Umberto Eco, l’Espresso 15/5/2015, 15 maggio 2015
SINISTRA
Al fatto non ero presente, ma mi era stato raccontato da persona fededegna. Dunque, nel 1996 Prodi aveva appena vinto le elezioni e per la prima volta la sinistra andava al potere. Gran festa, credo, in piazza del Popolo, folla delirante. Mentre D’Alema si avviava verso il palco, una donna gli aveva afferrato il braccio gridando: «Compagno Massimo, adesso sì che faremo una forte opposizione!».
Fine della storia ma non della maledizione di cui era sintomo. La militante aveva capito che il suo partito aveva vinto ma non che era obbligato ad andare al governo, e non poteva concepire un partito che fosse obbligato a dire sì a un sacco di cose, perché lo aveva sempre pensato come una forza eroica e cocciuta che a tutto diceva di no.
Ma in lei si riassumeva una tragica storia della sinistra europea: per più di centocinquant’anni è vissuta come forza di opposizione; rivoluzionaria, sì, ma in sofferta e lunga attesa che la rivoluzione scoppiasse (e, in Russia e in Cina dove la rivoluzione era esplosa, costretta a governare e non a opporsi, a poco a poco quella sinistra è diventata una forza conservatrice).
Per questo la sinistra si è sempre sentita capace di dire no e ha guardato con sospetto quelle sue ali che azzardavano dei sì a mezza bocca, espellendole come socialdemocratiche, oppure i suoi militanti abbandonavano il partito per fondarne uno più radicale.
Per questo la sinistra è sempre stata scissionista, condannata a una cariocinesi perpetua, e naturalmente così facendo non è mai stata abbastanza forte da andare a governare – e vorrei dire malignamente, per sua fortuna, perché allora sarebbe stata costretta a dire dei sì, con tutti i compromessi che comporta il prendere decisioni di governo, e dicendo dei sì avrebbe perduto quella purezza morale che la vedeva sempre sconfitta e caparbiamente capace di rifiutare le seduzioni del potere. Bastava pensare che quel potere, che si rifiutava, un giorno lo si sarebbe distrutto.
La storia di quella donna di piazza del Popolo spiega infinite cose che accadono ancora oggi.