film, videogame, musica, quotidiani, periodici, radio, out-of-home e libri). E proprio in riferimento al valore e alle potenzialità degli investimenti pubblicitari, Pwc stima a livello mondiale una crescita media annua dei ricavi del 4,7%. Anche per l’advertising, segnala lo studio, «ci sarà un aumento del digitale (crescita media tra 2014 e 2019 del 12,2%) e una sostanziale tenuta del non-digitale (crescita dell’1,2%). Ciononostante la parte tradizionale continuerà a pesare ancora parecchio anche nel 2019: più del 60% della spesa complessiva. Ma tra quattro anni la pubblicità digitale in complesso inciderà per il 38,7% sul fatturato mondiale, contro non più del 16,6% nel 2010.
Inoltre, secondo il report della società di consulenza internazionale, «la crescita più elevata si registrerà nei segmenti mobile e video advertising». Nel primo caso, la crescita media annua nel quinquennio di riferimento sarà del 23,1%, diventando negli Usa il primo mercato della pubblicità su internet. Intanto il budget che le aziende destineranno al video advertising registrerà una crescita media annua del 19,5%, sostenuta da un aumento di circa il 100% del numero di connessioni da smartphone (3,85 miliardi nel 2019).
Analizzando le tendenze nell’utilizzo dei vari mezzi di comunicazione, Pwc segnala che i consumatori migrano verso muove modalità di fruizione dei media. A partire da quella dei quotidiani: i consumatori sono sempre più disposti a pagare per avere contenuti esclusivi. A livello globale, si legge nell’indagine, «i paywall online compensano il calo dei ricavi da diffusione dei quotidiani stampati, con un’ondata di offerte di abbonamenti che hanno spinto i ricavi da circulation digitale a quasi 2,5 miliardi di dollari nel 2014». Su scala globale, mentre i ricavi degli abbonamenti digitali crescono, gli abbonamenti ai quotidiani cartacei si contraggono. Malgrado ciò i ricavi complessivi faranno registrare aumenti anno dopo anno, seguendo una tendenza iniziata nel 2013. «Digitale o non-digitale, per i consumatori si tratta solo di vivere l’esperienza dei contenuti», ha commentato i risultati del report Marcel Fenz, Global Leader Entertainment & Media di Pwc. «Considerata la varietà nelle preferenze dei consumatori, la sfida per le aziende del settore è valorizzare la mole di dati oggi disponibile per approfondire lo studio dei comportamenti e massimizzare il valore delle esperienze offerte. Il consumatore non è mai stato così pronto a essere conquistato come oggi». Per Andrea Samaja, Italian Leader Entertainment & Media di Pwc, «sono in atto alcuni fenomeni ibridi da osservare. Nel comparto cinematografico, nel 2017 i ricavi da box office negli Stati Uniti saranno sorpassati da quelli generati dagli stessi contenuti fruiti però per via elettronica: ecco una dimostrazione di come il tradizionale e il digitale contribuiscano alla crescita del comparto in modo sinergico». Sempre ieri sono stati resi noti dall’Osservatorio Fcp i dati relativi agli investimenti pubblicitari sulla carta stampata italiana nel primo quadrimestre del 2015. La spesa per inserzioni su quotidiani e periodici è scesa a 351,45 milioni (-6,4%), con un calo più marcato per i primi (225,6 milioni, -6,9%) rispetto ai secondi (125,8 milioni, -5,5%).
Andrea Montanari, MilanoFinanza 4/6/2015