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 2015  giugno 03 Mercoledì calendario

SORPRESA, L’ITALIA È ANCORA TRA I PAESI DOVE SI VIVE MEGLIO

Quanto sono bravi i governi a trasformare la crescita economica in benessere per i cittadini? Uno studio del Boston Consulting Group, intitolato «Why Well-Being Should Drive Growth Strategies: The 2015 Sustainable Economic Development Assessment», ha analizzato 149 Paesi, tra cui l’Italia, valutando la capacità di conversione della ricchezza in benessere attraverso differenti indicatori sociali ed economici. I risultati di quest’anno hanno evidenziato non solo come si sia ampliato a livello globale il divario tra diversi Paesi, ma anche come i risultati nel medio periodo siano diversi da quanto ci si potrebbe aspettare. Secondo quanto emerso dallo studio, l’Italia si posiziona sopra la metà (in particolare nel 40% superiore) della classifica dei luoghi dove meglio si vive al mondo, ma è più indietro quando si guarda ai progressi compiuti sul fronte del benessere. I risultati migliori il nostro Paese li ha messi a segno sul fronte della parità salariale, del livello delle infrastrutture e della tutela dell’ambiente. Tirando le somme, l’Italia è ancora uno dei Paesi dove si vive meglio, ma ha ancora ampi margini di miglioramento per quanto riguarda la trasformazione della crescita economica in benessere. Cosa che invece, sempre secondo quanto emerso dallo studio, riesce bene a Polonia e Germania. La prima ha infatti registrato il miglior risultato nella capacità di convertire la crescita economica in aumento del benessere e la Germania ha addirittura superato gli Stati Uniti sotto questo aspetto. La Polonia, per esempio, nel campo dell’istruzione ha ottenuto 90 punti su 100, superando la media di 82 dell’Europa occidentale e riuscendo a sorpassare la Gran Bretagna, che si è fermata a 74. Una bella soddisfazione per il Paese dell’Europa Orientale, se si tiene conto del fatto che lo scorso anno il premier inglese David Cameron ha tenuto un discorso pubblico da molti giudicato discriminatorio nei confronti dei polacchi che emigrano nel Regno Unito. Tra il 2006 e il 2013 sia Stati Uniti che Germania hanno riportato tassi di crescita pari all’1,1%, ma per il Paese teutonico la fotografia del 2015 è quella di un Paese con capacità di creazione di benessere pari a quelle di un’economia cresciuta a ritmi del 6%. Washington, invece, assomiglia a uno Stato che arretra dell’1%. Lo studio mette in luce inoltre come Ruanda ed Etiopia siano tra i Paesi che più hanno progredito in classifica, mentre gli Stati dell’Africa sub-sahariana, come gruppo, stanno facendo grandi progressi sul fronte della salute. Per il resto, la Norvegia è risultata essere il Paese in cui i cittadini godono di un maggior benessere, seguita da Lussemburgo e Svizzera, mentre l’unico Paese non europeo a essersi aggiudicato un posto d’onore nella top 10 degli Stati più benestanti è Singapore. In fondo alla classifica ci sono invece la Repubblica Centrafricana, il Chad, Haiti e la Repubblica Democratica del Congo.
Francesco Colamartino, MilanoFinanza 3/6/2015