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 2015  maggio 22 Venerdì calendario

MPS, AUMENTO A SCONTO DEL 39%

Il Monte dei Paschi fissa i paletti dell’aumento di capitale che permetterà al gruppo di allinearsi ai target della Bce e di rimborsare in anticipo i Monti Bond. Ieri, dopo l’ok di Bce e Consob, il consiglio di amministrazione della banca ha infatti stabilito prezzo e calendario dell’operazione che partirà lunedì 25 per chiudersi venerdì 12 giugno per quanto concerne l’esercizio dei diritti.
Le nuove azioni saranno emesse al prezzo di 1,17 euro, con uno sconto sul Terp del 38,9%, superiore a quello applicato nell’ultima ricapitalizzazione ma sostanzialmente in linea con le attese degli analisti. Dopo tutto, infatti, si tratta di una stima realistica se si pensa che oggi Mps capitalizza meno dell’importo che chiederà al mercato, cioè 2,6 miliardi di euro. Bisogna peraltro ricordare che, come già accaduto l’anno scorso, lunedì scorso è scattato il raggruppamento delle azioni nell’ordine di venti a una. In linea con le attese del mercato negli ultimi giorni il valore del titolo Mps si è gradualmente allineato con il presunto prezzo delle nuove azioni fino a portarsi ai 9,38 euro della chiusura di ieri. L’operazione ha insomma le caratteristiche dell’aumento con effetto diluitivo che Piazza Affari ha imparato a conoscere bene da qualche anno a questa parte. Per esperienza si sa che durante il periodo di offerta delle nuove azioni possono verificarsi anomalie di prezzo, consistenti in una forte sopravvalutazione del prezzo di mercato delle azioni rispetto al loro valore teorico.
Proprio per questo Consob monitora il rispetto delle misure in tema di vendite allo scoperto e di obbligo di consegna dei titoli in sede di liquidazione, sanzionando eventuali violazioni alle norme.
Ora che l’aumento è arrivato sui nastri di partenza sarà interessante capire come si muoveranno i grandi soci del Monte. L’unica certezza al momento è che Axa (storico azionista della banca senese al 3,17%) è intenzionata a sottoscrivere pro quota, come dichiarato mercoledì dall’amministratore delegato di Axa Italia, Fréderic de Courtois: «Confermo che sottoscriveremo pro-quota», ha spiegato ieri de Courtois. Nessun altro azionista ha battuto colpo, a partire dai pattisti che blindano il 9% della banca. Dopo numerose riunioni con gli advisor e un costante scambio di informazioni con la banca e gli enti nominanti, la Fondazione non ha ancora sciolto la riserva sulle proprie mosse. Anzi, per la verità non è neppure detto che lo faccia, visto che nessun obbligo formale lo impone. Le quattro strade prospettate dall’advisor Fonspa sono comunque queste: l’adesione integrale pro quota (per un esborso complessivo di 75 milioni), la sottoscrizione parziale con cessione di una parte dei diritti di opzione, il passo indietro con la vendita totale dei diritti e la dismissione della partecipazione prima dell’avvio dell’offerta. Se al momento le quattro strade restano aperte, non bisogna dimenticare che le mosse della Fondazione si intrecciano con quelle del patto in cui l’ente è affiancato da Btg Pactual e Fintech Advisory. In questo periodo infatti stanno scadendo le due clausole di lock up che vincolano Btg Pactual al patto: quella sull’intera partecipazione e quella sul 60% delle nuove azioni sottoscritte in aumento. Senza una solida alleanza alle spalle la Fondazione rischia di non avere più la massa critica per incidere sulle strategie della banca e di finire dunque marginalizzata nella compagine sociale. Una circostanza che renderebbe davvero poco allettante l’adesione all’aumento di capitale.
Fuori dal patto ci sono poi azionisti che potrebbero assumere un ruolo determinante nei futuri assetti proprietari del Monte. Ad esempio Alessandro Falciai, l’imprenditore ex Dmt che dallo scorso hanno custodisce con la sua Millennium Partecipazioni l’1,7% del Monte. L’exploit nel corso dell’ultima assemblea di bilancio è stato dei più incoraggianti, visto che la sua lista ha ottenuto quattro posti in cda, uno in più rispetto ai francesi di Axa . «Seguiremo l’aumento di capitale e vogliamo contribuire a ricostruire la base di investitori della banca che oggi non c’è più», ha spiegato Falciai in quella circostanza. In ogni caso, qualunque sia la decisione dei soci, non bisogna dimenticare che l’aumento è assistito dalla garanzia di un consorzio di primarie banche italiane e internazionali guidato da Ubs come global coordinator.
La ricapitalizzazione comunque non è l’unico appuntamento importante in vista per il Monte. A luglio ad esempio i soci della banca dovranno trovare un sostituto per il presidente Alessandro Profumo che, ancora fresco di rinnovo, lascerà l’incarico. Sullo sfondo c’è infine il tema dell’aggregazione, un passo chiesto con forza dalla Bce durante il processo di convalida del capital plan. Le nozze potrebbero non essere immediate, ma è lì che si arriverà con il solo dubbio se il partner parlerà italiano o meno.
Luca Gualtieri, MilanoFinanza 22/5/2015