Vittorio Zucconi, la Repubblica 2/6/2015, 2 giugno 2015
LA SFIDA DEI TEA PARTY AL GRANDE FRATELLO COSÌ LA DESTRA DIVENTA PALADINA DELLA PRIVACY
La prepotenza del Grande Fratello contro il ribelle sudista che non vuole il governo tra i piedi irrompe ancora una volta nella storia americana, questa volta attraverso la cosiddetta lotta al terrorismo e la invadenza della sorveglianza elettronica. Per qualche ora, al massimo per qualche giorno, vince il ribelle, nella persona di un senatore che, da solo, ha messo fuori legge le intercettazioni a tappeto della National Security Agency in corso da 14 anni.
Con una di quelle operazioni di alta chirurgia procedurale, talmente machiavellica che neppure il leader della maggioranza repubblicana, Mitch Mc-Connel aveva capito, il senatore del Kentucky Rand Paul, teoricamente repubblicano anche lui, ha fatto quello che né l’opposizione democratica, né gli attivisti per i diritti civili e neppure Putin, Snowden o il più sinistro organizzatore di complotti avrebbero osato sognare. Bloccare l’intelligence anti-terroristica costruita attorno al controllo dei telefoni dal 2001.
Lo sgambetto procedurale dell’oftalmologo Paul, passato nel 2010 dalle operazioni alle cataratte e dai trapianti di cornea alla politica, si è materializzato in una serie di emendamenti lanciati nella sera di domenica per impedire ai senatori, convocati in fretta e recalcitranti per una seduta notturna, di approvare la legge che avrebbe rinnovato alla Nsa il diritto di mietere dati telefonici. Un agguato che ha colto di sorpresa l’augusta e pigra assemblea e ha costretto, alle ore 00 e un minuto di ieri, la National Security Agency a mettersi il paraorecchi.
E’ stata un’azione dimostrativa, perché la maggioranza per approvare il rinnovo del permesso di intercettazioni in massa contenuto nel Freedom Act esiste e la legge passerà con qualche ora o giorno di ritardo. Ma tra le grida di esultanza dei libertari del Tea Party, che il cinquantenne Paul — figlio dell’ex deputato texano Ron Paul — rappresenta nel suo seggio senatoriale da quel Kentucky famoso per la resistenza al governo centrale, e le urla di disperazione della Casa Bianca, che con Obama lo accusa di essere «un irresponsabile che ha lasciato la nazione vulnerabile», il colpo dell’oftalmologo prestato alla politica ha riproposto la domanda sollevata dalla fuga di Ed Snowden e dalle sue rivelazioni: l’invadenza del «Grande Fratello » elettronico serve realmente a proteggere la nazione del terrorismo o è soltanto una forma di pesca a strascico nel sacro mare della privacy e dei diritti individuali?
Paul non ha dubbi. Nel nome, e nel panico, dell’11 Settembre, già il Patriot Act voluto in gran fretta da George Bush e questo nuovo Freedom Act scritto dopo lo scandalo Snowden con le modifiche volute da Obama, sbriciolano la lettera e soprattutto la sostanza della Costituzione. Non guasta che il senatore sia, con un’altra decina di ottimisti, fra i candidati che puntano all’investitura del Partito Repubblicano per la Presidenza del 2016 e che il colpo nella notte gli abbia permesso di lanciare una «Moneybomb», una bomba di finanziamenti, come vuole l’ultima invenzione per raccogliere elemosine elettorali: concentrare in poche ore le offerte per aumentarne l’effetto. Equivalente in dollari delle «Bombe d’Acqua».
Ma intanto, nella ciambella della Sicurezza Nazionale si è creato un buco di ore e di giorni, nei quali, secondo la Casa Bianca e il direttore della Cia John Brennan chi progetta attentati si tufferà. «Nel mondo del terrorismo — ha detto Brennan — quello che avviene qui a Washington viene seguito spasmodicamente e per qualche tempo abbiamo spalancato la porta». La realtà, stando alle inchieste e alle indagini condotte dopo lo scoppio del caso Snowden, dell’ex analista e contractor della Nsa fuggito con i dati sulla sorveglianza telefonica nel 2013 e oggi a Mosca sotto l’ala protettiva di Putin, sembra essere leggermente meno drammatica.
Nei quattordici anni dall’inizio del programma di mietitura dati nell’ottobre nerissimo del 2001, prima oscuro e affidato alle autorizzazioni di giudici segreti e ora divenuto pubblico, due diverse commissioni d’inchiesta ufficiali che hanno avuto accesso a dati riservati non hanno rilevato un solo caso di attentato prevenuto dalla sorveglianza. Ci fu, in un’occasione, l’arresto di un uomo d’affari arabo a San Diego colto a inviare fondi ad Al Shabab, la cellulula di Al Qaeda in Somalia. Ma dovette essere rilasciato perché quei soldi non poterono essere collegati ad alcuna azione, né ad alcun progetto terroristico.
Se è sempre difficilissimo accertare l’efficacia di qualsiasi prevenzione e determinare che cosa «non» sia accaduto grazie al controllo, l’agguato del senatore oftalmologo non guarda nè all’Is, né ad Al Qaeda, né al terrorismo interno. Il suo bersaglio è Obama, è mettere in difficoltà quel governo federale contro il quale l’ala radicale della Destra, il Tea Party, si batte, mescolando tutte le angherie del governo contro i diritti individuali dei cittadini, tasse per prime. Un sentimento specialmente acuto in quel Kentucky dove la distillazione e il traffico di whisky e Bourbon fiorì, e ancora continua insieme con altri traffici, nell’ora del Proibizionismo, tra epici inseguimenti nelle strade dei monti Appalachiani fra auto truccate dei «moonshiner», dei contrabbandieri al chiaro di luna, e macchine dell’Fbi.
Dei “buchi nella ciambella” e delle smagliature nella sicurezza a Paul importa meno della propria marginale popolarità fra gli aspiranti repubblicani alla presidenza, oggi ferma a un modesto 7 per cento. La certezza di vedere quel buco presto richiuso gli offre la possibilità di atteggiarsi a sentinella della Costituzione senza far rischiare nulla agli Stati Uniti. Con qualche nuova limitazione, e qualche garanzia in più per i cittadini che saranno rappresentati da un legale presso i tribunali che autorizzano le intercettazioni e a consegna dei dati raccolti dalle società telefoniche, il Grande Fratello si toglierà il paraorecchi. Ammesso, come qualcuno sospetta, che lo abbia mai davvero messo.
Vittorio Zucconi, la Repubblica 2/6/2015