Massimo Gaggi, Corriere della Sera 31/5/2015, 31 maggio 2015
SE I COLLETTI BLU SONO IL NUOVO «SESSO DEBOLE»
Il 93 per cento dei leader di governo e il 95% dei capi di grandi aziende sono uomini. Come anche il 91% dei banchieri centrali. E maschi sono anche quasi tutti i miliardari (in dollari) del mondo (97%). Ce n’è abbastanza per alimentare il risentimento delle donne in carriera, non c’è dubbio. Ma allora perché l’Economist dedica l’ultima copertina alla crisi dell’uomo descritto come il vero sesso debole, «senza lavoro, senza famiglia e senza prospettive»? Beh, a guardare bene esistono anche altri dati assai meno confortanti per gli uomini: negli Usa il 93% dei detenuti, il 66% dei suicidi e il 79% delle vittime di omicidi sono maschi. Che, come sappiamo, hanno anche altri problemi: come un rendimento scolastico inferiore alle donne che li sopravanzano anche nel conseguimento delle lauree.
In genere ci si sofferma su un sistema retributivo che, a parità di mansioni, premia ancora l’uomo, ma le cose stanno cambiando in fretta e i primi segnali sono arrivati già con la recessione del 2008 quando emerse che le donne, proprio perché più flessibili sugli orari e più competitive i termini salariali, venivano riassunte più facilmente dalle aziende che durante la crisi avevano licenziato. Eliminando soprattutto i maschi a tempo pieno più rigidi e costosi. Lo aveva già scoperto tre anni fa Hanna Rosin in un libro dal titolo definitivo: La fine dell’uomo. Finito magari no, ma è un fatto che in 20 delle 30 professioni che cresceranno in futuro, secondo Us News & World Report (soprattutto medicina e insegnamento) le donne fanno la parte del leone. Non saranno moltissime tra gli ingegneri, ma in testa alla lista dei mestieri che non conoscono crisi ci sono soprattutto infermiere, fisioterapisti e igienisti.