Francesco Grignetti, La Stampa 3/6/2015, 3 giugno 2015
Ma è andata davvero così male al Pd? Le prime analisi parlavano di fuga in massa degli elettori. Addirittura, secondo l’Istituto Cattaneo, sarebbero ben 2 milioni i voti persi dal partito di Renzi
Ma è andata davvero così male al Pd? Le prime analisi parlavano di fuga in massa degli elettori. Addirittura, secondo l’Istituto Cattaneo, sarebbero ben 2 milioni i voti persi dal partito di Renzi. Ecco, secondo il politologo Salvatore Vassallo, che ha contribuito a creare il database del Cattaneo, ma che ora presiede una fondazione legata al Pd, la «iDemlab» - con Enrico Morando, Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti - pur analizzando gli stessi numeri, le cose sono andate molto diversamente. Occhio alle varie liste civiche, apparentate o «del Presidente», dice Vassallo. «Queste liste ad hoc non esistono in occasione delle elezioni europee o politiche e quindi possiamo presumere che i relativi elettorati rifluiscano in loro assenza verso la casa madre». Procedendo per «area politica», sommando tutte le liste che a vario titolo hanno sostenuto Vincenzo De Luca o Michele Emiliano, pure le operazioni politicamente spregiudicate (come considerare i 50 mila voti Udc-demitiani con De Luca? Oppure i 20 mila voti di Verdi-Sel che in Veneto sostengono la Moretti?), i risultati cambiano: nelle sette Regioni dove si è votato, la «area politica di riferimento» del Pd starebbe al 37,1%. Alle Regionali scorse era al 27,3%; alle Europee era al 42,3%. Commento di Vassallo: «Il Pd non replica il risultato straordinario delle Europee. Il governo qualcosa ha pagato per le scelte di rottura compiute negli ultimi mesi». Ma l’altra vera novità da questa lettura più larga è la ripresa del Pdl. Se si ragiona in termini di area politica e non di singola lista, trascinato dall’exploit leghista (sia delle liste di partito, sia dal lusinghiero risultato della lista Zaia) il centrodestra sta al 35,2%. «È effettivamente in ripresa sul piano elettorale, tanto che se si unisse tornerebbe ad essere uno sfidante credibile». Resta poi l’ottimo risultato del M5S, che pure è in calo rispetto alle ultime elezioni del 2013 e 2014, ma che finora alle Regionali non aveva brillato e invece si attesta al 15,7%. Preso atto che nelle Regionali gioca il carisma dei candidati, c’è da dire anche che al Sud le liste apparentate superano il Pd: in Campania hanno 471 mila voti contro 443 mila; in Puglia addirittura 453 mila contro 316 mila. E il politologo-sondaggista sembra tranquillizzato. «Il risultato complessivo risulta molto più in linea con le attese misurate dai sondaggi».