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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

MATTONE AMARO PER BERLUSCONI

La tanto amata Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza. L’ex cinema Embassy di Roma. Altre proprietà sparse per l’Italia. E anche l’investimento finanziario nel fondo Scarlatti gestito da Generali. Sono queste le spine immobiliari per la famiglia Berlusconi che deve fare i conti con la crisi del mercato, le difficoltà di gestione di alcuni asset in portafoglio e il mancato sviluppo di quella che doveva essere la sede della mai decollata Università del pensiero liberale progettata da Silvio Berlusconi quando ancora era ai vertici della politica nazionale e Forza Italia non era alle prese con le spaccature interne e i buchi di bilancio, sanati dallo stesso ex Cav.
Così, la sub-holding Fininvest Gestione Servizi, che oltre a garantire supporto alla capogruppo di via Paleocapa ha in pancia parte del patrimonio immobiliare del patron di Mediaset, Mondadori e del Milan (a bilancio le proprietà sono iscritte a un valore superiore ai 79 milioni) ha chiuso il bilancio 2014 con una perdita di 8,22 milioni che si confronta con un utile di 6,69 milioni del 2013, legato però a una ricca plusvalenza da cessioni superiore ai 12 milioni. Il rosso dello scorso esercizio ha obbligato la finanziaria a utilizzare parte delle riserve (103,4 milioni) per chiudere il buco. E siccome il settore del real estate è ancora in sofferenza e non è detto che i Berlusconi riescano a vendere altri asset, il cda di Fininvest Gestione Servizi ipotizza «che la gestione 2015 evidenzierà un risultato negativo». A tale conclusione, si legge nelle ultime righe della relazione , «inducono le considerazioni svolte sull’andamento delle attività caratteristiche della società».
A pesare sui conti del 2014 come detto sono alcuni fattori. Il principale è legato alla «gestione del patrimonio immobiliare che ha determinato in misura rilevante la perdita d’esercizio». Ciò perché i ricavi da canoni di locazione (2,84 milioni, ndr) risultano largamente insufficienti a coprire i relativi oneri, costituiti da significativi costi di mantenimento e da rilevanti ammortamenti». Il macigno peggiore è rappresentato dalla prestigiosa, ma inutilizzata, Villa Gernetto. I conti della sub holding Fininvest «scontano lo sfitto del principale asset, il complesso immobiliare di Lesmo», si legge nei documenti della finanziaria, «tuttora improduttivo di ricavi, per il quale non si intravedono nel breve possibilità di adeguato impiego». Ma nonostante questo, anche lo scorso anno i Berlusconi hanno speso 868 mila euro per gli investimenti di manutenzione. L’ex premier non ci vive e non la sfrutta. Ma non ha mai neppure trovato un compratore.
Mentre è finito sul mercato da pochi mesi l’ex cinema Embassy di Roma, altra zavorra per i conti di Fininvest Gestione Servizi: la storica sala del quartiere Parioli è stata chiusa nel 2012 e da allora i Berlusconi non hanno trovato più né un nuovo affittuario né un acquirente. Ma anche la scelta di investire nel fondo Scarlatti delle Generali non ha dato frutti. Le quote comprate in passato sono state oggetto di rettifica di valore (2,59 milioni) che hanno pesato sul bilancio. Per cercare di movimentare i conti e dare slancio al business del mattone, la sub holding, su indicazione di Fininvest, ha acquistato di recente tre immobili a Roma (investimento di 3,5 milioni) da destinare però al trading e quindi rivendere immediatamente.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 29/5/2015