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 2015  maggio 16 Sabato calendario

MINORI, SERVIZI SOCIALI ALLO STREMO

Il sorriso si spegne piano piano. La voce argentina di colpo diventa silenzio. A trasformare la serenità dei bambini in una ferita profonda molto spesso non sono schiaffi e strattoni, ma l’essere invisibili. È infatti la trascuratezza materiale, l’anaffettività o l’incuria degli adulti, come pure l’assistere inermi alle liti dei genitori e la violenza psicologica, a segnare ancor di più la loro vita. La prima mappatura dei maltrattamenti subiti dai minori italiani – interessano circa 91mila under 18, soprattutto femmine e stranieri, mentre sono 457mila quelli assistiti dai servizi sociali – restituisce un grido di dolore spiazzante, per troppo tempo inascoltato proprio perché meno evidente sul volto degli innocenti. A descrivere ora un quadro preoccupante è l’indagine nazionale dei maltrattamenti sui bambini voluta dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza, condotta da Terre des Hommese Cismai (Coordinamento italiano dei servizi maltrattamento e l’abuso all’infanzia) su 2 milioni e 400mila giovanissimi in 231 Comuni.
Nove ogni mille per gli italiani. Venti su mille per gli stranieri. Metà delle volte nella fascia d’età tra gli 11 e i 17 anni. Sono queste le incidenze dei soprusi in Italia, troppo spesso legati anche alle condizioni economiche della famiglia. Tanto è vero che al primo posto, con oltre la metà dei bimbi maltrattati (55%), c’è proprio la mancanza di cure fisiche, beni materiali e affetto. Una trasandatezza che porta in un caso su tre a dover ricorrere agli aiuti economici dei servizi sociali. Ma è la “violenza assistita” in famiglia a causare una volta su cinque gravi conseguenze nei bambini, come pure il maltrattamento psicologico che interessa il 13% della popolazione minorile seguita dai servizi sociali. Agli ultimi posti – anche se la difficoltà di emersione in questi casi è alta - il maltrattamento fisico (6%) e l’abuso sessuale (4%), due indicatori per cui l’Italia è in fondo alla classifica tra i Paesi industrializzati. C’è poco da consolarsi però, se invece siamo di 15 punti percentuali sopra la media europea (35% contro 47%) rispetto alla disattenzione materiale ed emotiva che rivolgiamo ai più piccoli.
Evidente, dunque, la necessità di approvare subito un piano nazionale di contrasto al fenomeno, in cui ci siano le risorse necessarie ad avviare un sistema nazionale di raccolta dati permanente e linee guida nazionali che armonizzino criteri e strumenti, accanto a una cabina di regia che diventi interlocutore unico. «Vorremmo dal governo una risposta che non sia la solita mancanza di risorse», è l’esortazione del Garante per l’infanzia Vincenzo Spadafora, durante la presentazione dei dati ieri a Roma. Questo «alibi» non regge più, basta vedere quanti soldi vengono spesi per curare, dopo, i bambini maltrattati «pur con i servizi sociali allo stremo ». Difficile, però, fare un buon lavoro con i fondi per famiglia e minori azzerati. Un «mancato investimento» in prevenzione, colpa della crisi ma anche e soprattutto della «deresponsabilizzazione », aggiunge Spadafora, e «dell’arretramento culturale dei diritti dell’infanzia». Riguardo i minori perciò la politica non può dividersi, da qui l’impegno «a promuovere un incontro urgente con il governo su questi temi» della vicepresidente della commissione Infanzia alla Camera, Sandra Zampa (Pd), che ha sottolineato inoltre la necessità di approvare presto «un provvedimento sulla povertà minorile, cui spesso il maltrattamento è legato».
L’idea prevalente è affrontare i soprusi dalla parte della prevenzione, oltre che del diritto alla cura. Perché così si hanno maggiori benefici per la società e si risparmia. Ogni anno, difatti, un minore assistito per maltrattamenti «costa circa 120mila euro ai servizi pubblici – ricorda la responsabile programmi Italia di Terre des Hommes, Federica Giannotta – c’è bisogno, in più, che il Paese riesca a rispondere in modo organico da Nord a Sud». Le stime di guadagno per lo Stato le fa Andrea Bollini del consiglio nazionale del Cismai. «Servirebbero 2 miliardi di euro – sostiene - per avviare un percorso di prevenzione contro i maltrattamenti », un investimento che porterebbe a «risparmiare in un anno 13 miliardi di costi sociali » provocati dalla violenza sui bambini. Fatto sta che ieri, comunque, è stato messo un «tassello importantissimo di un puzzle complesso » per il Telefono Azzurro, anche se – ammette il presidente Ernesto Caffo – solo una parte delle vittime di abuso si rivolge ai servizi sociali e di cura, mantenendo in «gran parte il fenomeno sommerso».