Andrea Gaiardoni, il venerdì 15/5/2015, 15 maggio 2015
VENEZIA, ECCO L’ALBERGO ISLAMICO DOC
MILANO L’ospitalità è una cosa seria, non s’improvvisa. Servono competenza, conoscenza, attenzione alle esigenze dell’ospite, rispetto per la sua cultura, per la sua religione. Così 17 alberghi veneziani hanno aderito al progetto lanciato dall’associazione Halal Italia che fornirà, al termine di corsi specifici, una certificazione di qualità: la Muslim Hospitality. Strutture in grado di accogliere nel miglior modo i turisti musulmani. Le camere saranno dotate di tappetini per la preghiera e di bussole o altre indicazioni per la qibla (la direzione della Mecca). Niente alcolici nei frigobar. E in cucina uno staff per fornire agli ospiti cibo rigorosamente halal (lecito, in lingua araba).
Venezia è la prima città italiana ad aderire con convinzione al programma di certificazione islamica, frutto di un accordo con Ava, l’associazione degli albergatori. «Abbiamo provato a Milano, ma con risultati deludenti» commenta IlhamAllah Chiara Ferrero, responsabile marketing e comunicazione di Halal Italia. «Forse per timidezza, forse per timore di un mancato ritorno economico. Le statistiche indicano l’Italia tra i primi posti delle mete turistiche ambite dal mondo islamico, ma la mancanza di servizi spesso orienta la scelta finale su altri Paesi, come Turchia, Spagna e Francia». I servizi non si limiteranno ai pur indispensabili gadget materiali che i clienti troveranno in camera, dal tappetino per pregare ai cosmetici da bagno privi di componenti di origine animale: «È soprattutto nel settore food che un albergo può fare la differenza» spiega IlhamAllah Chiara Ferrero. «Garantire pasti che non contengano alimenti vietati dalla religione islamica, come la carne di suino. E preparati con pentole destinate esclusivamente alla preparazione di pasti halal, per evitare contaminazioni. E pensate poi al periodo di ramadan: non in tutti gli alberghi è possibile consumare una colazione, per dire, alle 5 del mattino».
Il turismo islamico qui si attesta sulle 300 mila notti l’anno, pari al 3 per cento del totale. «E triplicherà nei prossimi 5 anni» sottolinea Claudio Scarpa, presidente dell’Associazione veneziana albergatori. «Ma non è solo questione di business. Qui si tratta di rispetto delle culture». La certificazione Muslim Hospitality è stata richiesta finora da 17 alberghi: 10 sono 4-5 stelle (alcuni di gran nome), 6 da 3 stelle in giù, oltre a un b&b. I corsi durano 3-4 mesi: uno è generale (per direzione e marketing), l’altro per la formazione del personale (l’Ava coprirà i costi). La certificazione ha durata triennale, con controlli ispettivi ogni anno.