D.C., Quattroruote 5/2015, 19 maggio 2015
LA CORSA CINESE E LA FRENATA RUSSA
È DA SEI ANNI, ormai, che la Cina guida la produzione mondiale di auto. Secondo i dati dell’Oica, l’Organizzazione internazionale dei costruttori, nel 2014 il Dragone ha sfornato quasi 20 milioni di vetture, il 10,2% in più rispetto al 2013 e quasi un terzo dei 67.525.346 di macchine assemblate nel mondo. Ben diverso è stato il 2014 del Giappone, dove l’aumento dell’Iva locale dal 5 all’8% ha determinato il crollo della domanda interna: il risultato è un saldo appena positivo (8.277.070, +1,1%). Sempre solida la Germania (5.604,026, +3%), mentre gli Stati Uniti sono quarti con 4.253.098 mezzi prodotti (-2,6%). Stabili Corea del Sud (4.124.116) e India (3.158.215), mentre in Brasile il rallentamento dell’economia ha determinato un calo per il secondo anno di fila (2.314.789, -15,3%). All’ottavo posto c’è il Messico, dove il basso costo del lavoro e i trattati di libero scambio continuano ad attirare i costruttori stranieri (Audi, Daimler, BMW, Volkswagen, Toyota), che negli ultimi cinque anni qui hanno investito 19 miliardi di dollari: il 2014 si è chiuso con 1.915.709 auto prodotte (+8,1%) e la cavalcata è destinata a continuare. Dopo la Spagna in ripresa (1.898.342, +8,2%), al decimo posto c’è la Russia, che ha perso due posizioni in 12 mesi, a causa della crisi ucraina. I numeri sono impietosi: 1.683.677 auto prodotte, -12,3% sul 2013. E il 2015 sta andando anche peggio: la GM ha chiuso la fabbrica di San Pietroburgo e ritirato il marchio Opel, la Volkswagen ha tagliato la produzione e la Nissan l’ha fermata. Se anche la Thailandia va male (742.678, -30,7%), è solida la crescita di Repubblica Ceca (1.246.506, +10,5%) e Indonesia (1.011.260, +9,4%). Le sorprese del 2014 sono state il Marocco (209.999, +43%) e l’Iran, dove l’annuncio dello stop alle sanzioni sul nucleare ha portato un boom per i costruttori locali Saipa e Ikco (925.975, +46,8%). E l’Italia? Si difende, si fa per dire, al 25° posto (401.317, +3,3%). Per il 2015, la società Ihs Automotive prevede un rallentamento della Cina (se tale si può chiamare una crescita del 7%) e un aumento lento e stabile per il Nord America, mentre in Europa, dove le stime parlano di +2,5 -3%, la vera incognita sarà la Russia.
D.C.