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 2015  maggio 27 Mercoledì calendario

LO YUAN VERSO IL PANIERE DEL FMI

L’internazionalizzazione dello yuan non è più un miraggio. Conclusa la sua missione in Cina, il vicedirettore del Fmi David Lipton ha confermato che lo yuan in autunno sarà inserito nel paniere del Fondo, composto dagli Sdr (Special drawing rights), insieme alle altre principali valute. «Non è una questione di se, ma di quando», ha detto.
Lipton ha riconosciuto i miglioramenti fatti dalla Cina per ristrutturare l’economia nazionale, sia sul fronte della riduzione dell’avanzo delle partite correnti sia su quello dell’accumulazione delle riserve in valuta estera. E ha spiegato tuttavia che c’è ancora strada da fare: Pechino dovrebbe fare rapidi progressi per rendere più flessibile il tasso di cambio e dovrebbe puntare ad avere un sistema pienamente libero in due o tre anni. Quanto detto da Lipton sul fronte valutario corrisponde invece a una nuova posizione del Fondo rispetto allo yuan, che per lungo tempo è stata considerata una divisa debole. Si tratta quindi di un epilogo ad anni di critiche da parte dell’istituto di Washington sulla gestione del tasso di cambio da parte del Paese. «Soprattutto con le clearing bank la Cina ha migliorato l’infrastruttura finanziaria che ha supportato la crescita del Rmb», afferma Carola Saldias, senior director financial institutions analytical team di Dagong Europe Credit Rating. «L’Italia», spiega l’analista, «è una forte candidata per una prossima clearing bank per l’attesa crescita dell’interscambio con la Cina. Il posizionamento delle clearing bank va di pari passo con le opportunità di business». Per migliorare l’infrastruttura finanziaria attorno al Rmb, il mese scorso le autorità cinesi hanno annunciato l’intenzione di introdurre un nuovo sistema internazionale di pagamenti, Cips, entro fine anno. «Cips», continua Saldias, «faciliterà le transazioni in Rmb, anche se ci vorrà tempo prima che sia stabile, efficiente e sicuro. Quel che è certo è che un sistema robusto sarà il prossimo passo per costruire la fiducia nei confronti del Rmb». Già, fiducia. Perché tra le due ragioni che secondo Dagong Europe frenano ancora l’internazionalizzazione della moneta cinese c’è proprio l’incertezza della politica di apprezzamento della valuta e la mancanza di trasparenza, sempre da parte di Pechino, sull’apertura e l’integrazione dei mercati finanziari cinesi. Sebbene il Rmb sia diventato una valuta di riserva, il suo uso è limitato e conta per meno del 3% degli scambi di riserva a livello globale. «L’inclusione della valuta nel Sdr migliorerà le cose soprattutto sul fronte della fiducia degli investitori», aggiungono gli esperti di Dagong Europe. Se invece si guarda all’utilizzo dello yuan come valuta commerciale, c’è stata una forte crescita che è andata di pari passo con quella del surplus commerciale cinese. A settembre 2014 lo yuan era la settima valuta più usata a livello globale (il leader continua a essere il dollaro con il 42.9%, mentre lo yuan è all’1,7%). Una comunicazione ancora più recente di Swift afferma invece che lo yuan è già nella top five delle valute, scalzando sia il dollaro canadese sia quello australiano.
Mariangela Pira, MilanoFinanza 27/5/2015