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 2015  giugno 02 Martedì calendario

DIFFAMAZIONE, SANTORO CONDANNATO A RISARCIRE 30 MILA EURO A MEDIASET

Un’intervista al Fatto quotidiano del 1° luglio 2011 è costata cara a Michele Santoro. Il Tribunale di Milano, infatti, lo scorso 29 maggio ha condannato il giornalista a pagare 30 mila euro a Mediaset per la parte di articolo in cui accusa il Biscione di aver contribuito alla rottura delle trattative tra lui e La7.
Diceva Santoro in quella intervista, rilasciata nel luglio 2011 a Marco Travaglio e Silvia Truzzi, che nelle settimane precedenti era stato contattato da Giovanni Stella, all’epoca a.d. di La7. «Ho subito messo le carte in tavola: “Siete davvero convinti di potervi permettere un programma come Annozero?”. Risposta: “Sì”. “Bene, lo sa come si fa Annozero? Rispettando l’autonomia dei giornalisti”. So bene che Mentana, Lerner, Gruber, Telese, Costamagna, D’Amico sono liberi. Ma, quando uno va a contrattualizzare la sua posizione con un nuovo editore, mette nero su bianco le garanzie d’indipendenza. Ho accettato la “formula La7”: contratto-base basso, meno della metà dello stipendio Rai (630 mila euro lordi dal 1999), con incentivi legati agli ascolti. Per andare in pari, avrei dovuto ottenere risultati straordinari. Ma non era questo il problema: ho subito accettato le loro condizioni». Poi, però, la rottura: «Stella mi ha inviato, con la sua firma, una proposta subordinata all’accettazione di un contratto standard come quelli che ormai si fanno firmare a chiunque fa tv in Italia. Autonomia zero: l’editore si riserva di leggere preventivamente scalette, argomenti, ospiti e di porre il veto». Perché questa retromarcia di La7? Santoro la motivava così: «Evidentemente c’è stato un intervento esterno per bloccare un acquisto importante per realizzare un terzo polo televisivo che poteva diventare dirompente per il duopolio Rai-Mediaset. Se Sky e La7 raccogliessero insieme la pubblicità, sarebbe un terremoto. Questo agente esterno ha nome e un cognome: conflitto d’interessi. Politico e industriale insieme. Un’azienda, Mediaset, occupa il governo, il Parlamento, le Autorità, la Rai e piega tutto al proprio tornaconto. Con i numeri che facciamo, dovremmo avere una fila di editori: invece c’è la fuga». Parole ritenute diffamatorie dal giudice Laura Massari, che lo scorso 29 maggio ha pronunciato la sentenza di condanna di Santoro: dovrà risarcire 30 mila euro a Mediaset.
ItaliaOggi 2/6/2015