VArie, 2 giugno 2015
Capelli per Sette – L’India è il Paese dove è meno usato lo shampoo: dopo la doccia i capelli vengono frizionati con olio vegetale
Capelli per Sette – L’India è il Paese dove è meno usato lo shampoo: dopo la doccia i capelli vengono frizionati con olio vegetale. Lo shampoo è usato con maggior frequenza da messicani, giapponesi, brasiliani, arabi, statunitensi, indonesiani e turchi. I capelli sono costituiti soprattutto di cheratina (una proteina solida). Poi acqua, lipidi, pigmenti e oligoelementi. Il colore dipende dalla proteina melanina. I capelli asiatici sono quelli che crescono a maggior velocità, allungandosi in media di 1,3 centimetri al mese. I capelli europei crescono circa 1,2 cm, quelli africani solo 9 millimetri al mese. I capelli crescono soprattutto fra le 10 e le 11 di mattina e fra le 16 e le 18. I capelli vivono 4 anni; quando se ne perde uno, occorrono 4 mesi perché il bulbo pilifero ne produca un altro. Ogni giorno si perdono tra 50 e 200 capelli. I biondi hanno circa 140mila capelli. I castani in media 100mila, i rossi 80mila. Se si allineassero uno dietro l’altro i capelli cresciuti durante la vita sulla testa di una persona si avrebbe un filo lungo circa 1.100 chilometri. Tre tipi di capelli: ulotrici, lanosi a sezione piatta (etnie nere); lissotrici, lisci a sezione tonda (etnie mongoliche); cimotrici, ricci a sezione ovale (etnie caucasiche). Ogni capello può sostenere 50-100 grammi. Anticamente in Cina tagliare i capelli era un disonore. Nell’antica Roma i soldati portavano barba e capelli corti per non offrire un punto di presa ai nemici. In Francia i capelli lunghi erano privilegio di re e nobili. I nomi Cesare, Kaiser e Zar significano «re dai lunghi capelli». Nel tempio di Tirupati, nell’Andhra Pradesh (India), i fedeli offronole chiome alle divinità chiedendo in cambio una vita più serena. I capelli vengono poi trattati e venduti in Occidente dove diventano parrucche e extension. Business da 140 milioni di euro Un terzo delle donne del Mensa, che unisce persone con alto quoziente intellettivo, ha i capelli biondi. Un recente sondaggio ha rivelato che le cassiere inglesi bionde hanno assicurato al negozio in cui lavorano un guadagno netto del 20% superiore a quello delle colleghe con un altro colore di capelli. Una donna su tre si tinge i capelli. Uomini che si tingono: uno su dieci. Uomini con le méches: 3%. Secondo Ovidio gli uomini non devono arricciarsi i capelli artificialmente, e stiano attenti anche che il barbiere non li tagli troppo corti. Charles Baudelaire si tingeva i capelli di verde. Nell’antica Roma la calvizie era sinonimo di bruttezza: secondo Ovidio «un capo senza crine è turpe come un caprone senza corna e un albero senza frutti». Di calvizie soffrivano Giulio Cesare (che l’occultava spesso e volentieri con la corona d’alloro) e Domiziano, che una volta inviò a un amico afflitto dallo stesso male un libretto con una dedica consolatoria: «I miei capelli hanno lo stesso destino dei tuoi, ma con animo forte ne accetto l’invecchiamento, anche se sono ancora giovane. Nulla è più grato e fugace della bellezza». La leggenda di Eschilo, completamente calvo, ucciso da un’aquila che, scambiando la sua testa per una pietra, vi scagliò sopra una tartaruga nel tentativo di romperle il carapace. «Ne ho pochi perché il cervello si è ingrossato e me li ha spinti fuori» (Silvio Berlusconi a proposito dei suoi capelli). Il 56% degli uomini tra 24 e 34 anni si lava i capelli quotidianamente. Tra le donne della stessa età la percentuale è del 30%. Il colore dei capelli di Marlene Dietrich, «cremoso come una camelia», secondo la sua amante Mercedes De Acosta. Il 94% delle donne considera lo shampoo il prodotto più importante per la cura dei capelli. Il