Paolo Griseri, la Repubblica 23/5/2015, 23 maggio 2015
NAZIONALE - 23
maggio 2015
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Economia
PartnerRe dice ancora no a Exor “Proposta inaccettabile, avanti con Axis”
PAOLO GRISERI
Il braccio di ferro comincia a creare malumori in qualche azionista. In una lettera aperta al presidente di PartnerRe, Jean-Paul Montupet, Thomas Sandell, titolare dell’omonimo fondo di investimento, chiede al board di tutelare gli interessi degli azionisti e di considerare «probabilmente una proposta superiore» quella di Exor rispetto a quella di Axis. La lettera con- tiene un passaggio molto duro quando afferma che è necessario che «il board ricordi che il suo primo e più importante dovere è quello di tutelare gli azionisti, i suoi veri proprietari».
La battaglia promette dunque di proseguire nell’assemblea di PartnerRe dove Exor sta cercando di riunire le truppe per portare dalla sua parte il maggior numero di fondi e prevalere al voto finale. Finora però il consiglio di amministrazione della società di Bermuda non ha ancora convocato l’assemblea dei soci e dunque anche sulla data è probabile che presto si scateni la battaglia. E’ abbastanza chiaro che dopo il nuovo rifiuto di ieri sarebbe difficile immaginare una soluzione concordata. Ma nella guerra delle riassicurazioni i colpi di scena potrebbero essere ancora molti. Gli Agnelli sembrano infatti molto determinati a espugnare un fortino che consentirebbe loro di avere nel portafoglio una partecipazione anticiclica rispetto ai mercati tradizionali, a partire da quello dell’auto.
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TORINO .
La battaglia delle Bermuda diventa durissima. Una nuova nota della PartnerRe, la società di riassicurazione che Exor intende rilevare, respinge seccamente l’ultima offerta degli Agnelli definendola «inaccettabile » e confermando di voler proseguire nell’annunciato percorso di fusione con un’altra società americana, la Axis: «Riteniamo di proseguire sul percorso di fusione con Axis e chiederemo ai soci di votare questa proposta», scrive PartnerRe nella nota. Non meno dura la risposta di Torino, arrivata poche ore dopo: «Exor prende atto che PartnerRe continua a non essere disposta a negoziare» e che la società americana «continua a dare una rappresentazione errata della nostra proposta». Dunque, conclude Exor «accogliamo con favore la proposta del board di PartnerRe di consentire finalmente ai suoi azionisti di votare sull’accordo con Axis».
Lo scontro è tutto giocato sulle mosse tecniche delle due parti. Dopo aver alzato la proposta iniziale di acquisto da 6,4 a 6,8 miliardi di dollari (equivalente a 137,5 dollari per azione), Exor ha chiesto alla società americana di riconoscere la superiorità della sua offerta rispetto a quella di Axis per cominciare la trattativa di acquisto. Una mossa che avrebbe potuto provocare l’immediata rottura dell’accordo tra PartnerRe e la stessa Axis per la fusione. In sostanza Torino chiedeva di poter negoziare su una serie di garanzie richiesta da PartnerRe partendo però dal presupposto che l’offerta in denaro degli italiani era fuori discussione. Tra le garanzie, quella di non abbandonare a metà la trattativa di fronte a eventi catastrofici che possano mettere in pericolo le casse della società di riassicurazione americana. Una garanzia tecnica che in questi casi in campo assicurativo si richiede spesso. «Siamo certamente pronti a fornire quella garanzia - fanno sapere a Torino - anche perché c’è già: siamo diventati il primo azionista di PartnerRe, acquistando il 9,9 per cento del capitale». Il vero nodo però continua ad essere quello del prezzo di acquisto che gli americani vorrebbero alzare ancora.