Massimo Vanni, la Repubblica 17/5/2015, 17 maggio 2015
TOSCANA, SALVINI CONTESTATO SCONTRI E FERITI AI COMIZI ALFANO: “PROFONDA MALAFEDE”
VIAREGGIO.
Lo braccano, lo inseguono da una tappa all’altra. Sventolano bandiere rosse urlando “razzisti”. Cantano Bella Ciao, alzano il dito medio, lanciano uova e perfino sassi. Sono giovani e meno giovani dei centri sociali, dei Carc, del partito comunista del lavoratori. E sulla passeggiata di Viareggio, dove ogni anno sfila il Carnevale, Matteo Salvini è una maschera di rabbia: mentre parla sul palco si abbassa per schivare l’ennesimo oggetto. Più che una campagna elettorale, quella del leader leghista in Toscana sembra una campagna militare. E perfino il premier Matteo Renzi rilancia il tweet di Emanuele Fiano: «Condanniamo le aggressioni a Salvini senza esitazioni».
Ovunque “l’altro Matteo” è transennato e scortato dagli agenti. E se a Massa si contano due feriti e due fermati, dopo la carica della polizia contro o manifestanti che tentano di raggiungere il palco, a Viareggio Salvini deve battersela dal mercato, rinunciando ai selfie e alle strette di mano: «Non mi fanno paura tre deficienti ma ho visto un bambino spaventato che piangeva per colpa di questi dementi». Ma i contestatori sono troppo vicini e quando risale a bordo la macchina viene presa d’assalto. Qualcuno tenta perfino di salirci sopra, emulando quando già accaduto qualche settimana fa a Milano: è solo la forte reazione di un militante a fermarlo.
Non è che così i contestatori ottengono l’effetto opposto? «Noi vogliamo solo che non venga a fare propaganda a casa nostra », dice un ragazzo che sventola un drappo rosso. E nella piazza del comizio, interamente transennata, la musica non cambia: i fan applaudono, i contestatori urlano, le divise schierate a difesa. Tanto che Salvini sceglie di restare rintanato in un albergo vicino, in attesa del suo turno sul palco: in attesa che parlino il candidato sindaco di Viareggio e il suo economista anti-euro Claudio Borghi, lanciato in Toscana come sfidante del superfavorito Enrico Rossi, incoronato direttamente dal segretario- premier. «Andate a lavorare », grida dal palco Salvini ai contestatori. Eppoi: «Se vuoi i clandestini portali a casa tua, figlia di papà», tuona pure contro una ragazza che gli grida “razzista”. Salvini riesce a pronunciare poche frasi. Alla fine se ne va infuriato, scortato fino allo sportello: «Non mi fanno parlare. Questa minoranza di violenti va messa in galera».
La condanna del Pd è netta: «La nostra opposizione alle idee della Lega è totale ma anche quello alla violenza», c’è scritto pure nel tweet di Fiano che Ren- zi fa suo rilanciandolo. Ma dopo la polemica sui circa 8.500 agenti impiegati in questi mesi per proteggere Salvini, scoppia una nuova polemica con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, invitato da Salvini a «chiudere i centri sociali» che lo contestano così duramente. Alfano da un lato ritiene sacrosanta la libertà di parola, dall’altro contrattacca: Salvini «cambia idea in continuazione e mi attacca tutti i giorni in modo maniacale», è «in profonda malafede», e con le polemiche sulla sua sicurezza cerca «un di più di esposizione».
Massimo Vanni, la Repubblica 17/5/2015