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 2015  giugno 03 Mercoledì calendario

DI FRANCESCO: «PRONTE PER LE BIG, SE MI CHIAMANO...»

Il salto di qualità è arrivato solo alla fine ma per il Sassuolo va in archivio una stagione di crescita con numeri notevolmente migliorati rispetto alla stagione passata, quella dell’esordio in A. Il confronto tra i due campionati dimostra che il Sassuolo 2015 ha guadagnato cinque posizioni in classifica producendo tre vittorie, 15 punti e 6 gol in più, mentre ha incassato nove sconfitte e 15 reti in meno. Nel conto va messa la conferma di Domenico Berardi come bomber (15 centri), raggiunto in doppia cifra dal gemello Simone Zaza (11) che l’anno scorso si era fermato a nove. Il gran finale, con 4 vittorie di fila e la salvezza aritmetica conquistata con un mese d’anticipo, ha certificato l’ottimo lavoro di Eusebio Di Francesco che prima dell’ultima partita stagionale ha firmato il prolungamento del contratto col club neroverde fino al 2017.
Di Francesco, domenica sera ha spiegato che l’accordo mette fine a troppe chiacchiere sul suo futuro. Era quello che voleva?
«Le voci non mi disturbano, anzi fa piacere essere chiacchierato, ma il Sassuolo voleva proseguire con me ed anch’io volevo continuare il mio percorso di crescita professionale nell’ambiente più ideale. Per questo, dopo l’incontro avuto col dottor Squinzi, ho firmato senza pensarci troppo».
Il suo nome era stato segnalato su panchine importanti: Fiorentina, Sampdoria, Udinese. Ci ha fatto un pensierino?
«L’ambizione di allenare una big ce l’ho dentro, confesso che mi sentirei pronto di lavorare dovunque, ma non dipende solo da me. La verità è che nessuno mi ha cercato né io ho cercato altri club. Perciò non avevo altri pensieri in testa che quello di allenare il Sassuolo».
Di tutte le voci positive migliorate in questa stagione, qual è quella che le dà più soddisfazione e che spiega meglio il rendimento della sua squadra?
«Quella dei punti. Il Sassuolo insieme al Genoa è la squadra che più si è migliorata rispetto all’anno passato. Siamo andati oltre le aspettative, perciò non ho rimpianti, anche se nel girone di ritorno la squadra ha frenato causa i tanti infortunati in difesa, che mi hanno costretto ad impiegare a lungo giocatori fuori ruolo, e un calo di tensione perché ci siamo sentiti belli perdendo concretezza e cattiveria. Ma alla fine siamo stati regolari: 25 punti all’andata, 24 al ritorno. Alti e bassi si sono compensati. Non ci siamo mai illusi di volare. Questo Sassuolo non ha ancora il potenziale per puntare all’Europa League perché ha tanti giocatori bravi ma nessuno si è già consolidato ai vertici».
Prolungando l’accordo, ha chiesto specifiche garanzie per il prossimo biennio?
«Insieme ai dirigenti, abbiamo fatto tante valutazioni su come muoverci sul mercato ma oggi è prematuro definire le priorità perché tutto dipende da quello che vorrà fare la Juve con Berardi e Zaza».
Quali sono le sue sensazioni su entrambi i suoi gemelli del gol?
«Domenico ha ribadito che gli piacerebbe rimanere ancora con me, un attestato di fiducia e stima che ricambio e che mi fa piacere. Invece credo che Simone, da come si stanno evolvendo alcune situazioni, voglia misurarsi con una grande squadra. Diciamo che uno su due dovrebbe rimanere con noi».
La loro crescita è stata diversa. E’ così?
«Sì. Berardi è stato più continuo, anche se ha segnato un gol in meno rispetto all’anno scorso ha fatto meglio come giocatore di squadra. Basta guardare agli assist. Simone ha avuto più fiammate che lo hanno portato alle stelle. La sua evoluzione ha subito un momento di crisi dal quale si è ripreso bene finendo alla grande il campionato».
Il Sassuolo ha portato tre giocatori in Nazionale. Oltre a Zaza ci sono anche Acerbi e da ultimo Sansone. Se lo aspettava?
«Ci contavo. Nicola ha sfruttato bene il lavoro che facciamo in attacco per mettersi in mostra. Francesco è un giocatore ritrovato che la malattia, per paradosso, ha migliorato. Il prossimo azzurro pieno sarà Berardi: coi suoi numeri può andare dove vuole».
Per la prossima stagione medita di confermare il nucleo storico della squadra oppure sarà necessario fare innesti importanti?
«La mia idea è rinforzare ogni reparto con un giocatore di valore confermando la nostra filosofia basata sui giocatori giovani e sul prodotto italiano ma senza precluderci nulla sul mercato estero. Un paio di buoni stranieri fanno sempre comodo, però di sicuro non ne prenderemo dieci».
Adesso dove e come ricaricherà le pile?
«Al mare con tutta la mia famiglia. Prima a casa mia a Pescara, poi su un’isola greca. Sono un vacanziero marittimo al novantanove per cento».
Per concludere, un pronostico sulla finale di Champions. La Juventus ce la farà?
«Me lo auguro per il club e soprattutto per il calcio italiano. La Juve ha fatto un bellissimo percorso in Coppa e merita il titolo. Certo, il Barcellona è più forte, per me gli spagnoli sono favoriti 65-35 ma i bianconeri hanno tre grandi campioni capaci di ribaltare ribaltare il pronostico: Pogba, Morata e Tevez. Negli ultimi tempi Carlitos si è riposato, ha tenuto i gol buoni per la partita di Berlino».