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 2015  maggio 31 Domenica calendario

IL «DIZIONARIO» DI GENTILE DOPO 90 ANNI DIVENTA REALTÀ

L’idea era già nella mente di Giovanni Gentile, quando l’Enciclopedia italiana stava per nascere. Un Dizionario della musica che raccontasse e celebrasse la storia di una parte importante della tradizione culturale italiana: un’opera che egli vedeva come immediatamente consecutiva al lavoro imponente dell’Enciclopedia, di cui il filosofo fu il grande organizzatore come direttore scientifico. E può suonare singolare che proprio lui avesse già concepito, allora, nel 1925, anno di fondazione dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Giovanni Treccani, un volume dedicato alla musica. Per almeno due motivi. Il primo è che nella scuola italiana l’insegnamento musicale ha sempre avuto uno spazio marginale, o comunque non determinante, e molti hanno imputato proprio a Gentile e alla sua prima, storica riforma della scuola la colpa di questa «dimenticanza». Il secondo è che, nei decenni successivi, dopo la morte di Gentile e la fine della Seconda guerra mondiale, l’Istituto della Treccani ha portato avanti numerose iniziative, ma nessuna pubblicazione sulla musica, riconducibile a quella idea originaria.
«In effetti, negli anni nessuno ha tentato di realizzarla. Forse è arrivato il momento di rifletterci e capire se possiamo percorrere la strada di una serie di opere dedicate alla musica, come pensava Gentile» dice Massimo Bray, direttore generale della Treccani. In concomitanza, e non è un caso, con i novant’anni dell’Istituto: «L’occasione ci ha permesso di promuovere una serie di ricerche, anche fra le carte che documentano la progettazione della grande Enciclopedia» spiega Bray. Ed è tornato a galla anche questo progetto di Gentile, non proprio dimenticato o perduto però, diciamo, molto «rimandato», di cui oggi la Treccani vuole recuperare e portare a termine non solo l’idea, ma anche lo spirito da cui è nato, cioè «lo sforzo di creare un’opera che insistesse sul tema dell’identità nazionale». «In un mondo così globalizzato ci sembra fondamentale l’attenzione alle radici della nostra storia, della nostra identità, della nostra cultura e delle nostre tradizioni». Ed è per questo che il volume, dopo novant’anni, è (quasi) in cantiere: «Nel consiglio scientifico in programma a luglio affronteremo l’opportunità di realizzare un volume dedicato alla musica - dice Bray - e spero che venga approvato». L’idea è che entri a fare parte della collana «Il contributo italiano alla storia del pensiero», che oggi conta sei volumi (dedicati a Filosofia, Economia, Diritto, Scienze, Storia e Politica, Tecnica), quindi quello sulla musica sarebbe il settimo.
Agli albori della Treccani, Gentile ha già concepito «una serie di opere, a partire dalla Grande Enciclopedia, e nel corso degli anni le abbiamo realizzate: l’Atlante geografico, l’Enciclopedia giuridica, l’Enciclopedia dei ragazzi, La Piccola Treccani, il Grande vocabolario della lingua italiana: l’idea di fondo è quella di un grande “catalogo”, che fissi i principî dell’identità culturale del nostro Paese» racconta Bray. Il piano è chiaro, come si vede dall’Atto costitutivo del 18 febbraio del 1925, quello con cui Giovanni Treccani pone le fondamenta dell’Istituto e che, si legge nell’articolo settimo, «dopo il compimento della pubblicazione, proseguirà nella sua opera intesa a favorire la cultura italiana, con la pubblicazione di nuove edizioni dell’Enciclopedia e di speciali dizionari e minori enciclopedie, che potranno dalla prima essere desunte con opportune integrazioni: come un Dizionario biografico degli Italiani, un Dizionario musicale ecc.». Le parole sono del «senatore Giovanni Treccani» (e sono riportate nel volume L’Enciclopedia Italiana Treccani. Idea, esecuzione, compimento, Bestetti, 1939), ma la mente che le ha formulate è quella del direttore scientifico, cioè Gentile.
Il quale anni dopo, spiega Bray, tornerà a ribadire la sua intenzione: «Nel verbale del Comitato direttivo del 10 luglio 1934, Gentile dice: “Si potrebbe pensare anche a Dizionari di musica, di letteratura, di arti e artisti, di industria (storia e tecnica)”». Del resto, già le voci dell’Enciclopedia dedicate alla musica erano particolarmente accurate: «Il numero è notevole, soltanto per la lettera “A” Ildebrando Pizzetti scrive 51 biografie di musicisti. Colpisce l’attenzione all’impianto storico, si pensi alla voce di Vincenzo Bellini, che consente non solo di scoprire l’importanza dell’autore e delle sue opere ma anche, contemporaneamente, la storia dei nostri grandi teatri lirici». E poi «non ci sono solo i grandi autori, ma numerose voci dedicate a quelli minori e ai caratteri, come musica sacra, musica violinistica, quartetti, poema sinfonico...».
Se la memoria e l’identità italiane sono fatte anche della nostra musica («si pensi per esempio al valore del canto»), è logico che un’opera del genere si rivolga non solo ai ricercatori, ma anche alle famiglie e agli studenti: «Nell’educazione dei cittadini di questo Paese sono convinto che dobbiamo insistere per fare tutelare e conoscere la nostra musica: discutiamo tanto della nuova scuola. Ecco, io credo che debba essere un insegnamento essenziale, quanto imparare l’inglese e usare il computer». Se il consiglio, a luglio, approverà la realizzazione del volume, si procederà a individuare il direttore scientifico, gli autori, il lemmario della nuova opera: «Questo primo volume - immagina Bray - suppongo comincerà dagli esordi nel Medioevo, con il sistema gregoriano, con una sottolineatura del Quattrocento con la cappella musicale fino al primo madrigale, per arrivare a Palestrina, Monteverdi, il Settecento con Corelli, Pergolesi, Scarlatti, Metastasio. E poi Händel e Mozart che viaggiano in Italia, l’Ottocento con Paganini, il Novecento di Pizzetti, Respighi, Dallapiccola, Petrassi. E dovremo affacciarci al Ventunesimo secolo, per mostrare la nostra tradizione e l’importanza della musica nel creare l’identità e l’unità nazionali, anche in forme non istituzionali, come le bande».
Insomma un’opera «in stile Treccani, che unisca rigore filologico e capacità di divulgare. La scelta di iniziare con un volume in questa collana è anche per capire come verrà accolto. E da lì, speriamo, si potrà proseguire». E portare avanti, novanta anni dopo (e oltre), lo spirito di Gentile, che Bray oggi vede come «un grande organizzatore culturale», che fin dall’inizio ha un progetto chiaro: «Per lui la Treccani è un istituto culturale, non solo un editore: e deve realizzare una sintesi dei saperi, con la capacità, insieme, di tenere viva la tradizione culturale di questo Paese».
Eleonora Barbieri