Elena Del Drago, La Stampa 23/5/2015, 23 maggio 2015
Due mostre per celebrare le Allegrezze Barocche Se nelle Notti Barocche sarà il presente artistico ad evocare lo splendore scenico del passato, con il programma chiamato Allegrezze Barocche si avrà la possibilità di comprendere da una prospettiva teorica ed espositiva la magnificenza estense
Due mostre per celebrare le Allegrezze Barocche Se nelle Notti Barocche sarà il presente artistico ad evocare lo splendore scenico del passato, con il programma chiamato Allegrezze Barocche si avrà la possibilità di comprendere da una prospettiva teorica ed espositiva la magnificenza estense. Racconta infatti Michela Borsari, ideatrice del programma: «Abbiamo cercato di far rivivere lo spirito di quel barocco che ha avuto certamente le sue magnificenze a Roma, ma a Modena una tappa fondamentale. E per riuscirci abbiamo guardato alla nostra storia dall’esterno, dalla Francia in particolare, perché è a Parigi che è emersa l’importanza di Modena». È attraverso il re Sole, infatti, che venne evidenziato lo straordinario livello raggiunto nell’elaborazione artistica sotto il ducato di Francesco I d’Este: Luigi XIV vorrà infatti con se l’architetto delle sue feste, Gaspare Vigarani, tanto grande erano la fama e lo splendore raggiunti dalle sue creazioni. Quando il giovane duca prese il potere a Modena, aveva appena 19 anni e una strabiliante ambizione, che esprimeva nell’acquisto di opere d’arte, oggi raccolte nella Galleria Estense, ma anche in una strategia di costante spettacolarizzazione della città attraverso, soprattutto, le installazioni effimere che teatralizzavano piazze e vie in ogni occasione. Due mostre documentano nello specifico le cosiddette «Allegrezze Barocche». La prima, presso la Biblioteca Estense, Macchine pirotecniche e apparati scenici, illustra nel dettaglio il lavoro dietro tutte quelle «macchine stupefacenti» chiamate a creare meraviglia nelle occasioni di festa: teatri, carri di gloria e di virtù, draghi e soprattutto giochi pirotecnici. Mentre presso l’Archivio Storico Comunale viene raccontato il «backstage» e dunque gli sforzi economici che il ducato e la collettività sostenevano per poter creare questa meraviglia sulla quale era fondata l’identità della città, ma anche la ricerca artigianale dei materiali, polvere d’oro, legno, o cartapesta, necessari per crearla. Danon perdere infine le lezioni magistrali di Marc Fumaroli e Irving Lavin, celebri studiosi del periodo barocco. [e.d.d.]