fan dei Beatles che nel 2004 sborsò 3.460 euro per un capello di John Lennon. Nel 1980, in Francia, due piccole ciocche di capelli appartenute alla regina Maria Antonietta e a suo figlio sono state vendute all’asta per 5.000 euro. Nel 2006 una parrucca indossata da Andy Warhol è stata venduta all’asta per 10.800 dollari presso la casa d’aste Christie’s. Secondo la leggenda, D’Annunzio dormiva su un cuscino imbottito coi capelli delle amanti. Nel Medioevo gli uomini obbligavano le donne a portare i capelli lunghi in modo da poterle afferrare e battere più facilmente. Tra gli ebrei ortodossi le donne al momento del matrimonio si tagliano i capelli e indossano una parrucca. Solo allo sposo possono mostrare i capelli naturali. Alla sua parrucchiera personale, Fanny Angerer, la principessa Sissi elargiva uno stipendio pari a quello di un professore universitario. Ogni giorno dedicava tre ore alla cura dei capelli. Nell’antica Roma le donne si schiarivano i capelli con sterco di piccione. Nella Venezia rinascimentale si faceva uso di urina di cavallo. Mogol ha rivelato che «Non piangere salame dai capelli verde rame», uno dei versi più noti della canzone di Lucio Battisti “Eppur mi son scordato di te”, è frutto di un refuso. Il paroliere in realtà voleva scrivere «rosso», ma il cantante non si avvide dell’errore «e così è rimasto il verde al posto del rosso». Il taglio dei capelli rivelerebbe il mestiere di una persona: è quello che si deduce da una ricerca dell’azienda americana Brylcreem, che produce brillantina e gel. Chi porta chiome rasate a zero o quasi di solito svolge un lavoro manuale (per esempio le sfoggia il 45% dei muratori statunitensi). Coloro che stanno parecchio tempo da soli, come camionisti e tassisti, hanno i capelli lunghi. Gli imprenditori scelgono pettinature originali, fuori dagli schemi: Richard Brenson della Virgin ha bianche onde morbide, Bill Gates un taglio corto con riga da una parte, Donald Trump una riconoscibile messa in piega cotonata. I capelli più lunghi mai documentati al mondo misurano 5,62 metri e sono stati misurati nel 2007 a Xie Qiuping, una donna cinese che non se li tagliava da 34 anni. La signora più insoddisfatta della propria acconciatura è Rachel Brown, una statunitense che ha cambiato 32 tagli di capelli in 8 ore. Anna Maria Tarantola si sistema i capelli con il fohn. Ha imparato da sua mamma, che faceva la parrucchiera: «Fino a una decina d’anni fa avevo i capelli lunghi. Cambiavo spesso. Crocchia, coda di cavallo. Su e giù. Poi, con l’avanzare dell’età, ho pensato bene di dare un bel taglio e di trovare una pettinatura adatta a me e al mio stile». La pettinatura a turbante di Moira orfei è alta 30 centimetri. Rodolfo Valentino, soprannominato ”Vaselino” per via dei capelli perennemente impomatati. Rimedio «infallibile» suggerito da Plinio (nella Naturalis historia) contro i capelli bianchi: dopo aver lavato la testa, rimanendo all’ombra, spalmare sul capo un uovo di corvo (dal forte potere scurente). Motivo per cui i capelli diventano grigi: il follicolo, invecchiando, produce in eccesso perossido di idrogeno, cioè acqua ossigenata, che scolora il fusto del capello. Talvolta le chiome sbiancano anche in seguito a un trauma. Lillita McMurray, l’interprete dodicenne de Il Monello, nome d’arte Lita Gray. Alla prima udienza del divorzio da Charlie Chaplin, gli chiese un assegno così alto che i capelli di lui si fecero bianchi dalla sera alla mattina. Secondo alcune credenze, le mogli dei marinai non devono tagliare i capelli finché i mariti non tornano sulla terraferma. In alcune zone rurali si crede che porti male tagliare i capelli ai bambini prima che abbiano compiuto un anno di vita. Nell’antico Egitto, quando un ragazzo guariva da una malattia, la