Roberto Giardina, ItaliaOggi 22/5/2015, 22 maggio 2015
NO ALLE SERENATE, SONO SESSISTE
Berlino
«Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro», canta Don Giovanni sotto la finestra dell’ennesima, probabile, anzi certa, ultima conquista. «Deh, vieni a consolar il pianto mio». Basta, tagliamo la serenata nel secondo atto dell’opera di Mozart. È una scena sessista che offende le donne. Almeno, lo sostengono all’università di Passau, cioè Passovia, in Baviera. Come la mettiamo con il balcone di Giulietta, e le decine di migliaia di turisti che lo vanno ad ammirare anno dopo anno a Verona? Romeo si arrampica fino alla stanza dell’amata, e finisce in tragedia. In nome del politically correct si salverebbero ben poche opere liriche dove di solito, se non sempre, le donne sono all’origine di tutto, e finiscono male. Dobbiamo ricordare Carmen, per giunta una zingarella, termine da bandire, o Turandot? Si sacrificano per i maschi o vengono ammazzate.
Ieri, a Passau, è finita una tradizione secolare. Durante la Sportfest, gli studenti non si limitavano a sfidarsi alla corsa o nel salto in alto, nel lancio del disco e del giavellotto. Si misuravano anche nella scalata alla Fensterln, la finestrella dell’amata. Prova complicata da ostacoli svariati. Chi era il più veloce, il più ardito nel giungere fino alla fanciulla desiderata? La Gleichstelungsbeauftragte, non vi spaventate per la lunghezza, significa l’incaricata per la parità dei generi, ha trovato che la tradizione fosse chiaramente sessista: la donna è equiparata a una preda da catturare, un po’ come il coniglio o la lepre di pezza dietro cui corrono i levrieri nei cinodromi.
Non ho mai assistito a una corsa di cani, e non mi è mai saltato in testa di arrampicarmi fino a una finestra. Trovo che basti una telefonata, se lei vuol guardare la tv o leggere un libro, perché rischiare l’osso del collo? E sono stonato. Dovrei ricorrere a una controfigura come Cyrano per una serenata. Trovo la gara insulsa, non per le ragioni dell’incaricata. Il vincitore sarà stato sempre il compagno di scuola maniaco della pertica e della fune. Non sempre i più belli o più intelligenti hanno i bicipiti adatti.
Ormai alle Olimpiadi hanno ammesso persino il beach volley, un gioco da spiaggia, ed escludono il mio rugby. Presto si conquisterà una medaglia d’oro con le bocce. Perché no? E ho letto che si vuole definire pratica sportiva anche la lap dance, i contorcimenti delle ragazze intorno a un palo nei locali di spogliarello.
La scalata alla finestrella di Passau, prevista in programma ieri, inoltre, non era una stramberia moderna ma una pratica antica. Il Ring Christlich-Demokratischer Studenten, l’associazione degli studenti cristianodemocratici, e la Ju Niederbayern, l’associazione studentesca della Bassa Baviera, martedì hanno protestato con sdegno: «La decisione dell’ateneo è una vergogna per la nostra patria, in nome della parità sessuale si trascina nella spazzatura la tradizione bavarese per uno stile di vita gioioso». Il professore di diritto Holm Putzke ha dichiarato alla Passauer Neue Presse che la serenata e annessa scalata «sono ben lontane dall’offendere le donne, allora proibiamo anche Giulietta e Romeo».
Il rettore, Burkhard Freitag, difende l’incaricata della parità dei generi: «Ha agito in modo giusto e competente». Ma sono intervenuti anche i politici. Il primo ministro, il cristianosociale Horst Seehofer, ammonisce: «Il motto della Baviera è: vivi e lascia vivere. Non bisogna immischiarsi sempre in tutto. E la ragazza dietro la finestra non è un oggetto. Può sempre aprire le persiane, oppure no». Le proteste hanno finito per spaventare le autorità universitarie. La portavoce dell’ateneo, Katrina Jordan, ha assicurato che «la gara non è stata abolita per sempre, ma dovrà essere praticata in una forma che garantisca la parità». Come? Anche le donne dovrebbero arrampicarsi fino alla finestra per sedurre i giovanotti. «Ma», ha aggiunto Katrina, «la gara dovrà svolgersi in forma privata e non sotto l’egida dell’università». Much Ado About Nothing, Viel Lärms um nichts, molto rumore per nulla? Shakespeare invitava nella sua commedia: «Sigh no more, ladies, non più sospiri belle dame, fra giochi e risa mutate l’intimo rovello in un ironico bel ritornello». Temo di aver sbagliato citazione. Sir William era un inguaribile macho.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 22/5/2015