Carlo Bellati, Quattroruote 5/2015, 19 maggio 2015
(NON) HO GUIDATO L’AUTO DEL FUTURO
[vedi appunti quando trovi questo [...], pezzo tagliato perché rimanda ad un boxino]
Sono in California, nella ex base navale di Alameda, in vista del Bay Bridge e del Golden Gate di San Francisco. Qui c’è un piazzale lungo un paio di chilometri e largo 300 metri, senza alcun ostacolo: l’ideale perché un’auto senza pilota come la Mercedes F015 possa svolgere i test in piena sicurezza. In fin dei conti, un veicolo che si muove da solo non è ancora autorizzato a scorrazzare in giro per proprio conto in centro città: a San Francisco la F015 aveva la scorta della polizia, anche se dalle foto di queste pagine non si vede. Qui invece, in quest’area protetta e controllata, può esprimere tutto il suo potenziale d’intelligenza. Del resto, è proprio così che la Casa tedesca ha chiamato il suo progetto: “Intelligent Drive”. Senza fare riferimenti alla guida autonoma, forse per non dare troppo l’idea del guidatore che va in pensione, sostituito dai microchip.
In realtà questa concept, che ha debuttato al Ces di Las Vegas in gennaio, vuole spingersi nettamente più in là, rispetto ai progetti di guida autonoma finora messi in campo. È come se contenesse le risposte a domande che, per ora, sono rimaste inespresse: dando per scontato che nel 2030 avremo migliaia di automobili che andranno da sole, come dovranno essere costruite? Come saranno fatte dentro e fuori? E come comunicheranno con il mondo esterno?
I futuristi di Stoccarda, in effetti, pongono un problema più ampio: nelle megacity di domani, che saranno sempre più affollate, la disponibilità di uno spazio del tutto privato, che sia abitazione o automobile, diventerà vitale ed essenziale, almeno per chi potrà permetterselo. E c’è da scommettere che sarà il più lussuoso possibile: da qui il soprannome, dato alla F015, di “Luxury in motion”.
Dopo il briefing di prammatica («non avvicinarti all’auto se non lo dico io»), Klaus Millerferli, l’ingegnere di bordo, m’invita a salire. Mi accomodo sul sedile posteriore, mentre lui si piazza davanti su quello del guidatore. Dopo avermi spiegato cosa faremo, fa scorrere un’icona sul display di un pannello porta e l’auto si mette in movimento, fino a circa 50 km/h. E qui succede la cosa più incredibile: il volante rientra nella plancia, Klaus gira il sedile – che è rotante – verso di me e non si preoccupa più di nulla. Proseguiamo il nostro viaggio seduti in un conviviale salottino dal lusso sibaritico: finiture tanto minimaliste quanto inappuntabili, luci soffuse e schermi multimediali ovunque. Dall’esterno quasi non si vede dentro, per il particolare trattamento dei vetri, ma dall’interno la visibilità è molto buona, anche per il fatto che la struttura della carrozzeria, che è fatta di fibra di carbonio, alluminio e acciaio, ha montanti molto sottili e quello centrale non c’è per niente. L’auto è lunga cinque metri e venti e il passo è di tre metri e sessanta: di conseguenza, c’è spazio per quattro avvolgenti, comodissime poltrone e per un tavolino centrale scorrevole che, in realtà, è un tablet. Gli ospiti, se vogliono, possono addirittura accavallare le gambe.
Questo esemplare della F015 si muove grazie a un pacco di batterie al litio, quindi è a emissioni zero, ma la parte motoristica è variamente configurabile e sotto il pianale c’è posto anche per un sistema a fuel cell alimentate a idrogeno, che permetterebbe all’auto di disporre, in teoria, di 272 cavalli, forniti da due motori elettrici al posteriore. E le consentirebbe un’autonomia di addirittura 1.100 chilometri.
IN CERCA DI RISPOSTE
È la seconda volta che vengo invitato da un costruttore a “non guidare” un’automobile, ma a essere guidato. […] Il sistema di guida è sensoriale, ma la scelta della direzione è basata principalmente sul Gps, quindi segue tracciati prestabiliti. La F015, rassicura Klaus, è equipaggiata di tutti i sensori che servono per essere vigile e registrare la presenza di altre vetture o pedoni, ma per gli esperimenti di questo tipo il costruttore di Stoccarda utilizza più coerentemente un’auto di serie, la S500 Intelligent Drive. Con la F015, invece, la Casa ha esplorato a fondo il tema del design, dell’interazione fra il passeggero e il veicolo, di questi con l’ambiente esterno. E ha realizzato una scocca rivoluzionaria, attingendo largamente dall’esperienza del carbonio in F.l e dando vita a una struttura che è da quattro a cinque volte più resistente dell’acciaio nei crash test.
Per le versioni che avranno le fuel cell, una particolare attenzione è riservata ai serbatoi dell’idrogeno, che sono tubolari e sistemati trasversalmente sotto il pavimento, al pari del sistema di carica induttivo per le batterie. La robustezza della scocca e dell’anello porta permette di eliminare il montante centrale e consente l’apertura delle porte ad armadio a 90° rispetto alla carrozzeria. Gli sportelli, infine, dispongono anche di airbag che, in caso d’urto, si gonfiano verso l’esterno per proteggere i pedoni.