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 2015  maggio 16 Sabato calendario

ARGENTINA, ALTRO CHE ULTRAS IL CALCIO È ROBA DA NARCOS

La cronaca: ultras scatenati nel superclasico tra Boca Juniors e River Plate, ottavi di finale di Coppa Libertadores. A La Bombonera di Buenos Aires più che i calciatori sono stati protagonisti i tifosi, autori di un vero e proprio agguato ai danni dei giocatori del River che al rientro in campo, per disputare il secondo tempo, sono stati ustionati con gas urticante mentre percorrevano il tunnel che porta sul terreno di gioco.
La gara, dopo un’ora di incertezza, è stata sospesa con il risultato ancora sullo 0-0. Quattro i giocatori colpiti da ustioni di primo grado: Ponzio, Vangioni, Kranevitter e Funes Mori. Insomma, è successo di tutto tranne che una partita fra due squadre.
Sin qui, i fatti. Si tratta di un episodio che porta alla luce una delle tante problematiche che purtroppo investono l’Argentina da molto tempo: la violenza legata ai gruppi ultras che ruotano attorno ai club calcistici.
Circa un mese fa l’intero quartiere del Bajo San Martin di Buenos Aires fu messo a ferro e fuoco dai barrabravas (così si chiamano gli ultras) della squadra di Merlo e una partita del campionato di promozione si trasformò in una battaglia di pura violenza che coinvolse gli abitanti dell’intera zona e si risolse in ore di terrore, auto incendiate, bambini rinchiusi nelle scuole senza possibilità di uscirne.
E un intervento tardivo delle forze dell’ordine che dispersero gli organizzatissimi componenti delle bande, procedendo solo a pochi arresti; personaggi in seguito liberati senza grandi conseguenze a livello penale, nonostante le leggi da applicare ci siano. Lo scorso anno, per festeggiare la nascita del loro club, gli ultrà del Boca Junior occuparono la centrale Avenida 9 de Julio prospiciente l’Obelisco, distruggendo ogni cosa senza la minima repressione. Dopo questi incidenti, un decreto che doveva aumentare le pene legate a reati di questo tipo, fu bocciato dallo stesso partito di governo della presidente Kirchner (Frente para la Victoria).
Nella situazione di violenza che caratterizza l’Argentina attuale, gli ultras godono di una libertà di azione incredibile e costituiscono associazioni a delinquere che con il calcio hanno ben poco a che fare: i loro interessi sono legati soprattutto al mondo del narcotraffico, a cui forniscono strutture di spaccio, al controllo e la gestione di mercati (il più famoso è quello della Salada) dove si vendono manufatti spesso provenienti dagli oltre 1500 laboratori tessili clandestini che nella sola Buenos Aires sfruttano come schiavi migliaia di lavoratori. Poche settimane fa in uno di questi tuguri si è sviluppato un rogo nel quale sono morte 12 persone tra cui 2 bambini di una decina d’anni; un dramma che ha provocato solo la reazione sdegnata del Papa.
Ma gli ultras gestiscono anche il fenomeno dei trapitos, i parcheggiatori abusivi, le vendite dei biglietti per spettacoli vari e li si vede presenti come punteros, ossia referenti politici nelle villas miserias dove gestiscono ampie quote di sovvenzioni che lo Stato fornisce agli indigenti. È proprio in questi quartieri poveri che questi gruppi dimostrano il loro potere politico gestendo non solo i piani sociali, ma anche l’assegnazione di alloggi statali, organizzazione di eventi politici di massa a favore di questo o quel partito o candidato, ai quali forniscono “spettatori” , entrando così da protagonisti durante la fase elettorale muovendo pacchetti di preferenze.
Governo e opposizione, ma anche organismi di polizia, sebbene a parole condannino il fenomeno, nei fatti fanno ben poco per combatterlo in modo efficace. Si tratta di un sistema perverso dentro al quale gli ultras sono protagonisti, assicurando un bacino di voti e di capitali gigantesco.
Guido Gazzoli, il Fatto Quotidiano 16/5/2015