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 2015  maggio 16 Sabato calendario

Giardiello entrò al tribunale di Milano passando sotto al metal detector • L’uomo che si affaccia al balcone e fa una strage • È morto B

Giardiello entrò al tribunale di Milano passando sotto al metal detector • L’uomo che si affaccia al balcone e fa una strage • È morto B.B. King • È la fine delle banconote? Giardiello La Procura di Brescia ipotizza che Claudio Giardiello il 9 aprile entrò armato nel tribunale di Milano passando attraverso il metal detector. Nonostante la macchina abbia dato l’allarme, nessuno perquisì l’uomo che di lì a poco avrebbe fatto la strage. A confermare questa versione sono le immagini (di scarsa qualità) di un filmato che sembrano mostrare Giardiello che passando sotto al metal detector lo fa scattare e i vigilantes che lo fanno passare ugualmente. Delitti Luigi Murolo, 52 anni, e sua moglie Concetta Uliano, 51. L’altro giorno, per via del filo per stendere i panni, litigarono col fratello di lui, Giulio Murolo, di anni 48, infermiere all’ospedale Cardarelli, una passione per la caccia, ottimo tiratore, residente nell’appartamento accanto. A un certo punto della discussione l’infermiere corse nella stanzetta accanto alla cucina, adibita ad armeria, prese un fucile a pompa e affrontò fratello e cognata sul ballatoio comune delle due abitazioni. Dopo averli ammazzati, si appostò sul balcone di casa e cominciò a fare fuoco a casaccio sui passanti. All’angolo della strada, l’ufficiale dei vigili urbani Francesco Bruner, 60 anni, lo implorò di smettere. Murolo prese la mira con calma e lo ammazzò sul colpo. A terra un carabiniere ferito, un altro agente si chinò per controllare le sue condizioni: Murolo, che intanto aveva tirato fuori una pistola, gli sparò a un braccio. Dietro ai cassonetti, ferito gravemente, rantolava il vigile Vincenzo Cinque, 63 anni. L’uomo al balcone, non soddisfatto, vedendo il fioraio Luigi Cantone, 59 anni, a bordo di uno scooter grigio, prese di nuovo la mira per bene: lo uccise con un solo proiettile. A quel punto arrivarono i carabinieri che con un megafono provarono a farlo ragionare, Murolo si ritirò e chiamò il 113: «Sono io quello che sta facendo il macello». Quattro agenti indossarono i giubbotti antiproiettile e salirono a prenderlo: lo portarono via, buono buono. Uno della Scientifica che salì a vedere la casa confermò: «Aveva preparato l’innesco per far esplodere due bombole di gas». Alle quattro del pomeriggio di venerdì 15 maggio, in un appartamento al primo piano nel quartiere Miano, nord di Napoli. B.B.King È morto a 89 anni nella sua casa di Las Vegas B.B. King. Riley King era nato a Itta Bena, nelle campagne del Mississippi, il 16 settembre del 1925. Il padre predicatore, la madre cantante di blues. In famiglia il cugino Bukka White già si era fatto un nome come blues-singer. Il nome d’arte B.B. King deriva da uno show musicale che conduceva in una radio di Memphis con lo pseudonimo Blues Boy King. Nel 1952 il suo primo successo come cantante con Three O’ clock Blues. Il primo successo fu il brano Woke Up This Morning e molti anni dopo, l’album Live at regal registrato a Chicago. Nei Settanta altri successi come To Know You Is to Love You e I Like to Live the Love, Every Day I have a Blues, Lucille. Nel 1950, in Arkansas, rientrò in un locale in fiamme per recuperare la sua fida chitarra che da allora venne chiamata Lucille, come la donna che aveva scatenato una rissa fra due uomini che avevano rovesciato una stufa a kerosene. Nel corso della sua lunga carriera ha pubblicato 70 dischi e suonato con tanti artisti (Eric Clapton, Phil Collins, James Brown, U2, Gloria Estefan, Tracy Chapman, Elton John, Mark Knopfler, Van Morrison, Aretha Franklin). Ray Charles, quando suonava con lui, non mancava di disprezzarlo: «Come è possibile che tu abbia vinto 14 Grammy Award come miglior bluesman se stoni in continuazione?». Teneva fino a 350 concerti l’anno. Ha avuto 14 figli e si profila una guerra per la sua eredità: una della sue figlie accusa da anni quella che è stata la manager del padre di averlo plagiato e derubato di qualche milione di dollari. Soldi/1 In Danimarca dal 2016 i negozianti potranno rifiutarsi di essere pagati in contanti. Già oggi in Svezia gli autobus non accettano pagamenti in contanti e la diffusione di carte digitali fa sì che le rapine siano crollate da 110 nel 2008 a 16 nel 2011. In Canada la banca centrale ha smesso un anno e mezzo fa di stampare banconote, anche per incoraggiare i pagamenti con carta. In Kenya un terzo della popolazione è abbonato a M-Pesa, il sistema di bonifici via telefono con cui si versano salari o bollette, da poco esportato anche in Romania. E persino in Somaliland, tra Etiopia, Somalia e Eritrea, nel 2012 il numero di pagamenti via telefonino è stato pari a quello di pagamenti per carta di credito in Italia nel 2013: in entrambi i casi, 34 per abitante. Invece l’Italia, con la Grecia, resta il Paese nel quale le transazioni elettroniche rappresentano la quota più bassa in Europa: appena il 13% del totale, contro una media del 40% (Fubini, Rep). Soldi/2 Roberto Giori, imprenditore italo-svizzero, ha sviluppato un algoritmo per portare la smaterializzazione del denaro un passo più in là: non più con trasferimento fra due conti bancari, come accade con Visa, M-Pesa, Pay-Pal o la rete Bancomat, ma con la digitalizzazione della moneta «fiduciaria». Nel progetto di Giori, ormai in fase di lancio, diventano immateriali le banconote stesse emesse dalla banca centrale. Ogni banconota è numerata e tracciabile, mentre gli enormi costi di produzione e distribuzione materiale del denaro (100 miliardi l’anno nel mondo) vengono azzerati. Basta un numero di cellulare, e diventa possibile spostare con i gesto del dito sul touchscreen le banconote ridotta a icona al destinatario. Non c’è passaggio fra i conti bancari, è semplicemente un pagamento in moneta immateriale. Il sistema è in sperimentazione in Uruguay, mentre Ecuador e Bangladesh hanno reso legale l’emissione di banconote elettroniche (ibidem).