famiglia gli tagliava i capelli e li metteva su una bilancia, quindi versava il corrispettivo in oro e argento ai custodi degli animali sacri. Secondo una ricerca giapponese, i capelli lunghi sarebbero tipici delle economie in crescita mentre i tagli corti diventerebbero i più richiesti nelle fasi di recessione. A un certo punto diventò di moda regalare ciocche di capelli come pegno d’amore. Si dice che il Duca di Brabante, Guglielmo IV, ne conservasse oltre 300. Si racconta che James Dean tagliò una ciocca di capelli alla madre e per anni la tenne sotto il cuscino. L’igrometro, inventato nel Settecento: una piccola treccia di capelli inserita in una fialetta di vetro. Questi capelli, quando il clima era secco, cedevano all’atmosfera parte dell’acqua che contenevano facendo spostare una lancetta che misurava l’escursione termica; quando il clima era umido viceversa accadeva il processo inverso e la lancetta si muoveva in direzione opposta. Il 60 per cento delle donne che si tinge i capelli, lo fa a casa. Di queste, il 26% sceglie di farsi bionda, il 27% bruna, il 30% rossa. Gli antichi Greci ritenevano che le donne rosse si trasformassero in vampiri dopo la morte. Gli antichi romani disposti a pagare prezzi più alti per gli schiavi dai capelli fulvi. Nel Medioevo si pensava che i bambini con i capelli rossi fossero stati concepiti da una donna mestruata. Il proverbio russo: «Non c’è mai stato un santo con i capelli rossi». I capelli rossi sono i più rari al mondo: solo il 2% della popolazione (si trovano quasi tutti in Scozia, seguita dall’Irlanda, dove uno su dieci ha chiome rosse). Alla fine degli anni Novanta i genetisti ne scoprirono l’origine: una variante di Mc1R, il gene di una proteina che regola la risposta ai raggi ultravioletti. Il risultato è un’alta concentrazione del pigmento feomelanina che colora i capelli. Le donne britanniche sono insoddisfatte dei loro capelli per 6.689 giorni, pari a 18 anni della loro vita, e se ne lamentano in famiglia almeno due volte a settimana. I capelli sporchi aiutano l’ambiente. Due ricercatori statunitensi hanno confrontato otto tipi di capelli sporchi con altrettanti appena lavati. Hanno visto che i primi assorbono una quantità di ozono sette volte superiore. Julia Roberts non lava i capelli per settimane intere. «Il trucco per far mantenere intatte le mie belle acconciature che mi fa il parrucchiare è non lavare i capelli, anche per dieci giorni». La cosa cui teneva di più Vasco Rossi da ragazzo erano i capelli lunghi. Quando cominciò a perderli chiese consiglio al barbiere che gli disse di lavarli il meno possibile: «Così per anni ho avuto l’immagine di uno sempre un po’ sporco». Hair Part Theory, cioè la teoria della scriminatura dei capelli. Chi ha la riga a sinistra tende a mettere in rilievo le funzioni dello stesso emisfero cerebrale: memoria, logica, linguaggio. Chi se la fa a destra, mette invece in mostra qualità più artistiche e irregolari, percezione visiva e musicale. Per gli elaboratori della Hair Part Theory, i grandi presidenti si pettinavano tutti con la riga a sinistra: Theodore Wilson, i due Roosevelt, Harry Truman, Dwight Eisenhower, John F. Kennedy. Chi è senza scriminatura (come Bill Clinton e Barack Obama) dovrebbe mostrare una personalità ben bilanciata. Appena il 10% degli americani ha la riga a a destra. Presidenti americani con la scriminatura a destra: James Buchanan, Warren G. Harding, John Tyler, Andrew Johnson e Chester Arthur, Ronald Reagan, Jimmy Carter e Abraham Lincoln (che però appena eletto ebbe l’accortezza di spostarla a sinistra). I capelli secondo Nietzsche: «Una leggera trama cui agganciare i propri pensieri spirituali, quasi un filtro di separazione del materiale e dell’istintivo da quello che è spirito e anima».