Massimo Coppero e Massimo Numa, La Stampa 30/5/2015, 30 maggio 2015
OMICIDIO CESTE, IL MARITO SCEGLIE IL RITO ABBREVIATO
Michele Buoninconti ha scelto il rito abbreviato invece di affrontare il processo davanti alla Corte d’Assise. Lo ha fatto dopo una tormentata pausa di riflessione, a poche ore dalla scadenza dei termini. Giudice del processo (un solo magistrato togato), e data saranno individuati lunedì con una tabella precostituita dal tribunale di Asti.
Primo dato: Michele potrà contare, se condannato, sullo sconto di un terzo della pena. Secondo:gli indizi raccolti dal pm Laura Deodato e dai carabinieri di Asti sono definitivamente cristallizzati nel fascicolo e quindi già “prove”. Morena Deidda, la donna che si batte su facebook per far condannare il marito di Elena Ceste, trovata morta in un canale di Isola d’Asti il 18 ottobre scorso, ha organizzato un presidio a Roma per protestare contro la procedura “salva-ergastolo”, anche, se stando ad alcune sentenze della Cassazione, il giudice potrebbe comunque disporre il carcere a vita.
La decisione
Ancora nei giorni scorsi il vigile del fuoco (trasferito da mercoledì da Asti in una sezione del carcere di Verbania riservata agli appartenenti alle forze dell’ordine, sembrava voler affrontare i giudici togati e popolari per proclamare la sua innocenza. Ma le argomentazioni dei suoi avvocati di fiducia, Chiara Girola e Massimo Tortoroglio gli hanno fatto cambiare idea. «La scelta del rito abbreviato non è una confessione. Anzi: Michele vuole essere dichiarato non colpevole. Sarebbe riduttivo e fuorviante pensare che l’abbia deciso per ottenere uno sconto di pena. Questa scelta è stata fatta soprattutto per avere un processo a porte chiuse, evitando un dibattimento pubblico che avrebbe creato ulteriori problemi ai figli della coppia», dicono Tortoroglio e Girola.
Sereni gli avvocati di parte civile Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia: «Lo scrupoloso lavoro svolto dagli inquirenti ha evidenziato una serie di elementi di prova che hanno già costituito la base dei vari passi giudiziari avvenuti dopo l’arresto di Buoninconti. Non entriamo nel merito dei riflessi psicologici che possano averlo indotto a rinunciare all’Assise, ma la prospettiva di una riduzione della pena eventuale avrà avuto il suo peso. Le prove e gli indizi hanno una fondata consistenza, e lo si vedrà in giudizio».
Le prove
I legali si riferiscono in particolare all’analisi del traffico telefonico della mattina del 23 gennaio 2014, alle tracce del fango del Rio Mersa sui vestiti della moglie, trovati davanti al cancello della casa di Costigliole e alle contraddizioni in cui l’uomo è incorso. Per il pm Deodato, abbreviato o immediato, contano solo i risultati dell’inchiesta.
“Radio carcere” descrive il marito di Elena Ceste in preda, sino a poche ore fa, a una angosciante indecisione. Neppure i suoi avvocati potevano prendersi la responsabilità di indicargli una strada per cercare di salvarsi da una pena, viste le accuse - omicidio volontario aggravato e premeditato, occultamento di cadavere - in teoria da ergastolo. Meglio combattere contro un quadro che la difesa definisce, comunque, solo indiziario.
Massimo Coppero e Massimo Numa, La Stampa 30/5/2015