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 2015  giugno 02 Martedì calendario

SPORTITALIA, UN 2014 IN PAREGGIO

Oggi compie un anno la nuova Sportitalia. Un canale i cui marchi e lcn sono di Prima tv ed Europa Network (società possedute da Tarak Ben Ammar), ma la cui gestione, dal giugno 2014, è stata affidata a Italia Sport Communication, società controllata al 70% dalla holding Micri di Michele Criscitiello (direttore di Sportitalia) e al 30% dalla moglie di Criscitiello, Paola De Salvo, la cui famiglia è proprietaria, tra gli altri, del Novara calcio e del Policlinico di Monza.
Per la prima volta nella sua travagliata storia (è nata nel febbraio 2004), Sportitalia chiude con un bilancio di esercizio in sostanziale pareggio: 1,4 milioni di fatturato in 12 mesi e 30 mila euro di rosso per Italia Sport Communication. «Un risultato molto buono», spiega Criscitiello, «soprattutto se si pensa che questo era il primo anno, con tutti i problemi legati a una start-up: telecamere, scenografie, luci, touch screen, tutti investimenti che non dovremo più fare nei prossimi esercizi.
Con noi lavorano 35 persone, di cui 15 della vecchia gestione, che al 3 di ogni mese hanno ricevuto regolarmente lo stipendio. Di questi, ne abbiamo assunti otto con un contratto a tempo indeterminato. E, per il resto, a tutti è stato appena rinnovato il contratto, nella maggior parte dei casi per un altro biennio».
Certo, alla vecchia Sportitalia della gestione Bruno Bogarelli, quella che trasmetteva agli lcn 60-61-62 con tre canali, lavoravano 80 persone, di cui 30 giornalisti. La maggior parte ha perso il lavoro quando, nell’ottobre del 2013, i canali vennero ceduti al gruppo La Tona. E, all’epoca, si ricorda una dichiarazione in tv piuttosto cinica di Criscitiello che rassicurava i telespettatori, specificando che non sarebbe cambiato nulla, se non che i canali si sarebbero chiamati Sport Uno, Sport Due, Sport Tre. «Avevo 30 anni, ho sbagliato, me ne sono pentito e ho chiesto scusa. In quei giorni Bogarelli non mi rispondeva al telefono, con il signor Tarak non avevo mai parlato, e ho sbagliato a credere a La Tona. Da lui, peraltro, non ho mai preso un euro, e gli ho fatto causa tre volte. È lui il vero principale protagonista della morte della vecchia Sportitalia».
Nel nuovo corso, iniziato il 2 giugno 2014, le cose sono cambiate: c’è una società editrice che si occupa solo di Sportitalia (la Italia sport communication, appunto), dai cui bilanci si può dedurre se il business funziona o meno. Prima, invece, gli editori di Sportitalia facevano sempre anche altro e tutto era più confuso. «Siamo stati molto attenti ai costi. Per il primo anno ho gestito direttamente la raccolta pubblicitaria. Dal giugno 2015», aggiunge Criscitiello, «ho invece firmato un contratto con la concessionaria Capital, anche se mi tengo la libertà di chiudere in prima persona accordi commerciali, grazie ai miei rapporti diretti con le aziende». Obiettivo di Criscitiello, in questo primo anno, era quello di fare innamorare Tarak Ben Ammar: «Lui tra il 2005 e il 2008 ha messo un sacco di soldi in Sportitalia. Ora è contento della gestione economico-finanziaria, e si impegnerà a trovare un lcn migliore per Sportitalia. Secondo me, poi, vorrà fare anche altro in tv in Italia».
Al momento Sportitalia trasmette al 153 del digitale terrestre (oltre che al 225 di Sky), una posizione penalizzante per gli ascolti del grande pubblico in chiaro (fa fatica a raggiungere lo 0,1% medio nelle 24 ore). «Noi andiamo valutati nella fascia oraria dalle 22,30 alle 2 di notte (punte tra lo 0,2 e lo 0,4%, ndr), e abbiamo i picchi di ascolto nei mesi di gennaio e tra giugno e agosto, ovvero quando impazza il calciomercato, che è un nostro format».
Da ricordare, peraltro, che Criscitiello è pure direttore di Tuttomercatoweb.com, nonché direttore ed editore di Tuttojuve.com.
Novità in palinsesto per Sportitalia? «Vediamo che diritti rimangono. Ora partiamo coi Mondiali di rugby under 20, grazie a una operazione realizzata in collaborazione col gruppo Discovery. Poi puntiamo ancora al basket spagnolo, al calcio scozzese e belga, il volley femminile, ci hanno offerto la serie A turca, ci piacerebbe il basket italiano».
Pagina a cura di Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 2/6/2015