3 giugno 2015
Don Carlo Certosino, 54 anni. Livornese, dopo quattordici anni da parroco nella chiesa di San Simone all’Ardenza era stato destinato dal vescovo alla chiesa di Santa Caterina da Siena
Don Carlo Certosino, 54 anni. Livornese, dopo quattordici anni da parroco nella chiesa di San Simone all’Ardenza era stato destinato dal vescovo alla chiesa di Santa Caterina da Siena. «E lui ne aveva fatto una malattia», raccontano i parrocchiani. «Non voleva proprio andare e noi non volevamo che ci lasciasse qui c’era un pezzo della sua vita». Quando aveva gridato il suo «no »al vescovo l’intera parrocchia lo aveva seguito sulla strada della ribellione. Avevano raccolto le firme e durante una messa il 9 maggio scorso circa trecento fedeli avevano assediato il vicario di monsignor Giusti, arrivato lì per spiegare che don Carlo doveva andare via. «Lui non contestava la decisione del vescovo di trasferirlo, un parroco sa che “per contratto” è destinato ad essere spostato dopo qualche anno. Contestava però il modo». Don Carlo aveva cercato di andare via da Livorno pur di non andare nell’altra parrocchia, aveva chiesto di essere trasferito a Fiesole, dove era già stato a studiare, ma non c’era posto per lui. Allora aveva cercato di andare a Volterra ma anche lì pare che avesse ricevuto un altro no. «Durante la messa domenica sembrava distratto, sbagliava parole, lui sempre così preciso e attento aveva dato due ostie alla stessa persona». Lunedì mattina, mentre tutti lo aspettavano per la prima messa della giornata, salì sul campanile della chiesa che non voleva lasciare, legò una corda a una trave, e si lasciò penzolare. Nel suo alloggio varie lettere, tra cui una al vescovo, monsignor Simone Giusti: «Caro vescovo, il trasferimento che hai deciso è stato solo l’ultima delle ingiustizie che ho dovuto subire in questi anni. Adesso potrai essere contento, ma sappi che mi avrai per sempre sulla coscienza". Alle 8 di mattina di lunedì 1 giugno nella chiesa di San Simone all’Ardenza a Livorno.