Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 20 Mercoledì calendario

ISIS – Nonostante i raid e il crollo dei prezzi del petrolio, le finanze del’Isis godono di ottima salute

ISIS – Nonostante i raid e il crollo dei prezzi del petrolio, le finanze del’Isis godono di ottima salute. La voce più corposa è costituita dalle entrate provenienti dalla tassazione imposta sui territori controllati dai militanti del califfo e dalle estorsioni: oltre un milione di dollari al giorno. Circa 500 milioni di dollari sono poi arrivati in tutto il 2014 dai valori rubati nelle banche di proprietà dello Stato, mentre 100 milioni sono frutto del commercio del petrolio. A queste cifre vanno aggiunti anche i 20 milioni di dollari incassati con i riscatti degli ostaggi rapiti. Finanze a gonfie vele per il Califfato, mentre il Pentagono lancia un nuovo allarme. L’Isis punterebbe sempre più sulla Libia, dove ormai ha una vera e propria «presenza operativa». L’obiettivo è fare del Paese nordafricano un “hub” da dove poter più facilmente pianificare e sferrare attacchi in tutto il Nordafrica e anche in Europa. Secondo fonti militari statunitensi citate dal Wall Street Journal, non ci sono dubbi: negli ultimi mesi i leader dell’Isis dalla Siria hanno continuato a inviare in Libia - ed in misura sempre crescente - denaro, combattenti e istruttori militari, per rafforzare la presenza della loro organizzazione nell’area. Insomma, la conferma che la Libia è la vera «nuova frontiera» dello Stato islamico, che sta cercando in tutti i modi di espandersi e di «capitalizzare al massimo» il caos e il vuoto di potere creatisi nel Paese. È un passo avanti non da poco - spiegano fonti dell’amministrazione Usa - visto che fino a poco tempo fa la presenza dell’Isis al di fuori di Siria ed Iraq era più che altro caratterizzata da gruppi di militanti che agivano in maniera autonoma. Gruppi che si ispirano all’ideologia del Califfato senza però avere troppi legami diretti con l’organizzazione e i suoi leader. In Libia invece appare chiaro come la situazione sia ormai diversa. Negli ultimi mesi - spiegano al Pentagono - dalla Siria sono state inviate somme di denaro crescenti attraverso un sistema di trasferimenti basato su corrieri locali, col risultato di una iniezione di liquidità nelle casse dei gruppi estremistici libici non di poco conto. A guidare le operazioni sul terreno, anche quelle di addestramento dei militanti. Il Pentagono non nasconde quindi la preoccupazione per tutto ciò. Anche perché fermare l’Isis in Libia è molto più complicato.