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 2015  giugno 04 Giovedì calendario

HORNER: «STESSA FAME DOPO 8 TITOLI»

Montecarlo è stato un gradito regalo di nozze per Christian Horner, fresco sposo di Geri Halliwell, la ex Ginger Spice delle Spice Girl, il gruppo che ha fatto cantare e ballare milioni di ragazzi negli Anni 90. La speranza del capo della Red Bull che il quarto posto di Daniil Kyvat e il quinto di Daniel Ricciardo costituiscano il segnale di un vero riscatto e non solo una parentesi felice in una stagione già carica di delusioni al punto da lasciar immaginare un disimpegno di Dietrich Mateschitz dai gran premi. Da qui parte, alla vigilia del GP del Canada, la nostra conversazione con il dirigente inglese che ha pilotato Sebastian Vettel alla conquista dei suoi 4 Mondiali.

Senta Horner, Marko di recente ha citato per la prima volta l’Audi come potenziale acquirente, alimentando le voci di una uscita di Red Bull dalla F.1: lei si sente alla guida di un team in vendita?
«Le sue affermazioni sono state pubblicate fuori contesto, Helmut stava riferendosi a una opinione espressa da Berger. Non ci sono trattative con l’Audi, né prospettive di vendita del team. Abbiamo un impegno con Infiniti e con Renault sino a fine 2016. Nei prossimi mesi, discuteremo con loro del futuro. Red Bull ha investito in F.1 ma vuole essere competitiva. Se Renault decidesse di andarsene, resteremmo senza motori e saremmo costretti a prendere certe decisioni».
Insomma, il vostro destino è legato a Renault.
«Sì, siamo sulla stessa barca. Abbiamo sofferto, abbiamo già usato il quarto motore e le prestazioni non sono esaltanti. Bisogna avere pazienza perché per sistemare un telaio bastano due settimane, mentre per un motore servono sei mesi».
A Milton Keynes avete un gruppo di persone che lavora su alcune aree del motore: è un primo passo per la costruzione di una vostra power unit?
«No, sfruttiamo le nostre competenze e i nostri sistemi avanzati a livello di Cfd e simulazione per aiutare Renault».
Il risultato di Monaco è legato al fatto che la potenza del motore è meno indispensabile?
«Sì, l’influenza del motore è limitata, il telaio lavora bene, i piloti hanno fiducia».
Le colpe quindi sono tutte di Renault?
«Certo anche noi possiamo migliorare, ma il guaio è che col telaio siamo dovuti scendere a un sacco di compromessi per il motore. Sia a livello di carico aerodinamico sia di rapporti del cambio. Nelle prime gare ci siamo “sbilanciati” a favore del motore, mentre nelle ultime due siamo tornati alla normalità e si notano i progressi».
Essere al 4° motore influirà sull’uso dei gettoni?
«Qualche sviluppo sulla power unit arriverà tra Austria o Silverstone, ma ci costerà una penalità sullo schieramento. Purtroppo avremo bisogno di altri 2-3 motori per finire la stagione».
Avete perso un pilota di esperienza come Vettel, questo ha attinenza con la vostra crisi?
«No, abbiamo Ricciardo che ha mostrato di poter lottare con Vettel nel 2014. I piloti non sono un problema, se avessimo avuto ancora Sebastian non avremmo potuto sfruttarne il potenziale».
Avete perso anche Peter Prodromou, mentre Adrian Newey lavora sul progetto coppa America.
«A Milton Keynes siamo in 700 e nell’ultimo anno abbiamo perso solo una decina di persone. Prodromou è andato via a inizio 2014 e non abbiamo cercato di trattenerlo perché credevamo di avere una struttura adeguata; Adrian è ancora coinvolto nel progetto F.1. Negli ultimi 5 anni lavorava da lunedì a giovedì in ufficio, ora se ne occupa nei primi due giorni della settimana e giovedì su altri progetti. E’ un cambiamento davvero piccolo».
Forse vi aspettavate di più da Kyvat.
«A Monaco è stato bravissimo, ottenendo il suo miglior risultato: segno che sta crescendo. Mi piace perché è forte di testa e non si abbatte mai».
Dopo 4 anni di trionfi vi manca un po’ di fame?
«No, semmai è il contrario. Siamo arrabbiati. Quando sei abituato a vincere e le cose non girano per il verso giusto, non la prendi bene. Il gruppo è rimasto quello degli 8 Mondiali (4 piloti e 4 costruttori; n.d.r. ) e tutti vogliono tornare in alto quanto prima. Quando il motore crescerà, lo dimostreremo».
Come giudica i cambiamenti suggeriti dallo Strategic Working Group per il futuro della F.1?
«Mi sembra positivo che per il 2017 si realizzino macchine più veloci e difficili da guidare. Sono invece del tutto contrario ai rifornimenti: non credo aumentino lo spettacolo, anzi le gare saranno decise dai programmi di simulazione, che stabiliranno quanta benzina mettere nei serbatoi. E la lotta sarà più ai pit-stop che in pista. Per fortuna non è ancora una decisione definitiva. Ma il vero nodo riguarda il motori: devono essere più rumorosi, meno costosi e più potenti. Traguardi difficili da ottenere con le regole attuali».
Sorpreso di come Vettel vada forte con la Ferrari?
«Per niente, la Ferrari ha fatto un lavoro super e un ottimo passo avanti dall’anno scorso. Va dato credito a Marco Mattiacci per alcuni cambiamenti, particolarmente a livello di motore. Poi Sebastian è un pilota di classe mondiale…».
Vincerà un altro titolo prima la Red Bull o Vettel?
«Al momento Vettel ha chance migliori. Però il nostro target è la Mercedes, non la Ferrari. Hanno un vantaggio così grande che ci vorranno almeno un paio d’anni per batterli. Sarà cruciale il cambiamento nei regolamenti».
Quando ha capito che Seb se ne sarebbe andato?
«Per me era diventato ovvio a Monza. Non era sereno e sospetto che dopo quella gara ci siano state alcune trattative. A Singapore era già un altro, più rilassato, ovviamente non poteva annunciare subito il suo trasferimento perché c’erano dei nodi riguardanti il contratto di Alonso».
Non è vostra politica prendere piloti da fuori e affermati ma un pensiero ad Alonso lo avete fatto?
«No, avevamo avuto conversazioni con Fernando due anni prima, ma la coppia Alonso-Vettel non poteva funzionare. La nostra filosofia è chiara: investire sui giovani. Lo abbiamo fatto con Vettel e Ricciardo e ora con Kvyat, Verstappen e Sainz. Anziché spendere i soldi per i campioni affermati preferiamo farlo per rendere le auto più veloci».
Il futuro si chiama Verstappen.
«Seguiamo i suoi progressi. La nostra intenzione è restare a lungo in F.1».
Non temete di perdere Ricciardo? La Ferrari ha Raikkonen in scadenza e si guarda attorno.
«No. Ha un lungo contratto con noi».