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 2015  giugno 03 Mercoledì calendario

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«Il fatto è che io sono della specie “Orsi polari”, noi abbiamo messo le branchie per andare a caccia di foche» (Marco Orsi, primatista mondiale dei 50 stile libero, scherzando sul suo cognome).

TECNICA «Io mi aspetto che mio figlio trovi la sua passione da solo, ma è molto probabile che sia nello sport. Lui ha una tecnica pazzesca in ogni disciplina che affronta, soprattutto nel calcio. Gioca in maniera incredibile, non so da chi ha preso. Alla scuola calcio l’hanno dovuto spostare con quelli più grandi, con i pari età non c’era partita» (Felipe Massa e il figlio Felipiho, di 5 anni).

CRESCERE «Un calciatore professionista spesso cresce in fretta. Sono andato via di casa giovanissimo, ho imparato a cavarmela da solo. Poi gli infortuni hanno fatto il resto. Non mi è mai pesato il fatto che gli amici andassero a ballare e io dovessi andare in ritiro con la squadra» (Alberto Paloschi).

COMPLEANNI «In ottobre ho compiuto quarant’anni. Mi sono detto: sono grato per la vita che ho avuto, ma è stata troppo intensa, mi sento la testa di uno che ha 65 anni. Quando mi hanno offerto di diventare sindaco nel comune in cui sono cresciuto ci ho pensato e ho detto di sì, voglio fare qualcosa di utile» (l’ex attaccante argentino Julio Cruz).

PENTIMENTI «Mi pento di tutti gli errori che ho commesso. Non mi sono comportato da professionista: lo avessi fatto, oggi sarei un campione. Ma dico che la mia carriera è iniziata solo da qualche anno, quindi posso prendermi ancora molte soddisfazioni. Fisicamente sto bene e conto di fare le cose più belle nelle prossime tre-quattro stagioni» (Mauricio Pinilla).

DETTAGLI «La domenica mi faccio fare una copia delle partite su una chiavetta Usb, poi le guardo con calma sul pc per capire cosa e dove ho sbagliato. Ma sono i dettagli che fanno la differenza. Qualcun altro è nato fenomeno, io no, so di essere forte ma non posso accontentarmi, devo lavorare se voglio un futuro importante. Sono ambizioso, mai sazio» (Daniele Rugani, classe ’94, difensore dell’Empoli).

SCALZO «Il calcio ha avuto trasformazioni incredibili, evoluzioni tattiche, economiche, strategiche. Ma io ho cominciato a piedi scalzi, e il Milan mi ha dato le scarpe. Ho visto il mondo grazie al calcio e il calcio mi tiene innamorato. Mi prendo gli appunti ancora davanti alla tv e vedo tutti gli errori che fanno i miei colleghi» (Giovanni Trapattoni).