Franco Venturini, IoDonna 23/5/2015, 23 maggio 2015
CERCASI RAGAZZA PER FIGLIO GAY
Ahmed, lo chiameremo soltanto così, aveva quindici anni e viveva a Berlino con la sua famiglia di origine libanese quando fece outing a scuola: rivelò agli insegnanti quali erano i suoi gusti sessuali, e nessuno si meravigliò più di tanto. Ma quando lo venne a sapere la famiglia, la musica cambiò. Prima il padre e due zii picchiarono il ragazzo per “farlo rinsavire”, spiegarono che l’islam vietava l’omosessualità, minacciarono di non farlo più uscire di casa. Ma visto che Ahmed teneva duro, entrò in gioco anche la madre e attraverso una rete di contatti cominciò la caccia: serviva una ragazza, possibilmente bella, disposta a fidanzarsi con Ahmed e poi a sposarlo. La ricompensa finanziaria sarebbe stata all’altezza del compito: quello di fare di Ahmed un uomo “normale” e timorato di Allah. Fu individuata una giovane libanese che sembrò a tutti perfetta, a tutti meno che ad Ahmed. Ma a quel punto tornarono le maniere forti: il ragazzo, intontito da un sonnifero, fu infilato in macchina per raggiungere il Libano via terra. Un controllo alla frontiera bulgara mandò tutto all’aria, e questa volta Ahmed, tornato a Berlino, denunciò i genitori. La sentenza è stata mite, 1.500 euro di multa, ma Ahmed ha vinto e la ragazza libanese dovrà arrangiarsi senza il promesso sposo. Storia brutta e storia comune, dicono le statistiche: nel 2013 le autorità berlinesi hanno dovuto occuparsi di 460 matrimoni imposti dalle famiglie musulmane residenti nella capitale tedesca.