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 2015  maggio 16 Sabato calendario

FOX NEWS CENSURA PICASSO

Pecette su Picasso? Se già aveva stupito la notizia dell’asta in cui il capolavoro picassiano Le donne di Algeri è stato aggiudicato a un anonimo per 179 milioni di dollari, ancora più incredibile è il modo in cui ha deciso di darla, tale notizia, il canale MyFoxNy, un pianeta della galassia Murdoch: oscurando con pudichi pixel i capezzoli e i genitali delle donne raffigurate dal maestro del cubismo. Una gaffe ammessa dallo stesso canale, dopo le pernacchie con cui, unanimi, l’hanno accolta social network e critici d’arte come Jerry Saltz (che l’ha attribuita a «menti malate»). Ma, malgrado le scuse e la pubblicazione sulla propria pagina Facebook di una riproduzione dell’opera nella sua integrità, l’atto censorio di MyFoxNy ha la rilevanza di un sintomo.
E sì che poche figure sono state beffeggiate, nel tempo, quanto i pretori bacchettoni e i difensori del comune senso del pudore che ispirarono a Federico Fellini Le tentazioni del dottor Antonio ( ed era il 1962). Per non dire poi del «Braghettone», l’onesto cinquecentesco Daniele da Volterra, pittore passato alla storia meno per le opere proprie che per le foglie di fico con cui coprì i genitali raffigurati nel Giudizio Universale dal suo maestro Michelangelo Buonarroti. Notissimi episodi di cui tutti abbiamo riso, come retaggi di epoche arretrate e peculiarmente italiane e cattoliche; più di recente, se ne è satirizzato il rapporto con il politically correct e con un femminismo tardivo e insostenibile. Invece ora arriva Murdoch, che a guardare bene si pone sulla linea di Mark Zuckerberg e del suo Facebook, che censura anche le foto di puerpere che allattano. «Il capezzolo, no!»: né per il Concilio di Trento, ma neanche per i massmedia della modernità più estrema ed estenuata, quella che stiamo vivendo.
Profetico allora è stato Italo Calvino, che in Palomar aveva intitolato un capitolo al «Seno nudo». Di fronte ai primi topless sulla spiaggia, il suo personaggio si chiedeva quale fosse l’atteggiamento giusto da usare. Disinteresse (con relativa svalutazione della bellezza di un corpo)? Ammirazione (con opposta enfasi sul proprio piacere voyeuristico)? Passando e ripassando di fronte a una povera bagnante, finiva per infastidirla e indurla a ricoprirsi.
Si vede che siamo ancora lì, riguardo al corpo femminile. Il dietrologo può chiedersi se il provvedimento censorio sarebbe stato preso anche se le donne raffigurate da Picasso fossero state di Copenaghen, o di Avignon, anziché d’Algeri: ci sono religioni, e relativi mercati, più suscettibili di altre. Ma certo, e per quanto oggi possa sembrarci incredibile, il corpo femminile può arrivare a sembrare scandaloso anche (o soprattutto) nelle sue rappresentazioni più artisticamente elaborate. Su YouPorn c’è tutto. Sui canali generalisti non deve esserci nulla, o perlomeno nulla di esplicito. È di questa sindrome che l’atto nevrotico dell’incauto censore è sintomo. Alla fine, però, e per dirla tutta, che l’ineliminabile ipocrisia borghese ogni tanto dia ancora notizia di sé è pressoché consolante.