Angela Zoppo, MilanoFinanza 19/5/2015, 19 maggio 2015
VIA AL DRONE TUTTO MADE IN EUROPE
Esattamente un anno dopo l’annuncio, il progetto di drone europeo è pronto a decollare. Airbus Defence and Space, Dassault Aviation e Finmeccanica hanno avuto ieri via libera al loro progetto congiunto di velivolo europeo non pilotato, presentato per la prima volta il 19 maggio del 2014, con la firma dell’accordo siglato a Bruxelles dai ministri della Difesa di Francia, Germania e Italia.
La dichiarazione d’intenti consente ai tre gruppi di studiare nell’arco dei prossimi due anni un drone di classe Male (Medium altitude/long endurance, media quota, lungo raggio) per poi valutarne lo sviluppo e la commercializzazione. Si tratta di andare ad aggredire i produttori statunitensi e israeliani, che al momento dominano il mercato di questa categoria di droni. Senza intoppi, il velivolo made in Europe potrebbe essere pronto già nel 2020. «Il sistema aereo non pilotato di classe Male di nuova generazione rappresenta un cambio di passo decisivo per l’agenda della Difesa e della Sicurezza europea», ha detto l’ad di Finmeccanica, Mauro Moretti, «Questa iniziativa è un’opportunità unica per seguire un percorso tecnologico comune basato su consolidate leadership industriali che contribuiscono a un obiettivo unico». Per Bernhard Gerwert, a capo di Airbus Defence and Space, «questo importante traguardo da parte di industrie e governi testimonia chiaramente che l’autonomia nello sviluppo di nuovi sistemi è di importanza strategica per la sicurezza dell’Europa». Sugli investimenti che verranno impegnati per il progetto, però, è prematuro fare previsioni. L’unico ad azzardare qualche cifra è stato Eric Trappier, ceo di Dassault Aviation, che ha parlato di circa 100 milioni di euro per ogni Paese coinvolto e per la sola fase iniziale. Ben altra cosa, invece, saranno i costi della fase di sviluppo. In quel caso si parla ufficiosamente di circa 3 miliardi di euro, che però potrebbero rientrare in cassa abbastanza velocemente considerato che potenzialmente le richieste potrebbero arrivare anche da Paesi come la Gran Bretagna. I costi tutto sommato contenuti dello studio si spiegano con il fatto che la condivisione di gruppi di ricerca e del finanziamento allo sviluppo consentiranno risparmi. Già decisa anche la ripartizione dei compiti fra i tre alleati: Finmeccanica si occuperà degli equipaggiamenti, Airbus e Dassault dei sistemi.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 19/5/2015