varie 19/5/2015, 19 maggio 2015
ARTICOLI SU GIANNI ARMANI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 19 MAGGIO 2015
MAURO SALERNO, IL SOLE 24 ORE -
Dopo nove anni l’Anas volta pagina. Si chiude il sipario sull’era Ciucci, supermanager ai vertici dell’ex ente strade da luglio 2006. Entra in scena Gianni Armani. L’amministratore delegato di Terna Rete Italia, società del gruppo elettrico che si occupa dell’esercizio e dello sviluppo della rete nazionale diventa il nuovo presidente e Ad della società delle strade.
A parte la suspense della mancata nomina nella prima parte dell’assemblea dedicata all’approvazione del bilancio 2014 (chiuso con un utile di 17,6 milioni, rispetto ai 3 dell’esercizio precedente) le previsioni della vigilia che davano per fatta la scelta di Armani sono state rispettate. Per arrivare all’ufficialità si è dovuto però attendere qualche ora in più e una nuova convocazione serale dell’assemblea, arrivata su input del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che nel pomeriggio aveva seccamente smentito le voci di uno slittamento delle nomine. Insieme ad Armani l’assemblea ha nominato anche due nuovi consiglieri in sostituzione di Sergio Dondolini e Maria Cannata che avevano lasciato il posto nelle scorse settimane. Al loro posto arrivano Francesca Moraci, 59 anni, esperta di urbanistica (con una cattedra all’Università di Reggio Calabria), indicata da Porta Pia anche tra i saggi chiamati a elaborare il nuovo piano per la portualità e la logistica e Cristiana Alicata 39 anni, ingegnere meccanico, responsabile della sede di Napoli della Fca Center Italia Spa dopo aver ricoperto vari incarichi nel gruppo Fiat.
Appena insediato Armani (48 anni) dovrà fare i conti con i diversi dossier lasciati aperto dall’addio di Ciucci, che ieri ha rivendicato di aver lasciato una «società dai conti in ordine», capace di riconoscere «dividendi per circa 50 milioni» al Tesoro negli ultimi sei esercizi.
Al primo posto c’è la privatizzazione della società che il Tesoro è intezionato a portare avanti. Toccherà ora ad Armani dare concretezza a questo piano, peraltro sponsorizzato pure dal presidente uscente. Secondo indiscrezioni, tecnici dell’Economia e delle Infrastrutture srabbero già al lavoro per fare uscire l’Anas dal perimetro pubblico. Un progetto che finora non ha trovato sponde sempre favorevoli sul piano politico. L’ultimo a prendere posizione sul tema è stato Ermete Realacci, renziano, presidente della Commissione Lavori pubblici del Senato. «Onestamente non vedo le ragioni che potrebbero portare a una privatizzazione dell’Anas. La società ha compiti pubblici», ha detto il deputato Pd.
Sul futuro dell’Anas si è espresso anche il ministro Delrio (vedi l’intervista sul Sole 24 Ore del 17 maggio) chiedendo che la società si concentri sulla manutenzione della rete.
L’altra priorità è proprio il rilancio degli investimenti della società che gestisce oltre 25mila chilometri di strade. La spesa per la manutenzione straordinaria e le nuove realizzazioni è andata progressivamente scemando negli ultimi anni. L’anno scorso si è fermata a quota 2 miliardi, la più bassa dal 2011. Per stessa ammissione dell’ente, oltre il 40% dei circa 11mila ponti e viadotti in esercizio è stato costruito prima del 1970 e andrebbe tenuto costantemente sotto osservazione per evitare incidenti.
In attesa delle scelte strategiche (privatizzazione si, privatizzazione no) il nodo restano i fondi. Ieri il Governo ha finalmente stanziato quelli per il rifacimento del viadotto Himera sull’A19 in Sicilia (30 milioni, più altri 27,4 per il miglioramento della viabilità) lesionato e reso impercorribile da una frana.
Mauro Salerno
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ANTONELLA BACCARO, CORRIERE DELLA SERA -
Un manager esperto di reti elettriche dirigerà l’Anas, la società che gestisce strade e autostrade di interesse nazionale. L’assemblea degli azionisti della società ieri ha nominato presidente e amministratore delegato per il triennio 2015-2017, l’ingegnere Gianni Vittorio Armani, 48 anni, milanese di Rho, sposato, due figli. Accanto a lui in consiglio, due donne: l’ingegnere Cristiana Alicata e l’architetto Francesca Moraci.
