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 2015  maggio 31 Domenica calendario

COME RUBARE SEGRETI AI PROPRI AMICI E

ALLEATI –
Ho letto la sua risposta sulle intercettazioni.
Se i servizi ascoltano tutti, amici o nemici, che cosa accade nelle grandi conferenze internazionali? Per le diverse organizzazioni spionistiche un vertice dovrebbe essere una ghiotta occasione.
Carla Torri

Milano

Cara Signora,
Posso immaginare ciò che accade nelle grandi riunioni internazionali, ma non ho notizie certe e documentabili. Grazie a un libro apparso recentemente ( Il Congresso di Vienna di Vincenzo Criscuolo, edito dal Mulino) posso dirle invece che cosa accadde nel 1814 quando la capitale austriaca divenne sede dei negoziati che avrebbero disegnato la nuova carta politica dell’Europa dopo la fine delle guerre napoleoniche.
I padroni di casa — l’imperatore e il suo governo — furono straordinariamente generosi. Francesco I alloggiò i sovrani, con il loro seguito, nel palazzo imperiale. Le delegazioni degli Stati poterono usare le migliori residenze nobiliari della città per consentire agli ospiti di spostarsi rapidamente a Vienna e nei dintorni furono acquistati 1200 cavalli e approntate 300 carrozze. Per rifocillarli furono imbandite numerose tavole per 40 coperti, continuamente a loro disposizione. Per servirli furono assunti 1.500 domestici. Peccato che quei domestici, insieme a uno stuolo di poliziotti e «infiltrati», fossero tutti al servizio del barone Franz von Hager, direttore di un ufficio chiamato «Oberste Polizei und Censur Hofstelle» (Ente supremo di corte per la polizia e la censura). In questo esercito di spie vi erano agenti di rango, molto esperti e abili. Ma vi era anche una manovalanza incaricata di «rovistare cestini e camini».
Tutta la corrispondenza che passava per il servizio postale veniva intercettata, aperta, tradotta e copiata. Ogni delegato aveva un’ombra che lo seguiva e prendeva nota di ogni suo incontro. Particolarmente utili, secondo Criscuolo, furono «diversi volontari, talora esponenti delle più importanti famiglie, incaricati di intrufolarsi nel ricevimenti ufficiali o nelle feste e negli appuntamenti mondani per carpire informazioni o per ascoltare conversazioni riservate o anche solo per raccogliere opinioni e confidenze». L’imperatore sapeva che tutti i suoi ospiti erano oggetto di queste attenzioni. Criscuolo racconta che «ogni mattina Hager presentava un resoconto completo delle informazioni raccolte a Francesco I».
Sembra che la delegazione meglio capace di difendere i propri segreti sia stata quella della Gran Bretagna. I delegati avevano ricevuto l’ordine di utilizzare per la corrispondenza soltanto corrieri sicuri, di bruciare le minute dei loro documenti e di tenere sotto chiave gli originali. La patria dei servizi d’ intelligence sapeva come difendersi da quelli degli altri.