to. ro., il Fatto Quotidiano 31/5/2015, 31 maggio 2015
B. IN UMBRIA S’AFFIDA AL CANDIDATO “BRUTTINO”
Con quella faccia un po’ così, Claudio Ricci, il governatore non lo poteva proprio fare. L’aveva deciso il Cavaliere in persona, all’epoca ancora in splendida forma. Era gennaio 2010 e Silvio Berlusconi, a cena con Bondi, La Russa e Verdini, aveva indugiato sulla fotografia del Ricci. Si trattava di scegliere a chi affidare i destini del Pdl in terra umbra. L’ex premier squadrò per bene la foto e pronunciò – vuole la leggenda – una sentenza devastante: “Ma dove andiamo con questo qui, con quelle orecchie a sventola?”. Gli preferirono l’avvocatessa Fiammetta Modena, che perse.
Cinque anni dopo, una Forza Italia sulla via della dissoluzione è dovuta tornare sui suoi passi e si è affidata proprio a lui. A Claudio Ricci, ingegnere cinquantenne, super cattolico, scapolo, sindaco di Assisi dal 2006 (dopo una lunga e laboriosa gavetta politica: prima assessore e poi vicesindaco). E dire che in quasi 10 anni di governo della città, Ricci non ha fatto parlare di sé per questioni memorabili, né tanto meno lusinghiere.
Da buon cristiano, appena insediato nella città di San Francesco, se la prese con i mendicanti. Una delle primissime ordinanze aveva l’obiettivo di “salvaguardare i luoghi di culto e la decenza”. Come? Impedendo di chiedere l’elemosina vicino alle chiese: “Si fa divieto di mendicare nei luoghi pubblici situati a meno di 500 metri da luoghi di culto, monumenti, piazze ed edifici pubblici.” Praticamente impossibile essere indigenti ad Assisi.
Meglio poi assumere una postura consona, perché nella stessa ordinanza si stabiliva il divieto di “sdraiarsi o sedersi a terra, in prossimità dei luoghi di culto, edifici pubblici, sotto i portici, sulle soglie e sui lati degli ingressi nonché lungo i muri perimetrali di detti edifici”.
Poi ci fu il problema delle quote rosa. In spregio a qualsiasi rivendicazione di genere (e alle regole dello statuto cittadino), Ricci riuscì a varare una giunta composta da soli uomini. Cinque su cinque. Seguirono i ricorsi al Tar: due sentenze (una vinta dallo stesso Ricci) e ancora nulla di fatto. Infine fu decisivo il Consiglio di Stato: alla fine il sindaco è stato costretto a inserire ben due figure femminili nella sua giunta (anche se diversi assisani ironizzano che fosse meglio prima).
La scorsa estate, il super cattolico Ricci ha messo in curriculum un’altra decisione piuttosto controversa. Sotto la sua regia il consiglio comunale di Assisi ha approvato una mozione dal titolo “A tutela della famiglia naturale: Padre è maschio, Madre è femmina”.
Un testo evidentemente non ispirato ai più avanzati principi di rispetto delle minoranze sessuali. “Nella nostra regione Umbria – si legge – si sono moltiplicati i preoccupanti abusi educativi nei confronti dei minori che vengono orientati e introdotti a contenuti omosessualisti già in tenerissima età utilizzando la scusa della lotta alle presunte discriminazioni”. E così via.
Oggi Ricci sfida la presidente uscente Catiuscia Marini del Partito democratico. Nella rossa Umbria, la scorsa estate Forza Italia ha piazzato il colpaccio a Perugia, dopo 70 anni di amministrazioni di sinistra. Il sindaco che “non ama” mendicanti e omosessuali sogna un altro miracolo. Molto difficile, per i sondaggi, ma non impossibile.
to. ro., il Fatto Quotidiano 31/5/2015