Pietro Ciucci, dal 2006 responsabile della società, ha salutato con una lunga lettera i dipendenti rivendicando «gli importanti risultati ottenuti in questi anni» che «non possono essere oscurati dalla congiuntura degli ultimi mesi, che ha visto concentrarsi nel lasso di poco tempo alcuni episodi negativi, in larga misura dovuti alla vetustà della nostra rete. Eventi negativi per i quali l’Anas si è comunque assunta le proprie responsabilità ma che sono stati amplificati a dismisura dai media». Tra questi eventi, il crollo del viadotto Himera sull’autostrada A19 Palermo-Catania, per il quale ieri il consiglio dei ministri ha riconosciuto lo «stato di emergenza» e lo stanziamento di 30 milioni per la bretella di collegamento provvisoria e oltre 27.4 milioni per il miglioramento della viabilità.
Tornando a Armani, nel suo curriculum si legge che si è laureato in Ingegneria Elettrica all’Università di Roma «La Sapienza» e ha conseguito
il master in Business Administration in gestione finanziaria presso la School of Management del Mit di Cambridge, in Massachusetts. Dal 2005 a Terna, prima come Direttore Operations Italia, poi come amministratore delegato di Terna Rete Italia, società del gruppo che si occupa della rete elettrica nazionale. In precedenza ha lavorato al Gestore della Rete Elettrica Nazionale e prima ancora in McKinsey & Company e in Telecom Italia.
L’ingegnere Alicata, 39 anni, è responsabile della sede di Napoli della Fca Center Italia Spa e ha ricoperto vari incarichi nel gruppo Fiat. L’architetto Francesca Moraci, 59 anni, è infine professore ordinario di Urbanistica presso la Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.
Antonella Baccaro
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PAOLO GRISERI, LA REPUBBLICA -
Termina l’era Ciucci e comincia quella di Gianni Armani. Il cambio della guardia ai vertici dell’Anas è avvenuto ieri sera dopo una giornata di smentite e controsmentite. Per il momento
il sistema di governance rimane intatto con i ruoli di presidente e amministratore delegato ricoperti dalla stessa persona. Gianni Vittorio Armani, il nuovo numero uno della società delle strade, ha guidato fino a ieri Terna, il gestore delle reti elettriche nazionali.
L’addio di Pietro Ciucci arriva dopo un periodo che lo stesso presidente uscente definisce in una lettera «oscurato dalla congiuntura degli ultimi mesi che ha visto concentrarsi nel lasso di poco tempo, alcuni episodi negativi, in larga misura dovuti alla vetustà della nostra rete. Eventi negativi per i quali l’Anas si è assunta le proprie responsabilità ma che sono stati amplificati a dismisura dai media». Non può certo rientrare tra le vicende legate alla «vetustà » l’incredibile storia della rampa di collegamento del viadotto autostradale siciliano crollata una settimana dopo l’inaugurazione. Ma, scrive Ciucci nella lettera aperta diffusa ieri in occasione dell’assemblea dei soci, la decisione di lasciare era stata presa prima: «Un ciclo si è chiuso e già da qualche tempo avevo in animo di rimettere l’incarico avendo concluso la missione affidatami». Pietro Ciucci era alla guida dell’Anas dal 2006, quando, ricorda nella lettera, «era una società per azioni solo sulla carta intestata». Dal 2008 invece il bilancio ha cominciato a segnare chiusure positive e quello licenziato ieri dall’assemblea ha chiuso con un attivo di 17,6 milioni quasi tutto versato nelle case dell’unico azionista, il Tesoro. Nella lettera di commiato Ciucci suggerisce che il Parlamento sottragga l’Anas agli obblighi di bilancio previsti per la pubblica amministrazione e che la società possa avere regole «proprie dell’autonomia prevista per le società per azioni».
Insieme a Gianni Vittorio Armani, 48 anni, ingegnere con un master al Mit di Cambridge, Stati Uniti, entrano nel cda Cristiana Alicata, ingegnere meccanico proveniente dal gruppo Fiat, e Francesca Moraci, architetto e membro della commissione nazionale che deve redigere il piano nazionale dei porti e della logistica. Il nuovo cda avrà l’arduo compito di rispettare la promessa fatta da Renzi: riavviare entro il 2015 i cantieri della Salerno-Reggio Calabria e completare i lavori entro il 2016.
