Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 30 Sabato calendario

UNA SIGARETTA SU DIECI È ILLEGALE. CONTRO IL FUMO LA GIORNATA MONDIALE SENZA TABACCO

Una sigaretta su dieci, fumata nel mondo, è illegale. Gruppi criminali, con la complicità delle industrie del fumo, traggono profitti dal commercio illecito dei derivati del tabacco a discapito della salute delle persone (perché i bassi prezzi praticati attirano i più giovani e i più poveri, soprattutto nei Paesi emergenti, vanificando le politiche che puntano ad aumentare la spesa per i consumatori) e dell’economia (il mancato pagamento di tasse e di dazi doganali costa all’Unione Europea e ai suoi Stati membri circa dieci miliardi di euro all’anno). Ecco perché quest’anno la Giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha come slogan «Stop al commercio illegale dei prodotti del tabacco»: la campagna ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, i governanti e l’accademia su questo tema e ricordare i danni del fumo per la salute. All’appello dell’Oms fanno eco gli oncologi, riuniti a Chicago per il congresso annuale dell’Asco, l’American Society of Clinical Oncology, che ricordano come il fumo sia coinvolto nella genesi di dodici diversi tipi di cancro e rappresenti la prima causa di morte evitabile: ogni anno, nel mondo, uccide cinque milioni di persone non soltanto per tumori, ma anche per malattie cardiovascolari e respiratorie a esso legate. Fra i tumori è quello al polmone che ha la più stretta correlazione con la sigaretta e, per alcuni tipi particolari, la prognosi è spesso infausta. Oggi, però, siamo di fronte a un punto di svolta nelle cure anticancro, anzi, a un vero e proprio ribaltamento di prospettiva che si chiama immunoterapia: non si cerca più di distruggere le cellule del tumore, ma di aiutare il sistema immunitario dell’organismo a difendersi dalla loro invasione, sia con i farmaci che con i vaccini. E proprio grazie a queste terapie innovative (il capostipite dei nuovi immunoterapici è l’ipilimumab seguito dal nivolumab entrambi grandi protagonisti, con il pertuzumab, a Chicago) alcuni pazienti, con uno specifico tumore al polmone fumo-dipendente (chiamato «non a piccole cellule» e già in metastasi) possono contare su una più lunga sopravvivenza rispetto al passato. È curioso — e triste — constatare come la ricerca oncologica stia cercando soluzioni, molto costose, per intervenire laddove le politiche di prevenzione, come la lotta al tabagismo hanno fallito (anche se, va detto, non tutti i tumori al polmone sono legati al fumo).