Ca.Mar., Il Sole 24 Ore 4/6/2015, 4 giugno 2015
VATICANO
Il più piccolo stato del mondo, la Città del Vaticano, è anche l’unico dove l’economia è totalmente pubblica. E non potrebbe essere altrimenti, vista la struttura dello stato, funzionale all’attività pastorale del Papa. Nel mezzo chilometro quadrato c’è una banca, una farmacia fornita e uno spaccio alimentare, ma «non è stabilito un libero mercato» come ben puntualizza il rapporto annuale 2015 dell’Aif, l’autorità di informazione finanziaria, che ricorda come funzionano le cose dentro le mura leonine: dal giugno 1929, dai Patti Lateranensi, in Vaticano «vige un regime pubblico nei settori economico, commerciale e professionale, incluso il settore finanziario. Nel settore finanziario, in particolare, non sono attivi soggetti privati. Si trovano, piuttosto, enti che, nell’ambito della propria attività istituzionale, svolgono professionalmente determinate attività di natura finanziaria, rilevanti ai fini della normativa vaticana e, come tali, sottoposte alla vigilanza dell’Aif». Economia pubblica, ma con tutti i servizi (o quasi): ottimi ambulatori medici, benzinaio conveniente e pure un duty free. Tutto in monopolio, ma per legge. (Ca.Mar.)