Stefano Semeraro, La Stampa 17/5/2015, 17 maggio 2015
DJOKOVIC O FEDERER? GRANDE BELLEZZA IN PERICOLO
Sarà il trentanovesimo scalino, un match degno di Hitchcock, il genio del brivido. Federer contro Djokovic, il re che non ha mai vinto Roma contro il Joker che gli ha già rubato il trono e che ora spera di rubargli il resto: il futuro, i record, magari anche il Grande Slam. È la finale del Foro Italico che prevedevano le classifiche, numero 1 contro numero 2 del mondo, e anche la logica, visto il bradisismo di Rafa Nadal, che per il momento anche sul rosso sembra la copia sbiadita di se stesso. Un match che ha già avuto 38 repliche: 20 a favore di Roger, 18 per Djokovic, quest’anno il bilancio è 1-1, vittoria di Roger a Dubai, di Novak a Indian Wells. La bella di oggi promette un pomeriggio memorabile. Campo permettendo.
«Nole non è favorito»
Per Federer, che ieri sera ha disintegrato l’altro svizzero Wawrinka in quello che avrebbe potuto essere il derby della grande bellezza – diritto strepitoso contro rovescio magico – e che invece si è trasformata in una passeggiata di salute (e 54 minuti, a Roma neanche il tempo di un aperitivo), è una chance paradossale. A Roma quest’anno non sarebbe dovuto nemmeno venire, invece si ritrova in finale, la sua quarta sul Centrale del Foro dopo quelle lasciate all’incongruo Mantilla (2003) e a Nadal (2006 e 2013). Insieme a Montecarlo, Roma è il suo torneo stregato, la farfalla che non ha mai catturato. «Non credo che Novak sia così favorito – dice – io e lui ci conosciamo alla perfezione, ma sulla terra ogni tanto esce qualche risultato a sorpresa. E comunque sul rosso non è Nadal». Djokovic invece la coppa di Roma l’ha già alzata tre volte, nel 2008, 2011 e 2013, è alla sua sesta finale e fare poker contro il Genio sarebbe come segnare sul libretto (rosso) l’ultima lode prima dell’esame di laurea: quello che lo aspetta fra una settimana a Parigi. E’ il campione in carica degli Australian Open, Nole, dovesse sfatare il tabù del Roland Garros, l’unico Slam dove non ha mai vinto, arriverebbe a quota 9 major - Federer è a 14, ma ha sei anni in più... - e un pensierino a prendersi tutti e quattro gli Slam di quest’anno inizierebbe a farlo. Un’impresa che è riuscita l’ultima volta a Rod Laver, nel 1969, e poi più a nessuno - nemmeno a Federer e a Nadal.
Polemiche per il campo
Peccato che una dose di brivido arrivi anche dalle condizioni del centrale. Scivoloso, con la terra posta male che al primo vento scompare e sulla linea di fondo rischia di trasformare ogni passo in un tranello. Se ne era lamentato Nadal nei giorni scorsi, Djokovic ieri dopo aver regolato Ferrer nel suo miglior match di questo torneo non ha usato il guanto di velluto, anzi. «Hanno iniziato a prepararlo solo tre settimane fa, e a questi livelli di professionalità non è accettabile. Per noi giocatori ogni dettaglio conta, e qui si rischia di storcersi una caviglia. Amo Roma (e anche ieri da perfetto pr di se stesso ha scritto sulla telecamera “questa bellissima Roma”, ndr) ma se il torneo vuole mantenere il suo status l’anno prossimo bisogna cambiare mentalità». Uno schiaffo al sogno romano di sentirsi «quinto» Slam.
«Ci si muove con paura»
Anche per questo quella di oggi, nella mente dei protagonisti, rimane una prova generale, non il «prime time» dove è peccato mortale steccare. Novak ha la mente al Bois de Boulogne: «è vero che Nadal quest’anno non ha ancora vinto un torneo sulla terra europea, ma a Parigi con lui non l’ho mai spuntata, quindi preferirei non incontrarlo». Federer affetta un distacco elvetico: «A me non importa tanto vincere qui a Roma ma vincere un altro titolo.
Il problema è il campo, abbiamo paura a muoverci, speriamo che lo sistemino». Roma non fare la stupida, stasera.
Stefano Semeraro, La Stampa 17/5/2015