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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

SCHERZI

«Lo scherzo più bello forse l’ho fatto a Salvatore Asmini, ex direttore sportivo della Samp: con un passepartout gli sono entrato nella camera d’albergo, mi sono nascosto nell’armadio e con un telecomando universale gli cambiavo i canali della tv. E’ uscito in mutande in corridoio, si cag... addosso dalla paura» (Antonio Cassano).

POSSIBILE «La più forte squadra al mondo, con il più forte giocatore al mondo, può essere battuta. Si chiama sport. Come? Restando fedeli alla propria identità. Juve vuol dire Italia, cioè un calcio comunque difensivo. Non è un disonore. Non conta tenere sempre la palla, come invece per il Barcellona, ma segnare un gol più dell’avversario. Possibile» (Lilian Thuram).

PULLMAN «Ora non serve fare gli schizzinosi: si dovrà difendere con tanti uomini dietro la linea della palla anche a costo di mettere un pullman davanti alla porta come Mou e Di Matteo» (Gianluca Vialli e la finale di Champions).

ERRORI «Il rapporto tra noi è molto cambiato, non facciamo più certi errori. Alla fine però va detto che la nostra vera rivalità va riferita solo al 2009, perché nel 2010 Valentino si fece male proprio qui al Mugello. Siamo maturati e le posizioni nel team si sono assestate. C’è rispetto, ed è un ottimo periodo per noi» (Jorge Lorenzo e il suo rapporto con Valentino Rossi).

PC «Perché mi piace il circuito del Mugello? Perché è uno di quelli old style, come Assen Perché non è disegnato al... pc. Il tracciato segue le colline, l’asfalto è appoggiato sopra» (Valentino Rossi).

DIETA «Cosa darei per lo scudetto bis? Sto già dando: sudore, e tanto, in palestra e una dieta ferrea» (Alessandro Gentile).

CINQUE «Al meglio dei tre set Federer è ancora al vertice, sta giocando ancora a livello straordinario, ma al meglio dei cinque, cambia tanto, non so se potrà tenere quel ritmo fisicamente e mentalmente. Bisogna star lì due-tre ore a un livello molto alto, altrimenti non sei competitivo» (John McEnroe).

PAURA «Corro dove trovo una corsia… Tutto è diventato difficile. Non penso sia per la faccenda del doping, forse comincio a fare paura e qualche manager non mi vuole contro il suo pupillo. Per ora so che a giugno gareggerò in Francia, ma ho bisogno di gare di livello» (Asafa Powell, ex primatista mondiale dei 100).