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DANIELE MARTINI, IL FATTO QUOTIDIANO -
Finisce all’insegna della continuità la quasi decennale era di Pietro Ciucci all’Anas dopo un’infinità di scivoloni e cinque mesi di passione cominciati con il clamoroso crollo di un viadotto in Sicilia, la settimana seguente all’inaugurazione, e proseguiti con la vicenda degli strampalati criteri di calcolo della liquidazione da direttore generale scoperta dal Fatto Quotidiano. Il posto di Ciucci viene preso da Gianni Armani con un passaggio di consegne che non marca alcuna rottura. Non c’è inversione di tendenza da parte del governo di Matteo Renzi nella scelta del nuovo numero uno di una delle più importanti aziende pubbliche, la più grande stazione appaltante d’Italia, il soggetto economico statale a cui fa capo il maggior numero di appalti nelle costruzioni.
Una riprova indiretta dell’assenza di rinnovamento è che i primi all’Anas a festeggiare ieri a sera tarda la nomina di Armani sono stati proprio i manager più vicini a Ciucci che temevano di perdere le posizioni acquisite. Il gruppo, cioè, che ha condiviso tutte le scelte dell’ex presidente-amministratore, sostanzialmente incapace sia di avviare davvero una grande stagione di nuove infrastrutture sia di conservare al meglio il patrimonio costruito negli anni Sessanta e che ora sta letteralmente cadendo a pezzi. I segni del continuismo sono molti. Prima di tutto non è stata divisa l’organizzazione di vertice: Ciucci era presidente e amministratore e anche Armani riunisce su di sé le due cariche.
Il consiglio di amministrazione che con Ciucci era composto da tre sole persone e che tutti davano per scontato sarebbe stato portato a cinque resta invece bloccato a tre. Oltre Armani due donne: Francesca Moraci, 59 anni, esperta di porti e Cristiana Alicata, 39 anni, della Fiat di Napoli, renziana col botto e animatrice alla primarie partenopee del Pd di una polemica con gli avversari accusati di usare i rom come truppe cammellate.
Anche Armani come Ciucci non ha competenze forti e specifiche nel settore stradale. Ciucci era un uomo di finanza prestato ai trasporti e la sua scarsa competenza in materia alla lunga si è vista. Anche il quarantanovenne Armani è uno che con i trasporti finora ha avuto poco o nulla da spartire. La sua storia professionale è di alto profilo, ma tutta percorsa in altri ambiti.
È laureato in ingegneria elettrica e vanta un corso di specializzazione in business administration al Mit (Massachusets Institute of Tecnhology), ma la maggior parte del suo impegno finora l’aveva profuso quasi esclusivamente nel settore energetico, al Grtn, il gestore dei servizi energetici nazionali e dal 2005 a Terna dove era arrivato fino alla carica di amministratore delegato di una delle più importanti società del gruppo, Terna Rete Italia, quella che ha il compito fondamentale del dispacciamento dell’elettricità. Un anno fa, però, al tempo delle prime nomine di Renzi, non era riuscito a tagliare il traguardo più ambito e cioè non era stato promosso capo di tutta la holding. La nomina di oggi all’Anas forse può essere considerata anche come un risarcimento postumo per la delusione di allora.
La continuità tra Ciucci e Armani c’è anche da un punto di vista politico. Cresciuto con Prodi all’Iri, Ciucci era l’ultimo boiardo delle partecipazioni statali ancora in attività e all’inizio degli anni Duemila aveva decisamente puntato il suo orientamento in direzione del centrodestra allora in versione berlusconiana. Negli anni seguenti ne era diventato il campione nel settore degli appalti e delle costruzioni, sia sostenendo a spada tratta la fallimentare legge obiettivo, sia diventando il responsabile di quel progetto che nell’ambito delle infrastrutture e nei sogni di Berlusconi avrebbe dovuto lasciare l’impronta di un’era: il Ponte sullo Stretto di Messina. Anche ad Armani viene attribuita una certa propensione per quell’area politica, se non altro per ascendenza familiare.
Gianni è il figlio di Pietro Armani, economista genovese di area repubblicana che ai tempi della prima Repubblica ebbe un ruolo di rilievo all’Iri proprio negli anni in cui Ciucci avviava nel gruppo pubblico la sua carriera. Armani padre fu consigliere di amministrazione e pure vicepresidente, spesso in polemica con il presidente Romano Prodi. Andato a gambe all’aria l’Iri si ripropose come politico e finito pure il Partito repubblicano scelse il centrodestra collaborando alla fondazione di An, fu vicino a Maurizio Gasparri, fu uno dei consiglieri economici di Gianfranco Fini, e venne poi eletto alla Camera.