Paolo Siepi, ItaliaOggi 29/5/2015, 29 maggio 2015
PERISCOPIO
Dal Pd, una legge per rendere i partiti più trasparenti. Col rischio che poi la gente si accorga che sono vuoti. Gianni Macheda.
Quando i vecchi virano a sinistra o c’è qualcosa che non va nei ricchi o c’è qualcosa che non va nella sinistra. Vittorio Feltri. Il Giornale.
Una volta attorno a Berlusconi c’erano gli Urbani e i Tremonti. Adesso c’è il cerchio magico. E poi ha divorziato dalla moglie, ha perso i soldi, la sinistra lo ha ucciso. E il bello è che ha fatto tutto da solo. Umberto Bossi, ex segretario della Lega. la Repubblica.
In preda a una crisi di follia, Ilona Staller esce di casa vestita. Amurri & Verde, News. Mondadori, 1984.
Dopo aver visto Berlusconi in tv da Fazio, ho pensato che Berlusconi è il leader politico che in Italia è stato a Palazzo Chigi più giorni di De Gasperi, Moro, Fanfani. Persino più di Andreotti. Se Berlusconi aveva queste grandi e belle idee, perché non le ha realizzate? Matteo Renzi. AdnKronos.
Nel 2000 D’Alema, instaurato a Palazzo Chigi, fu costretto a sloggiare. Fà, santo Francesco, che il miracolo si ripeta. Perché, se vinceremo in Veneto, in Campania, in Liguria e in Umbria, non saremo noi, ma i suoi amici del Pd, a mandare a casa Renzi. Silvio Berlusconi, discorso ad Assisi. Agenzie.
La Liguria è ancora ferma alla Prima repubblica, nel modo di ragionare, nelle pratiche. Ma senza più figure di riferimento e adeguate istruzioni per l’uso, è diventata una maionese impazzita. Claudio Scajola, già coordinatore di Forza Italia (Marco Imarisio). Corsera.
Il primo comico che si è messo in testa di fondare un partito si chiamava Coluche, era francese ma la cosa è durata appena un paio di mesi. Il nostro comico invece ha fondato un partito che ha preso un quarto dei voti ed è ancora lì a decidere le sorti dell’opposizione nel Paese, mentre ancora non si è capito se faccia davvero sul serio o non si tratti piuttosto di uno show. Curzio Maltese. ilvenerdì.
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Reggio Calabria non ha concesso che le statue dei Bronzi di Riace venissero esposte a Expo 2015. Il risultato è che i visitatori nel museo di Reggio sono diminuiti. E questo perché la gente viene all’Expo e non ha il tempo e la voglia di andare anche a Reggio Calabria, come, del resto, non va a Sondrio e non va a Urbino. Vittorio Sgarbi. Critico d’arte. la Repubblica.
Il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, ha reso il Comune da lui gestito a Irpef zero e non applica nessuna tassa soggiorno per i 6 milioni di visitatori l’anno. Virginia Piccolillo. Corsera.
Aveva ragione Giolitti (il presidente del Consiglio che perpetuava in chiave amministrativa la tradizione liberale della Destra storica sconfitta nel 1876 dal trasformismo «degli affaristi e dei bottegai») che non avrebbe voluto entrare nella Prima guerra mondiale, e hanno avuto torto tutti quelli che (come il direttore del Corriere di allora, Luigi Albertini, una specie di Scalfari nazionalista e tardo liberale) si erano impegnati a convincere il nostro governo a entrare in guerra. Fu davvero una «inutile strage» non solo perché ci costò 600 mila morti, spogliando la borghesia post risorgimentale della sua futura classe dirigente caduta nell’inutile guerra, ma soprattutto perché, in nome di una retorica patriottarda, aprì poi politicamente la strada al revanscismo fascista, preparando le condizioni per la partecipazione alla Seconda guerra mondiale, come non bastasse, dalla parte sbagliata, per una sorta di tardivo e irrazionale pentimento del tradimento perpetrato nei confronti dell’Austria e della Germania e il conseguente passaggio alla Triplice intesa. Piero Ostellino. Il Giornale.
Renzi è stato capace di individuare alcuni problemi chiave, sta cercando di rimuovere degli ostacoli. Cacciari ha detto che gli piacerebbe capire quali sono i poteri forti dietro a Renzi. Ma quali poteri forti! Tra le prime cento aziende europee, le italiane sono poche. Da noi c’è la pmi, piccola e micro impresa. Riccardo Illy, ex presidente della Regione Friuli (Alessandro Ferrucci). Il Fatto.
Ho la cortesia di scrivere libri brevi; credo che sia più gentile che imporre al pubblico libri di mille pagine. La vita non è tanto lunga, sarebbe presuntuoso mettere a disposizione della gente dei volumi così pesanti! Hans Magnus Enzenberger, saggista tedesco (Juan Cruz). la Repubblica.
Un sol teatro è bello come, e forse persino un etto di più, del San Carlo da Napoli: quello, piccolo, della Reggia di Caserta, ossia il più bel palazzo reale del mondo (molto bello è anche quello, molto più piccolo, di Portici). Venne costruito direttamente dal Vanvitelli, onde anche una sua primazia per essere l’unico teatro del sommo architetto. I colori sono bianco, oro e azzurro: un trionfo del Neoclassico. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio.
Nel caso degli artisti ideati da Sorrentino, in Youth, il problema è meno la vecchiaia che il sentirsi ancor giovani essendo vecchi. In sostanza sentirsi sempre prestanti ed esser visti come rimbambiti da persone che non hanno nulla, salvo il tempo davanti. Ogni decadenza propone questo confronto. La capacità di Sorrentino, classe 1970, è di cogliere l’ineluttabile senza diventare meccanico. I suoi personaggi principali non sono, fin dall’Uomo in più (Mostra di Venezia, 2001), prevedibili. Maurizio Cabona @barbadilloit.
Una cascina lungo il fiume Po. C’è nessuno? Si affaccia una vecchia, gentile. Mostra una Madonna sull’argine, messa in un anno lontano, quando la piena si fermò, per grazia ricevuta. Il Po come un fratello generoso, gonfio di forza, che talvolta erompe; poi, domato, torna a dare alla terra la sua vita. A un’ora da Milano, che stupore: un mondo antico vive, sapiente, lento. E scorre il tempo, senza far rumore. Marina Corradi. Avvenire.
A chi non piace, papa Francesco? È come la Coca-Cola. Come può non piacere? È formidabile. Un uomo di comunicazione nell’era della comunicazione. La rinuncia all’auto blu, la borsa che si porta da solo Sono segnali che valgono un’enciclica. Così come le parole sulla diversità: «Chi sono io per giudicare?». Quella è Storia. Jovanotti (Gian Antonio Stella). Sette.
Tante sere a un tavolo de «Il re degli amici» Carlo Levi e Linuccia Saba cenavano in compagnia di Guttuso e di sua moglie Mimise, una nobildonna lombarda, che dava l’impressione di sedere a tavola circondata dai suoi sudditi, tanto era altera e imponente. A vederli insieme veniva voglia di recitare alcuni versi di Saba dedicati alla moglie: «Tu sei come la rondine che parte / ma tu non hai questa arte». Ugo Pirro, Osteria dei pittori. Sellerio, 1994.
Ho un chiodo fisso. Ma non ho un martello. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 29/5/2015