Giordano Stabile, La Stampa 19/5/2015, 19 maggio 2015
KAMIKAZE
Ondate di camion e veicoli blindati kamikaze, carichi fino a 15 tonnellate di tritolo. Con una dozzina di terrificanti esplosioni i combattenti dell’Isis hanno sbriciolato le difese delle forze governative a Ramadi. La tecnica di sfondamento con «martiri» alla guida di mezzi imbottiti di esplosivo è un marchio di fabbrica dello Stato islamico. L’Isis usa i kamikaze come una super artiglieria in battaglia, bombe umane di precisione, e non solo per fare attentati. L’idea è stata perfezionata dal luogotenente militare di Al Baghdadi, Omar al Shishani, cioè il ceceno, allenato al guerra urbana in Cecenia contro i russi.
L’uso massiccio di kamikaze in battaglia ha due vantaggi. Si risparmiano uomini, perché con un solo combattente si possono bucare le linee di difesa fortificate che trasformerebbero l’assalto con la fanteria, dato che l’Isis non ha un’aviazione, in un bagno di sangue. Ha un impatto psicologico devastante sui difensori che non hanno la possibilità di fermare i mezzi con armi leggere. Per aumentare l’effetto, l’Isis diffonde dopo gli attacchi video di propaganda: il kamikaze prima della missione, l’allestimento del camion con piastre d’acciaio per proteggere il guidatore, immagini dell’esplosione ripresa a distanza, corpi carbonizzati e altre sequenze scioccanti alla fine.
A Mosul, nel giugno 2014, e alla base militare di Tabqa in Siria, nell’ottobre dello stesso anno, l’Isis ha condotto i blitz più efficaci. A Kobane, invece, i combattenti curdi aiutati da consiglieri occidentali, hanno usato la prima efficace contromisura: missili anti-tank contro ogni veicolo in movimento. Ma a Kobane non c’erano più auto civili ed era facile individuare i mezzi-kamikaze. Nel contesto urbano di Ramadi era più difficile. Un’altra misura sono le barriere in cemento attorno agli edifici. Ma l’Isis ha trovato come aggirare l’ostacolo. A Ramadi i camion erano preceduti da bulldozer corazzati, che hanno spazzato via le barriere e fatto largo ai kamikaze. Un tempesta di sabbia ha poi reso difficile la ricognizione dall’alto degli spostamenti sospetti.