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 2015  maggio 16 Sabato calendario

MILIARDI DALL’EUROPA MA ROMA LI SPRECA

Migranti, richiedenti asilo, rifugiati ci costano. Ma quanto? E chi paga il conto? Se proviamo ad andare oltre i luoghi comuni delle cifre (“35 euro al giorno”), scopriamo che la stragrande maggioranza dei programmi per l’accoglienza, l’inserimento sociale e lavorativo sono in realtà finanziati dall’Unione europea e solo in piccola parte dagli Stati. Secondo i dati ottenuti dalle istituzioni europee, l’Unione quindi ha stanziato dal 2007 al 2013 complessivamente 3,317 miliardi di euro. Di questi, 500 milioni per l’Italia. Lo stesso fondo prevede fino al 2020 altri 3,1 miliardi, di cui l’Italia riceverà 522 milioni. “Questi soldi, gestiti dal ministero degli Interni, ricevono un co-finanziamento a livello nazionale che in Italia si aggira fra il 20 e il 30%”, sottolinea l’eurodeputata M5S Laura Ferrara.
Fin qui siamo alla ripartizione dell’ordinario. C’è poi l’agenda migranti proposta dalla Commissione europea, che prevede fondi aggiuntivi per alcuni interventi mirati. Si tratta di 30 milioni per programmi di protezione e sviluppo in Paesi che si fanno oggi carico di un gran numero di profughi (ad esempio, la Libia, la Giordania e altri), 50 milioni per il tanto atteso reinsediamento in vari Paesi dell’Unione europea di circa 20 mila persone in un anno. Ci sono infine 60 milioni di fondi di emergenza per sostenere l’accoglienza e il primo soccorso sanitario dei Paesi sottoposti a maggior pressione per l’arrivo dei migranti (Grecia, Malta ma soprattutto Italia). “L’Italia è il primo beneficiario in assoluto dei soldi europei”, nota l’europarlamentare socialista Elly Schlein. Come poi li gestisce, è tutta un’altra storia.
Ma come vengono spesi questi soldi? Il direttore del Consiglio italiano per i Rifugiati (Cir) Christian Hein evidenzia anche come “troppi milioni vengono spesi in strutture di prima accoglienza, in cui i migranti rimangono più del dovuto”. Il Cir invece si occupa non dell’arrivo ma del dopo, svolgendo quasi una funzione di supplenza nei confronti dello Stato. Uno dei loro programmi prevede l’inserimento e sostegno nella ricerca al lavoro per chi ha già ottenuto l’asilo. 150 sono i destinatari, al costo di 400 mila euro per un anno che deve coprire tutto, dallo staff alla garanzia economica per trovare casa.
Poi c’è l’emergenza sbarchi, che dovrebbe essere tamponata dal piano Juncker. “Aspettiamo ancora il via libera del Consiglio europeo del 25 giugno” avverte l’europarlamentare 5Stelle siciliano Ignazio Corrao. “Se la proposta andasse in porto, questi 60 milioni per l’emergenza sarebbe giusto sufficienti a sistemare le persone che già sono nei campi profughi attualmente”. E conclude: “Ogni Paese europeo dovrebbe destinare lo 0.7% del Pil alla cooperazione. Non si può andare avanti a colpi di emergenza”.
Andrea Valdambrini, il Fatto Quotidiano 16/5/2015