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 2015  maggio 31 Domenica calendario

GILBERTO GIL E CAETANO VELOSO “SUONIAMO PER VOI LA NOSTRA AMICIZIA”

Gilberto Gil «La prima volta che incontrai Caetano? Ci presentò un amico comune in una via alla moda di Salvador. Ancora oggi ho in mente la sensazione di freschezza e di novità che provai qual giorno. Eravamo entrambi interessati al movimento della “bossa nova” e immediatamente ci mettemmo a parlare di quello. Pochi giorni dopo ci incontrammo di nuovo, ma questa volta con le chitarre e i dischi, per discutere della nuova cultura degli Anni Sessanta. Momenti memorabili».
Caetano Veloso «Posso rivelare ora che Gil l’avevo già visto. In tv: cantava in uno show serale dell’emittente locale, come me era studente ma già faceva il musicista: mi faceva impazzire, era capace di suonare quegli accordi sofisticati che aveva inventato João Gilberto. Se appariva in tv mia madre mi chiamava: “Caetano, vieni a vedere quel ragazzo nero che ti piace tanto”. Quando Roberto Santana ci ha presentati, mi sembrò sinceramente colpito dai timidi complimenti che gli ho fatto».
Gil «Insieme, fondammo il movimento tropicalista e insieme affrontammo l’esilio. Come andò? Semplice: considerate le condizioni straordinarie in cui si svolgeva la vita politica del Brasile, alcuni nostri modelli di comportamento furono considerati sgraditi dal regime militare. Reagirono con la durezza e l’intolleranza tipica del loro credo politico e ci misero in galera. E poi ci esiliarono».
Veloso «Gli artisti a volte fanno affermazioni politiche senza volerlo. O forse lo fanno sempre, solo che non sempre si vede. Quella volta si vide».
Gil «Il Tropicalismo nacque anche a causa della musica creata dalle nuove generazioni di Stati Uniti e Gran Bretagna, che ci piacevano molto. Gran parte del nostro lavoro si fondava sulla nuova cultura del rock. A quel punto, scegliere di andare a Londra fu naturale».
Veloso «Fu il nostro manager di allora, Guilherme Araújo, a consigliarci Londra. La polizia militare federale brasiliana ci mise letteralmente sull’aereo per Lisbona, dove rimanemmo un paio di settimane per poi spostarci a Parigi. In Portogallo il dittatore era Marcelo Caetano, che era stato messo lì da Antonio Salazar, per cui non c’era una gran differenza con il Brasile. E a Parigi... Be’, era il 1969, arrivammo un anno dopo gli eventi del maggio ’68: la polizia ti chiedeva il passaporto a ogni angolo. Poi i brasiliani che stavano lì appartenevano alla sinistra più tradizionale, che si era opposta al Tropicalismo. Infine, il nostro manager ci disse che a Londra avremmo potuto vedere da vicino la cultura popolare che più amavamo in quel momento: i Beatles, gli Stones, Hendrix... Aveva ragione».
Gil «Non vedo il mio impegno politico diretto come ministro della Cultura come una rivincita sull’esilio. Gli artisti sono cittadini come gli altri, assumere una responsabilità pubblica mi è sembrato naturale, anche se un po’ insolito. Sono felice di averlo fatto, con idee e azioni nuove ho cercato di sviluppare la vita culturale democratica».
Veloso «Mi sento lontano da ogni attività politica ufficiale. Quando Gil è stato chiamato da Lula a far parte del governo ho pensato che non avrebbe dovuto accettare. Ma ora credo che abbia fatto bene. Come ministro ha portato nuovi temi sulla scena culturale brasiliana, creando “pontos de cultura” che hanno cercato luoghi creativi da sostenere in tutto il Paese, nelle metropoli, nelle foreste e nelle campagne. Ha dato attenzione allo sviluppo di Internet e ha dato inizio alla discussione sul diritto d’autore in Rete».
Gil «Nel 1993 ci sembrò naturale celebrare il 25esimo anniversario di Tropicalia e organizzare un tour. Nel 2015 abbiamo ricevuto l’invito di alcuni promoter europei: il fatto che le nostre carriere, sommate, ammontino a un secolo ci è sembrato un motivo sufficiente per accettare».
Veloso «Non so perché abbiamo accettato, in realtà. È vero che il mio primo disco (un 45 giri) risale al 1965 e che in quell’anno mia sorella Maria Bethânia ha registrato la prima canzone che ho scritto. Credo che nel ’65 sia anche uscito il primo disco di Gil a distribuzione nazionale e che proprio allora abbia cominciato ad andare in tv. I concerti dopo l’album Tropicalia 2, che mi è caro, furono organizzati perché era il 25esimo anniversario del Tropicalismo. Questo tour deve assomigliare un po’ a quello, ma so che alla fine sarà molto diverso».
Gil «Il segreto della nostra amicizia forse sono le numerose differenze che ci sono tra noi. Ma la durata dell’amicizia è dovuta alle molte somiglianze e ai gusti che abbiamo in comune».
Veloso «Non so perché siamo così legati. So solo che nelle due occasioni in cui avrei voluto smettere con la musica, Gil ha detto: “Se lo fai, smetto anch’io”. E Gil per me è l’essenza stessa della musica, ho dovuto obbedirgli. Ora, per esempio, dice che dobbiamo scrivere qualcosa per il tour. Forse proprio sul tour. Chi sa? Quando staremo molto tempo insieme, qualcosa ci verrà in mente. Questo è sicuro».
testo raccolto da Piero Negri, La Stampa 31/5/2015