Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  giugno 02 Martedì calendario

PARIGI AFFONDA, IL LOUVRE SMOBILITA

Se la Senna esonda per il Louvre sono guai. Se gli esperti non si sbagliano, una grande piena come quella del 1910, quando il fiume invase Parigi obbligando la gente a circolare in barca per le strade, potrebbe riprodursi da un momento all’altro. E più della metà dei depositi del museo, che si trovano nel sottosuolo, 8.600 metri quadrati su un totale di 14.200, sono a rischio. Entro il 2018 il museo più visitato del mondo (più di 9 milioni di visitatori nel 2014) rischia dunque di dimezzarsi. Un progetto contestato, appoggiato dal direttore del Louvre Jean-Luc Martinez, prevede infatti di trasferire fuori Parigi 230mila opere sulle 460mila totali che il museo possiede in deposito, ma che il pubblico in genere non vede. Si stanno già progettando i nuovi locali a Liévin, un comune del grigio nord, ma poco distante da Lens, dove il museo ha aperto una filiale tre anni fa. Un primo progetto del 2012 per trasferire i depositi a Cergy-Pontoise, nella regione parigina, era stato abbandonato perché troppo costoso. Ma questa volta il Louvre ha l’accordo della ministra della Cultura, Fleur Pellerin, per la quale l’operazione è diventato “urgente” e “necessaria”.
“Le condizioni di conservazione delle opere non sono buone”, ha sottolineato Martinez. I locali attuali sono insufficienti, non sono a norma e presentano problemi di isolamento. E poi c’è la minaccia della Senna che pesa come una spada di Damocle. Ogni volta che il livello del fiume cresce pericolosamente, il museo è obbligato a trasferire ai piani superiori le opere dai sottosuoli a rischio, chiudendo alla visita diverse sale. Ma finora la Senna si è limitata a minacciare. Il problema è che servono almeno 72 ore per mettere in salvo le opere a rischio. Troppe nel caso dell’esondazione epocale che promettono gli esperti. La fronda interna scoppiata in reazione alla cattiva, ma ineluttabile, notizia del trasloco a Liévin non farà cambiare idea al direttore. Quasi tremila conservatori e storici dell’arte hanno già firmato una petizione per opporsi al progetto. Tra questi, anche 42 conservatori e otto direttori di dipartimento del Louvre. Secondo loro l’operazione è troppo cara (60 milioni di euro) rispetto alle reali probabilità di una grande piena della Senna. Gli oppositori temono anche che le opere possano danneggiarsi durante lo spostamento. Ma soprattutto sostengono che i ricercatori non potranno continuare a fare bene il loro lavoro: Liéven dista da Parigi 200 km, è piuttosto isolato e mal collegato da bus e treni. Ora invece basta prendere l’ascensore.
Luana de Micco, il Fatto Quotidiano 2/6/2015